Le indagini della Squadra mobile di Ancona sono partite diversi mesi fa e stamattina i poliziotti della Questura insieme agli agenti della sezione giudiziaria della Polizia locale hanno fatto scattare l’incursione a sorpresa negli uffici comunali di Ancona. Sono entrati a Palazzo del Popolo, per arrestare in custodia cautelare un funzionario indagato per il reato di corruzione aggravata, accompagnandolo fuori dal Comune, in via XXIV Maggio, tra lo stupore dei colleghi e dei numerosi presenti. La sindaca di Ancona, Valeria Mancinelli ha convocato una conferenza stampa.
Nel frattempo la Squadra Mobile ha confermato di aver attivato, nelle prime ore della mattinata, l’operazione coordinata dalla Procura di Ancona dando esecuzione a 5 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di un dipendente pubblico in servizio al Comune di Ancona e di 4 imprenditori del settore edilizia ritenuti responsabili di corruzione aggravata. L’articolata e complessa attività investigativa, iniziata nell’autunno del 2018, ha visto come principale protagonista il pubblico ufficiale del Comune di Ancona il quale, violando quelli che sono i principi cardine del buon andamento della pubblica amministrazione, ovvero il principio di trasparenza, economicità, correttezza, nonché inosservante del rispetto del principio di rotazione degli inviti e delle assegnazioni dei lavori e ne liquidava il compenso in modo diretto e sistematico sempre alla stessa rosa di ditte “amiche” comprese in un vero e proprio “cartello”, una moltitudine di lavori in gran parte mai eseguiti e, in altri numerosi casi eseguiti solo in parte e per un valore di gran lunga inferiore a quello corrispondente al denaro pubblico erogato. in cambio il dipendente pubblico riceveva dagli “imprenditori amici” ogni forma di illegittima utilità riscontrata durante l’attività di indagine. Nel corso dell’attività investigativa sono emersi altri fatti delittuosi che hanno coinvolto altre 30 persone, indagate, a vario titolo per i reati di abuso d’ufficio; falsita’ materiale e ideologica in atti pubblici; turbata liberta’ degli incanti ed in materia ambientale; truffa aggravata ai danni dello stato finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche e rifiuto di atti d’ufficio. Sono tutt’ora in corso anche 10 perquisizioni locali delegati dall’Autorità Giudiziaria a carico di parte degli indagati implicati a vario titolo nella vicenda giudiziaria.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Tutto ciò in Italia???? strano… rimango veramente esterrefatto…
C’è qualcosa che vagamente mi ricorda la vicenda del Cosmari e degli appalti sotto soglia.
Per quanto finisce l’aggiornamento mezza Ancona sarà sotto interrogatorio. Però, così fan tutti e non credo che questi vezzi abitudinari siano estranei ad altri consorziati simili. Ma bisogna pur vivere e oggi tutto fa brodo. Diciamo che a volte si preferisce corrompere se vuoi lavorare ed è chiaro che le rose delle aziende possono essere sempre le stesse. Magari molte altre corromperebbero volentieri ma non si trovano nella possibilità di farlo. Se poi entriamo a gamba tesa nel fantasmagorico mondo dei contributi pubblici, chissà dove si andrebbe a finire. Fin qui la politica sembra estranea, ma come disse Racchia, ” qui non si muove foglia che Recchia non voglia”. Certo un Recchia ci sarà anche qui, ma tutto questo vespaio che riguarda il pubblico e che per tanto finirà in una bolla di sapone, a che serve? Ma che davvero davvero, da quanto c’è la Lega e FdI, siamo diventati tutti onesti. Ma qui mi sembra si stia parlando d’italiani dove anche se compri un etto di mortadella non sai mai cosa c’è dietro , forse nemmeno quella. Quando si fanno inchieste del genere, non devono essere fatte solo a Ramengo e non a Cormannaro che sta a pochi chilometri e che fa parte della stessa provincia e della stessa Regione e dove non è possibile che li non si faccia ciò che a Ramengo è prassi. Ma non è meglio non spendere tutti questi soldi in indagini che poi finiscono in prescrizione in distribuzioni pasti caldi per dissidenti sociali e poi odiosamente c’è quasi sempre chi si erige a paladino della Giustizia fino in fondo, magari dicendo che pur di provare la propria innocenza, mai e poi mai usufruirebbe della prescrizione. Non si fa in tempo a dire che volendo può usufruirne che ha già firmato e sta brindando al bar farneticando sulla giustizia che gli ha riconosciuto interamente la sua estraneità ai fatti. CIVITANOVA DOCET. Sbaglio o quest’inchiesta e cominciata prima del famoso decreto sulla corruzione votato il 18 novembre 2018? Sembra che sia stata iniziata nell’autunno del 2018 e voglio sperare che anche senza decreto il risultato ottenuto fino adesso sarebbe stato raggiunto lo stesso e che non siano quattro norme da centro destra e sinistra a dare l’ordine di giornata per cui sennò l’indagine non sarebbe partita. Ci sono talmente tante di quelle leggi che ogni volta che ne fanno una nuova magari ce n’erano dieci simili ma un po’ di fumo negli occhi bisogna sempre buttarlo. Quindi non vorrei che uscisse il politico di turno ad esigere il riconoscimento per l’azione investigativa, anzi vorrei che venisse fuori il politico della situazione con tutto il codazzo di complici che non può non esserci. Ormai siamo abituati ad essere sulla stessa linea, togliamo i santi che pure dicono di esistere e abbracciamoci fraternamente tra banditi di ogni sorta, tagliagole da barzelletta, corrotti da operetta e incorruttibili con le lacrime agli occhi perché nessuno li ha cercati, Inutile tentar di coprire con dello Chanel l’orrendo puzzo della finta integrità che incancrenisce.