Addio a Pietro Micucci, anima della marineria civitanovese e zio del consigliere regionale Francesco Micucci. Raccolse i fondi per la costruzione della torre faro di Cristo Re e domani alle 16,30 sarà proprio qui che riceverà l’ultimo saluto. Si è spento nella clinica Villa dei Pini, a 87 anni. Qualche tempo fa era stato ricoverato a San Severino e poi trasferito a Villa Pini dove le sue condizioni negli ultimi giorni si sono aggravate. Molto conosciuto nel mondo della marineria, quarto di cinque fra fratelli e sorelle, aveva ereditato dal padre l’imbarcazione di famiglia, ma aveva sempre lavorato da terra, nello studio come amministrativo. Qui si era specializzato nello svolgimento delle pratiche relative a paghe e incombenze varie. Ha rivestito anche il ruolo di presidente della cooperativa dei pescatori. Una differenza di età di 10 anni con il fratello minore, Galliano, padre di Francesco e un rapporto molto stretto il loro. Pietro viveva in via Duca degli Abruzzi, nel palazzo detto “dei pescatori” e con don Eliseo aveva collaborato per la realizzazione della torre faro di Cristo Re, guida alle imbarcazioni quando ancora non c’era il porto, oggi simbolo di Civitanova. Pietro lascia la moglie Maddalena (detta Anna) e i figli Giovanna, Giuseppina e Giuseppe. I funerali si svolgeranno domani alle 16,30 nella chiesa di Cristo re.
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Dalla foto credo di aver conosciuto Pietro Micucci, ma non so dove, nè quando. Un volto così non si dimentica…
Però voglio ricordarlo per quella torre-faro della chiesa di Cristo Re. Per me essa è il significativo simbolo di Porto Civitanova (così la chiamo sempre, poichè fin da banbino, durante la guerra, stavamo un mese a mare a Porto Civitanova d’estate).
Cosa ha quella torre-faro? Intanto è svettante… Poi sembra un minareto, in quanto Porto Civitanova è levantina, con gente a rischiare in mare, ad avere vaste visioni d’incognito, a conoscere e quindi ad accogliere…
L’immagine della torre-faro mi è comunque impressa insieme a quella fiumana di gente commossa al funerale del caro Piermanni, il difensora della nostra incolumità. L’inquadratura che ho è la massa della gente che usciva dalla chiesa e la torre-faro che la sovrastava, come per indicare la via da seguire.