di Simone Corazza e Maria Elena Grasso
Soprintendenza ad Ascoli e non a Fermo o Macerata? L’impronta di Vittorio Sgarbi c’è stata, la sua telefonata potrebbe essere stata decisiva, aver inciso nella scelta del ministro Franceschini.
Una decisione che ha generato aspre polemiche tra Fermo, Ascoli e Macerata. Basti pensare al duro scambio di accuse tutto interno al Pd tra il sindaco di Macerata Romano Carancini e l’assessore regionale Angelo Sciapichetti (leggi l’articolo). Oppure il botta e risposta tra l’altro assessore regionale Fabrizio Cesetti e il sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro. Ieri sera, in occasione del suo intervento al duomo di Fermo in occasione del Settenario della Madonna del Pianto organizzato dall’Arcidiocesi di Fermo, il famoso critico d’arte e deputato nel gruppo misto, non si è certo sottratto alle domande dei taccuini. E il quesito sull’assegnazione da parte del ministro Franceschini della sede della Soprintendenza Marche Sud ad Ascoli non poteva certo mancare. Sgarbi, come è nel suo stile, non è stato un uomo da ‘mezze verità’. Anzi oggi si scopre che è stato proprio lui a chiamare il ministro e a perorare la causa ascolana. Lui stesso si definisce «responsabile in parte della scelta» dopo, però, aver ricevuto la chiamata del sindaco di Ascoli che spingeva per ottenere la sede della nuova istituzione. E entrando nel merito della scelta, il critico d’arte crede sia stata una scelta «giusta».
Romano Carancini
«Sì, parliamo di un’impresa nella quale sono coinvolto perché quando hanno stabilito che fosse opportuna una Soprintendenza di Macerata, Ascoli e Fermo, ho ricevuto una telefonata del sindaco di Ascoli Piceno che mi diceva che loro ci tenevano ad averne la sede – racconta Sgarbi – Io ho chiamato Franceschini quindi sono io responsabile in parte di questa scelta che forse e comunque è la più logica e opportuna. Fermo avrà bisogno di una sede distaccata però io quando ho sentito di quest’idea e ho pensato all’importanza anche rispetto ai temi del terremoto che ha investito una parte dell’Ascolano, ho ritenuto che fosse giusta la richiesta del sindaco di Ascoli. Fermo, essendo un’importante città, ha buone ragioni ma immagino che, come accade con tutte le Soprintendenze, ce n’è una in cui c’è la sede e poi il lavoro degli ispettori si dirama nelle sedi delle altre città. Non credo quindi che sia un danno per Fermo. Certamente è un vantaggio per Ascoli Piceno ma lo è per tutti il fatto che vi sia una Soprintendenza in più che agisce su un territorio che è stato così ferito». E Carancini dal canto suo non l’ha proprio digerita. Criteri generali, astratti ed oggettivi? – ha scritto ieri sulla sua bacheca Facebook – Interesse delle comunità e delle persone coinvolte nella decisione? Nilla di tutto questo. Amici degli amici che si vantano di una scelta grazie alle conoscenze con Vittorio Sgarbi, puntualmente interessato, amico del ministro Dario Franceschini. Ecco come è avvenuta la scelta di Ascoli Piceno. Alla fiera dell’opacità partecipa anche il consigliere regionale Celani che non trova di meglio che prendere in giro maceratesi e fermani. Solo quello che si legge sarebbe abbondante per annullare la decisione in autotutela da parte del ministro Franceschini. Attendiamo. Per quanto riguarda Macerata ci batteremo fino alla fine. Contro un’ingiustizia. Per una scelta trasparente».
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Macerata è ora di cambiare la classe dirigente, a primavera l’occasione c’è.
Come il grande pittore Cimabue.
Sgarbi fa una cosa e ne sbaglia due.
Ma perché non si fa una padellata di affari suoi??
Sgarbi l abuso dei prodotti che usi sta alterando irrimediabilmente ituoi
neuroni trasformandoti da homo sapiens a capra.Smettila
Tranquillo, Gianfranco, adesso scende in campo il mitico Romano e ci pensa lui!
Più che tranquillo mi stai terrorizzando avvocato
🙂 🙂 🙂
Si crede il padreterno, capisce tutto luii, lo si vede ogni volta che appare in TV.
Ceriscioli è stato bypassato. Questione di Sgarbi quotidiani.
Rispetto ai temi del terremoto, credo che la scelta di Macerata sarebbe stata la più opportuna, tenuto conto del delicato ruolo della Soprintendenza nella ricostruzione e dei danni patiti dal “Cratere nel cratere”, come è stato definito il territorio maceratese
Ascoli è la città più dimenticata delle Marche, piena di storia e bellezze, le sue colline sono splendide.
La città a livello economico ha avuto più chiusure di aziende, trovo la scelta giusta, una buona spinta per la visibilità che potrà avere.
@ Agostinelli
Se il metro per scegliere la città è la chiusura delle fabnriche allora il distretto fermano e maceratese avrebbero avuto tutte le carte in regola, molto più di Ascoli, visto che negli ultimi 10 anni c’è stata una ecatombe, una moria, una pamdemia di aziende che hanno chiuso nel manufatturiero.
Tra l’altro in termini di “danni” derivanti dal terremoto anche qui le (ex) Province di Fermo e Macerata ne hanno subiti più di Ascoli
Se andiamo per valore culturale, Macerata, con la sua università, con lo Sferisterio, con padre Mattero Ricci e il contatto con la Cina, supererebbe di molto Ascoli Piceno. Pure per la sua posizione centrale nel territorio marchigiano… Di certo gli Ascolani sono bravi nel questuare e ricattare. Na sa qualcosa San Benedetto del Tronto, a discapito della quale Ascoli Piceno, che ha al suo attivo il mantenimento e la salvaguardia dell’antico aspetto medievale e la Meletti, ha fatto sempre la politica – concessa – della “panza mia fatte capanna”. Purtroppo Macerata, con la baldanza della sua cultura e di essere “capoluogo” provinciale (ancora per poco), in questa storia se l’è presa in saccoccia… Di chi la colpa? Dei Maceratesei “vrugnulù”, è ovvio.