Un momento dello spettacolo
Un invito a non cadere nell’indifferenza, a non girarsi dall’altra parte, perché può succedere a chiunque. Francesca Baleani lunedì sera al teatro Lauro Rossi ha rotto il silenzio dopo quel terribile 4 luglio 2006.
Francesca Baleani
L’ex marito Bruno Carletti si presentò alla porta di casa con la colazione. Pochi minuti e iniziò l’incubo: il filo del telefono intorno al collo, l’uomo che la chiuse in un sacco nero e la gettò in un cassonetto, a Corneto. Dopo 13 anni, quella storia che sconvolse Macerata e non solo, è diventata un monologo teatrale. “Non sono stata finita”, questo il titolo del poemetto per corpo, voce e pianoforte, che l’autrice, Clara Galante, ha interpretato lunedì scorso, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, accompagnata al pianoforte da Cinzia Pennesi. Sul palco il dramma vissuto da Francesca Baleani e il suo percorso di rinascita. Alla serata, organizzata dal Comune hanno partecipato molti rappresentanti delle forze dell’ordine, tra cui il prefetto Iolanda Rolli, il procuratore Giovanni Giorgio, il questore Antonio Pignataro e il comandante provinciale dei carabinieri Michele Roberti. A loro, alle forze dell’ordine, è andato anche il ringraziamento della Baleani.
(foto Falcioni)
Francesca Baleani e il sindaco Romano Carancini
Carla Baleani, sorella di Francesca
L’assessore Federica Curzi con Francesca Baleani
Brava Francesca ❤
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Francesca Baleani fu salvata da Andrea Stortoni, un ragazzo diciottenne che, sentendo un lamento strozzato mentre stava in giardino a fumarsi una sigaretta, non fece finta di niente: aprì quel cassonetto (a Montanello, non a Corneto) e chiamò il 113, alle 11,20 del 4 luglio 2006. Macerata non ha mai fatto davvero e fino in fondo i conti con quella mattina di botte e di sangue. Ma quella donna spezzata, infilata in un sacco e gettata tra la spazzatura “non è stata finita”, appunto. Francesca Baleani, viva e libera, sta in piedi sul palcoscenico proprio del teatro Lauro Rossi; guarda dritto negli occhi la sua città; parla chiaro ma senza odio e rancore: una serata da ricordare.
Basta con queste cose che danneggiano tutti.
Caro sig. Romagnoli le vorrei sommessamente segnalare che “Tutti coloro che dimenticano il loro passato sono condannati a riviverlo.” (Primo Levi)