Disturbi respiratori del sonno,
a Macerata centro d’eccellenza

SANITA' - L'ambulatorio specialistico del reparto di Pneumologia guidato dalla dottoressa Marchesani è stato accreditato dall'Associazione italiana di medicina del sonno. Le apnee notturne riguardano una fetta importante di popolazione e costano al sistema sanitario nazionale circa 31 miliardi di euro l'anno, di cui il 96% prevenibili con un corretto trattamento
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Alessandro Maccioni e Francesca Marchesani

 

Un ambulatorio specialistico per la diagnosi e il trattamento dei disturbi respiratori del sonno. Questa la realtà attiva nel reparto di Pneumologia dell’ospedale di Macerata, diventata un punto di riferimento regionale grazie al team guidato dalla dottoressa Francesca Marchesani, una delle pochissime in regione a essere iscritta all’albo degli esperti nazionali della materia. Ogni anno l’ambulatorio effettua oltre 1200 visite e circa 800 esami strumentali (svolti perlopiù a domicilio). Recentemente il centro è stato accreditato anche dall’Associazione italiana di medicina del sonno (Aims).

Il centro si occupa in particolare della sindrome delle apnee ostruttive nel sonno, un disturbo respiratorio caratterizzato da ripetuti episodi di completa (apnea) o parziale (ipopnea) ostruzione delle vie aeree superiori associati a riduzioni dei valori della saturazione di ossigeno nel sangue. I sintomi notturni sono rappresentati da russamento, pause respiratorie nel sonno, sonno agitato, risvegli con sensazione di soffocamento, frequente necessità di andare al bagno o eccessiva sudorazione notturna. Le conseguenze diurne di questa sindrome, che incidono negativamente sulla qualità di vita, sono rappresentate da sensazione di sonno non ristoratore, cefalea, sonnolenza diurna (con riduzione dei riflessi e conseguente aumentato rischio di incidenti stradali), disturbi della memoria, deficit cognitivi, ridotta perfomance lavorativa e, in misura minore, depressione e impotenza. Le ripetute apnee ed ipoapnee determinano, inoltre, modificazioni della frequenza cardiaca e dei valori della pressione arteriosa sistemica e polmonare, mentre la riduzione dei livelli di ossigeno del sangue si traduce in un rilascio di marcatori di infiammazione con un incremento del rischio di sviluppare patologie croniche come malattie cardiovascolari tra cui infarto del miocardio, fibrillazione atriale, ictus, diabete mellito, insufficienza renale e cancro.

Secondo i dati degli ultimi studi europei e mondiali, circa il 49 percento degli uomini e il 24 percento delle donne è affetto da questa patologia e si stima che in Italia, a fronte di almeno 7 milioni di persone affette, circa 4 milioni soffrano della forma moderata-grave. Una patologia, tanto diffusa quanto poco diagnosticata, tale da avere un enorme impatto sia economico che sociale, con costi totali per il sistema sanitario nazionale stimati in circa 31 miliardi di euro annui, di cui ben il 96 percento prevenibili da un corretto trattamento.

 



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