di Gianluca Ginella
«All’Hotel House c’è preoccupazione, perché nonostante abbiamo mandato la gente a fare il tampone, raccomandato l’uso delle mascherine, chiesto di non incontrare le persone positive e ai positivi di non uscire di casa, c’è chi deve stare in isolamento e invece esce tranquillamente. Ieri abbiamo chiamato i carabinieri perché una delle persone che deve stare in quarantena stava uscendo dal palazzo». Luca Davide, uno dei cinque portieri dell’Hotel House di Porto Recanati, racconta la situazione che si sta vivendo nel mega condominio dove sono saliti a 8 i casi di Covid (altri tre quelli registrati dal Gores dopo l’ultima sessione di tamponi, svolta ieri).
«Questa mattina mi hanno comunicato che i tamponi sono arrivati a 700 (1.309 quelli che devono essere effettuati, ndr)» dice Davide, che il problema Coronavirus, lui che è originario di Bergamo, lo sente particolarmente. All’Hotel House lui e gli altri portieri hanno messo insieme «una squadra multietnica. Con persone che hanno deciso di collaborare con noi. Ci sono varie nazionalità, in modo che possiamo comunicare meglio con tutti i residenti e spiegare la situazione». I portieri controllano chi entra, se arriva una persona nuova si fanno dare i documenti, chiedono dove alloggerà, «diciamo che non si può stare in casa di persone che sono in quarantena, e poi li mandiamo a fare i tamponi. C’è collaborazione, la maggior parte delle persone che vivono all’Hotel House sono responsabili e sono preoccupate della situazione – dice Davide -. Poi, purtroppo, ci sono dei casi di persone che invece responsabili non lo sono. Purtroppo è successo che chi deve stare in quarantena sia uscito tranquillamente di casa.
L’ultimo caso ieri con un ragazzo che abbiamo fermato vedendo che stava uscendo dal condominio. Ci ha detto che doveva andare a fare la ricarica al cellulare. Siamo stati costretti a chiamare i carabinieri. Gli abbiamo detto che se si ha bisogno di queste cose ce ne occupiamo noi. Hanno i nostri numeri di cellulare e ci possono chiamare se hanno necessità di qualcosa». Una situazione che preoccupa «con tutti gli sforzi che abbiamo fatto, con gli sforzi delle forze dell’ordine, con i pacchi alimentari che porta la Protezione civile e noi che gli diciamo di stare a casa che portiamo noi quello di cui hanno bisogno, nonostante tutto questo fino a ieri c’era chi doveva stare in quarantena e invece usciva ugualmente di casa. Al piano terra li controlliamo noi, ma i piani superiori come facciamo a controllarli?». Davide cita anche episodi positivi: «ieri mattina è arrivato un ragazzo nuovo, mi ha chiesto cosa doveva fare, è andato subito a fare il tampone ed è tornato». Nelle ultime 24 ore su 188 tamponi sono emersi altri 3 casi (che si aggiungono ai cinque precedenti). Il focolaio nel palazzone è monitorato con attenzione e il Comune, la prefettura, il Gores, la Protezione civile e le forze dell’ordine collaborano per gestire la situazione. Per occuparsi dei tamponi è stato allestito un villaggio anticovid nel parcheggio del mega condominio con quattro container.
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L’articolo non specifica se a questa gente viene fatta la multa o meno. Scommetto di no.
Nella vicina Umbria conosco almeno un caso in cui, ad una persona anziana (italianissima) uscita per andare dalla sorella sotto lockdown, è stata fatta multa di 400€.
Vorrei proprio vedere se questa gente riceve multe per trasgredire le “REGOLE” e se le paga.
Immagino che applicare le stesse sanzioni degli italiani significhi odio razziale, accanimento ecc ecc
Non mi meraviglio minimamente…
che ti potevi aspettare..
…ma no, ma cosa dite mai, tutti quei bravi ragazzi che non rispettano le regole, no, dai, non può essere, ci sarà stato un refuso nel testo, probabilmente, oltre all’altro ben noto re fuso nella nazione!! gv