di Gianluca Ginella
Va a riscuotere i buoni postali dopo trent’anni e le Poste gli riconoscono 17mila euro in meno rispetto a quanto dovuto: arriva il decreto ingiuntivo per l’azienda che dovrà risarcire un pensionato, ex dipendente di banca. L’uomo, 63 anni, recanatese, non è il solo in Italia ad essersi visto riconoscere meno di quanto era scritto, nero su bianco, sulle tabelle che indicano le percentuali di interesse e che stanno sul retro dei buoni.
Il pensionato a suo tempo ne aveva acquistati sei (quattro da un milione e due da due milioni) per un valore di otto milioni di lire. A conti fatti, passati trent’anni, gli spettavano 62mila euro. E questo credeva di riscuotere quando è andato alle Poste. Invece si è accorto che i conti non tornavano. Perché al pensionato la posta ha conteggiato di dover pagare 44mila euro. Il motivo è che le Poste sostengono che in seguito i tassi sono stati modificati, al ribasso, e non conta ciò che sta scritto sul buono. Un parere che però non è stato condiviso dal 63enne che si è rivolto agli avvocati Simone Santoro e Roberta Pizzarulli per avere quanto riteneva gli spettasse. A conti fatti al pensionato recanatese le Poste intendevano pagare circa 2mila euro in meno a buono. Dopo aver fatto un primo reclamo alle Poste, i legali hanno comunicato via Pec tutti i conteggi, spiegando quanto effettivamente era dovuto al loro assistito. Ma dalle Poste nessun passo indietro. Così i legali hanno continuato la battaglia e ottenuto nei giorni scorsi un decreto ingiuntivo per 17mila euro. Decreto che a breve diventerà esecutivo.
Qui non si parla di legge ma di un contratto stipulato all'epoca dei fatti a certe condizioni che devono essere rispettate come legge garantisce
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È successa la stessa cosa in famiglia, solo che per un solo buono, la cui serie era già stata oggetto di sentenze in Italia, due legali e un’associazione di difesa dei consumatori, non ci si sono voluti immischiare, così abbiamo perso circa il 33% degli interessi stampati sul retro, senza. E questa ai miei occhi è solo una grande soperchieria. Scrivo qui, sperando che chi legge, eviti in futuro di mantenere coi propri risparmi, quella Cassa Depositi e Prestiti, salvadanaio di tutti i governi.
Chiedo scusa ma, dopo “senza”, è saltata la frase “timbri o altro che ne variassero in qualche modo i rendimenti”.
Signor Tombesi, un avvocato qui da noi è riuscito a far recuperare al suo cliente la somma, per un fatto analogo.
se è stato ottenuto un decreto ingiuntivo è chiaro che le poste sono dalla parte del torto, però chissa quanti clienti hanno riscosso buoni decennali fidandosi degli importi calcolati dalla controparte, bella roba, gran pubblicità per poste italiane, incrementano la fiducia dei clienti
Gentile signora Agostinelli, un’associazione consumatori di Roma dopo aver voluto deleghe e altro, e in caso di successo, tenendo il 10 +10 % per sé e una legale, cosa che avremmo accettato pur di far rispettare il contratto alle Poste, dopo mesi, cambiando le carte in tavola, mi ha scritto, facendomi pure arrabbiare, di riuscire a ottenere lo stesso importo decurtato che mi davano qui vicino casa. Un secondo legale, quando l’ho contattato mi ha chiesto un anticipo di 1400 € che avrei perso se il ricorso fosse stato respinto, cosa possibile per sua stessa ammissione. Una terza, che per altra serie di buoni, aveva agito con successo, ma diceva di non conoscere la nostra è, dopo che mi ero offerto di fornirle tutti i documenti, comprovanti le sentenze favorevoli già emesse per quella serie di buoni, non mi ha neanche più risposto.
Alla fine, seppur obtorto collo, abbiamo ingoiato il rospo, anche se come vede non digerito.
E non ritengo essere civile il Paese che, dopo sentenze univoche su un contendere, costringa i singoli a dover cercare d’intraprendere nuove azioni, invece di rendere automatici i successivi giusti rimborsi di quanto sottoscritto fra le parti, pena l’aggiunta di penali in caso di protervia, reiterata inadempienza.
Signor Marinozzi, il commentare dall’anno scorso questi fatti, non solo qui ma anche sui social, è quanto mi sono prefisso, per avvisare le persone in buonafede, di non fidarsi, perché nei prossimi trent’anni, Poste spa, potrebbero ancora comportarsi in questo modo, naturalmente, complice la politica tutta, anche quella che s’ingrassa dicendo di difendere gli ultimi.