L’addio di Treia al “suo” parroco
«Buon viaggio don Peppe»
Pettinari: «E’ stato un dono del Signore»

L'ULTIMO saluto per il sacerdote scomparso ieri dopo settimane di battaglia contro il Coronavirus. La famiglia ha pregato al cimitero, la città si è stretta in un abbraccio come ha potuto. Il ricordo del presidente della Provincia, compaesano e amico di lunga data del parroco. FOTO/VIDEO

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Don Peppe Branchesi con gli striscioni apparsi in città

 

L’addio di Santa Maria in Selva al “suo” parroco. Oggi sono comparsi diversi striscioni nella piccola frazione di Treia e non solo per rendere omaggio a don Peppe Branchesi, scomparso ieri a 81 anni dopo aver lottato per settimane contro il Coronavirus. Oggi infatti la famiglia si è riunita al cimitero per l’ultimo saluto e la città di Treia, ha voluto far sentire la propria vicinanza come ha potuto.

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Uno degli striscioni per don Peppe

Il sacerdote, infatti, era un punto di riferimento, non solo per la comunità treiese. Sacerdote da 58 anni, molto vicino al cardinale Tonini, aveva insegnato in diverse scuole della provincia, fondato il circolo Giovanni XXIII e la squadra di volley di Treia negli ’60, e con “I polentari d’Italia” aveva fatto conoscere la città in tutta Italia. Un fratello maggiore per molti che avevano avuto la fortuna di conoscerlo. Il 22 maggio 2011 aveva anche ricevuto il premio “treiese dell’anno”. L’ultima uscita pubblica il 13 gennaio, per la festa della Lube volley. Poi la scoperta di essere positivo al Coronavirus e il ricovero.  «La terribile notizia della scomparsa di don Peppe – dice Antonio Pettinari, presidente della Provincia, compaesano e molto amico del parroco – si è diffusa nella nostra piccola comunità in un baleno, non appena le campane della chiesa hanno iniziato a suonare per annunciare la salita al cielo del nostro parroco.  La comunità che aveva seguito con trepidazione l’andamento della sue condizioni di salute è rimasta attonita e impaurita, sentendosi all’improvviso indifesa senza più la guida, l’assistenza, i consigli del suo parroco. Un sacerdote forte nella fede, un personaggio straordinario nella sua semplicità e bontà, ricco di vitalità e di idee, ma soprattutto di tanta umanità, sempre vicino ai malati, agli anziani e a chi aveva bisogno».

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Antonio Pettinari con don Peppe Branchesi

«Don Peppe – ricorda Pettinari – era convinto assertore della dignità della persona, della famiglia, della solidarietà, come pure dell’ambiente, della cultura e dello sport, nonché dei diritti della salute, dell’istruzione, dell’uguaglianza. Un sacerdote che partecipava attivamente alla vita sociale della parrocchia e anche dell’intera comunità provinciale; i suoi interessi e le sue iniziative non avevano confini, né geografici, né tematici. Tra le tantissime azioni ci sono le missioni in America latina (Argentina e Brasile) e in Africa, il sostegno ai terremotati del sisma del ’97 con le diverse città dei polentari d’Italia, i gesti di solidarietà alle zone terremotate del 2016 quali Castalsantangelo, Muccia e altri Comuni, le collaborazione con diverse pro loco, tra cui Treia, Macerata e altre; né posso dimenticare la polenta offerta a tutti, durante la Raci negli anni in cui era organizzata dalla Provincia. Don Peppe sapeva arrivare al cuore delle persone, chi lo conosceva ne restava colpito per la simpatia, la curiosità, l’allegria e l’esuberanza. Sapeva farsi voler bene, amava la compagnia e utilizzava ogni occasione per dare insegnamenti e messaggi non solo religiosi, ma anche sociali, culturali e ambientali.  Era un grande sostenitore delle nostre eccellenze paesaggistiche, storico, culturali e soprattutto agroalimentari; sempre al fianco delle campagne, della sua Coldiretti e delle altre associazioni in difesa e valorizzazione dei nostri prodotti tipici enogastronomici.  Don Peppe è stato un vulcano di idee e iniziative, utilizzava ogni occasione e circostanza per stare tra la gente e in particolare tra i giovani, per svolgere al meglio la propria missione di prete.  Ho avuto l’onore e il privilegio di trascorrere quarantacinque anni della mia vita con lui, è stato un dono del Signore. A noi che l’abbiamo conosciuto e amato – conclude Pettinari – resta il ricordo e soprattutto l’esempio. Don Peppe insieme a Giovanni e ai tanti amici ritrovati in cielo ci proteggerà da lassù.  Il mio abbraccio forte forte a Maria Pia, a Francesco, ad Anna e a tutti i familiari».

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Lo striscione comparso a Camporota

 

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