“Diamo un calcio a Salvini”
Minacce di morte all’Ancona Respect
«Avanti con l’impegno sociale»

IL CASO - Bufera contro la società sportiva dopo lo striscione esposto nel giorno della visita del leader leghista. I dirigenti spiegano perché è stato mostrato e ribadiscono lo scopo della scuola calcio: aggregazione, inclusione sociale, lotta al razzismo. Intanto il team è stato bersagliato da frasi minatorie. Una di queste faceva riferimento al massacro di Pamela Mastropietro: «Spero che qualche amico di Oseghale entri in azione con le vostre mogli e figlie»

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Ancona Respect (foto di Arianna Moroni)

 

«Diamo un calcio a Salvini. All’interno della cornice di una partita di pallone. Un atto politico, sicuramente sì. Ma vederci un incitamento alla violenza è davvero un esercizio da equilibristi». Così la società sportiva Ancona Respect rompe il silenzio dopo la bufera che s’è innalzata a partire dal 23 dicembre, quando sul campo da gioco è stato mostrato lo striscione ‘Diamo un calcio a Salvini’ prima del fischio di inizio di una partitella in cui hanno partecipato allenatori, dirigenti, prima squadra femminile, giovanili e under 12. Sul caso, che ha preso una piega nazionale, sono intervenuti anche il senatore leghista Arrigoni e quello forzista Battistoni. Nel frattempo, mail e pagina Facebook della società sono state prese d’assalto da insulti e minacce. In posta elettronica è arrivata una lettera anonima con riferimento alla morte di Pamela Mastropietro: «Io spero che qualche amico di Oseghele fa alle vostre figlie, alle vostre mogli, alle vostre sorelle, alle vostre madri quello che Osegheale ha fatto alla povera Pamela a macerata, magari con voi legati a guardare». Altre minacce sono state allegate dalla società al lungo comunicato pubblicato sulla pagina Facebook. Una lunga nota dove viene ribadita la natura della società, il motivo dello striscione apparso all’antivigilia di Natale e un messaggio al senatore Arrigoni. Quella del 23 dicembre «non era una partita giovanile – specifica l’associazione – Non era una partita di beneficenza. Nessuno ha strumentalizzato nessuno. Era una partita interna alla nostra società, tra tutte persone ben consapevoli del nostro impegno sociale e politico ancor prima che sportivo. Impegno politico che abbiamo deciso di manifestare prima del calcio d’inizio, quando ci siamo fotografati con uno striscione con su scritto ‘Diamo un calcio a Salvini” per protestare contro la presenza del leader della Lega in città. Quello che è il vero incitamento alla violenza risiede nelle centinaia di messaggi che abbiamo ricevuto nelle ultime 48 ore dopo che la pagina Facebook nazionale della Lega ha condiviso, decontestualizzando e strumentalizzando, la nostra foto col suddetto striscione: inviti ad essere stuprate, violentate, uccise. Frutto della propaganda social, della tempesta alzata ad arte dagli odiatori di professione della rete grazie al ben oliato meccanismo denominato “shit-storming” tendente a reprimere ogni forma di dissenso bombardando ogni canale social della vittima di turno di insulti. Oggi noi, domani qualcun’altro». pamela-1-650x612E ancora:  «Ma noi continueremo a portare avanti il nostro messaggio. Chiunque ci conosca sa del nostro attivismo politico. Tutti i genitori delle ragazze e dei ragazzi iscritti alla nostra scuola calcio sanno del nostro impegno sociale, politico e sportivo. La nostra società, denominata Ancona Respect, si batte per l’accesso allo sport, all’inclusione sociale e al connubio tra sport, socialità e dunque di conseguenza politica da sempre. Abbattiamo i prezzi di mercato delle iscrizioni alla scuola calcio per permettere a chiunque di praticare sport. Aperti a chi viene emarginato perché non a livello degli altri. La nostra sede, fulcro dell’attività ludica del nostro quartiere è punto di incontro e socialità per genitori, figli, persone in difficoltà, combattendo la solitudine e la povertà. Noi siamo il popolo, quello vero, che esce ancora di casa per aiutarsi a vicenda, per creare momenti di aggregazione tra individui di ogni età e nazionalità. Esponiamo da anni, ad ogni nostra partita, lo striscione ‘Chi ama lo sport, odia il razzismo’. Essere contro ogni tipo di discriminazione, in Italia nel 2019, significa essere contro quei leader politici che provano a dividere per acquisire voti, che lisciano il pelo ai peggiori istinti. Che dicono di essere dalla parte del popolo quando del popolo non lo sono neanche mai stati. Noi siamo il popolo. Con le nostre attività di quartiere quotidiane, basate sul volontariato. Voi siete solo capaci di odiare e insultare da dietro una tastiera. Vi invitiamo a provare a riviverlo il paese. Vi invitiamo a venirci a conoscere. Vi invitiamo a poggiare quel telefono dal quale anche in questi giorni di festa siete riusciti a scrivere le peggiori amenità e a venire con noi, nel mondo reale là fuori, a divertirci nella convivialità della socialità, che significa anche, goliardicamente, dare un metaforico calcio a chi ci vuole divisi, quando noi uniti stiamo bene e vogliamo restarci».

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Paolo Arrigoni, responsabile Lega Marche

Il messaggio al senatore Arrigoni:  «Facciamo presente che il factotum della Polisportiva Alessio Abram, così da lui denominato, è una persona da anni impegnata nell’attività sociale per l’inclusione di molti giovani migranti che attraverso lo sport possono affermare il loro diritto di cittadinanza. Molti di questi, nati in Italia, e purtroppo non riconosciuti dal nostro stato sopratutto per colpa di partiti come quello della Lega, grazie all’impegno quotidiano della Polisportiva hanno trovato uno spazio di socialità fuori dai pregiudizi. In merito alle condanne citate dall’ autoproclamato giudice Arrigoni, cogliamo l’occasione per offrigli in dono il libro ‘Un calcio alle sbarre’ scritto da differenti uomini di cultura e poi presentato alla Camera dei Deputati in occasione della persecuzione giudiziaria ai danni di Alessio Abram. Gli e lo faremo recapitare con l’augurio di un sereno anno nuovo, che sterzi la direzione verso una vitta ricca di umanità, tolleranza e fratellanza».

 

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