L’architetto Silvano Iommi
Gli anni della grande fabbrica Sferisterio. Questo il tema della conferenza di Silvano Iommi che interverrà giovedì alle 17 nell’auditorium della biblioteca Mozzi Borgetti, a 200 anni dalla seduta consiliare di Macerata che avviò un vasto programma di rinnovamento urbanistico. A organizzare l’appuntamento “Sferisterio 200” è l’associazione Amici di palazzo Buonaccorsi, con l’adesione, tra gli altri, degli eredi dei cento consorti.
Il 26 febbraio 1820 il Consiglio Comunale di Macerata decise di attuare un’ulteriore fase del più vasto programma di rinnovamento urbanistico-architettonico, civile e culturale già iniziato nel triennio precedente. Alla base di tale programma c’era evidentemente la necessità di fronteggiare l’emergenza principale, costituita dalla devastante crisi economica che ancora lacerava e deprimeva la città all’indomani delle battaglie murattiane e nella prima fase della restaurazione pontificia. Tuttavia, era anche forte l’esigenza di mostrare una capacità di modernizzazione funzionale e simbolica della città, che la “Congregazione del Buon Governo” cerca di esprimere finanziando particolarmente le opere pubbliche. In quella storica seduta consiliare, quindi, si trattò di deliberare su quattro punti posti contemporaneamente all’ordine del giorno e destinati a cambiare sostanzialmente l’immagine urbana consolidata. Il primo: demolizione e ricostruzione della facciata del Palazzo Comunale; il secondo: demolizione della gotica Chiesa di S. Francesco e realizzazione della piazza De Vico (oggi C. Battisti) con trasformazione del convento annesso; il terzo: demolizione della vecchia Porta Mercato e sua ricostruzione in posizione più avanzata; e infine la costruzione di un “Circo pel Giuoco del Pallone” fuori Porta Mercato (Sferisterio) nella zona detta delle “forche”. La relazione di Iommi si concentrerà poi sull’inedito intreccio tutto moderno, tra la “nobile” ricerca del bello, gli interessi economici privati (organizzati per la prima volta a Macerata in forma societaria) e gli obbiettivi politico-strategici per il buon di governo della città. Si tratterà in sintesi di indagare, attraverso la lettura dei labirintici passaggi procedurali seguiti per la formazione del progetto e la conduzione dei lavori dello Sferisterio, la funzione dell’architettura come strumento di mediazione culturale collettiva. Strumento ritenuto storicamente sempre idoneo a far raggiungere equilibri più avanzati all’eterno scontro degli interessi.
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Da quando Silvano Iommi si è dato a tempo pieno alle ricerche storiche su base locale le sue scoperte e le sue affascinanti ricostruzioni si susseguono a getto continuo.
Ora è la volta dello Sferisterio, messo sotto la lente proprio con riferimento agli anni della sua progettazione ed edificazione, di cui ancora troppo poco si sa. Parliamo di due secoli fa, eppure le capacità progettuali e realizzative si direbbero migliori di quelle attuali.
Ottimo Silvano. Conosco la tua diligenza, fortunosamente e fertilmente “ossessiva”, come ricercatore di incunaboli e carte segrete…Nel nostro caso, lo Sferisterio, presenta un “oggetto” davvero entusiasmante. Mi riferisco, ovviamente, agli equilibri politico- economici che si tradussero, non senza belligeranza ad un accordo. Meglio ancora ancora ad un do ut des ( e non das) Guido