«La società esprime soddisfazione per i risultati acquisiti dalla squadra in questa prima parte di stagione che sono valsi un bottino di 17 punti con una media superiore ai 2 a partita. L’obiettivo è quello di migliorarci perché c’è chi ha fatto anche più di noi. Piena fiducia in questo staff tecnico e nei giocatori per il raggiungimento dell’obiettivo fissato dal club». In queste poche righe, inviate nel tardo pomeriggio alle redazioni, la versione ufficiale della Maceratese.
Ma andiamo con ordine. Il presidente Crocioni dopo il sofferto successo biancorosso di sabato a Monterubbiano, fanalino di coda del girone B di Promozione, era arrabbiato per la prestazione offerta dai suoi e contrariato da quanto visto, tanto da imporsi il silenzio stampa (leggi l’articolo). Lunedì alla ripresa degli allenamenti la proprietà ha confermato l’intenzione di andare avanti mister Marinelli. Ma in questi giorni avrebbe contattato altri allenatori per sondarne la disponibilità. L’ipotesi più probabile sembra concedere un’altra opportunità a Marinelli ma, nel frattempo, avendo già pronto il nome del sostituto in caso risultati o prestazioni non coincidano con quanto richiesto della proprietà.
Uno dei nomi caldi per l’eventuale sostituzione di Marinelli è quello di Francesco Nocera, ex tecnico dell’Anconitana con cui ha vinto lo scorso campionato di Promozione e poi della Coppa Marche proprio contro la Maceratese sarebbe già stato un approccio nei giorni scorsi fra il club e il mister che avrebbe dettato le sue condizioni per tornare ad allenare nel capoluogo. Ma non è sicuramente l’unica opzione che la società valutando, visti i tanti tecnici che non hanno iniziato la stagione alla guida di una squadra: qualcuno si è proposto, qualcun altro è stato contattato. Le opzioni non mancano di certo: gli ex Tolentino Aldo Clementi e Matteo Possanzini , l’ex Montefano e Chiesanuova Giuliano Fondati, l’ex Maceratese Sauro Trillini e l’ex Civitanovese Emiliano Da Col sono tutti allenatori senza squadra e protagonisti nel recente passato di campionati ai massimi livelli regionali. Insomma è la volontà della società, e del suo presidente, a contare in un momento delicato ma che, ad ogni modo, sorride alla Maceratese visto che comunque la squadra è imbattuta da quattro giornate e terza a soli due punti dalla Civitanovese capolista.
Intanto Alessandro Savi, consigliere comunale della lista Macerata Capoluogo di Maria Francesca Tardella, ha inviato una lettera aperta al presidente Crocioni: «Mi sento di rivolgerle innanzitutto un doveroso e caloroso ringraziamento per aver riportato in vita la gloriosa Società Sportiva Maceratese. Questa scelta non era affatto scontata e le fa onore. Non era da tutti né per tutti, infatti, assumere una responsabilità così grande: la storia biancorossa è estremamente impegnativa sia per il valore oggettivo che essa rappresenta, sia per l’impegno morale che inevitabilmente comporta il solo fatto di rappresentarla. La Maceratese è di tutti, non è un patrimonio individuale ma collettivo. Appartiene a tutti coloro che, nel corso di quasi un secolo di storia, hanno gioito e sofferto per la maglia biancorossa dedicando ad essa tempo, risorse, energie, in taluni casi intere vite. Avrà letto le riflessioni che Luca Pistola, tifosissimo della nostra Rata, ha affidato a Facebook: con straordinaria lucidità ha analizzato i recenti eventi luttuosi che hanno riguardato i due ragazzi, Sciarabba e Arigoni, ponendo in relazione tali eventi con la scomparsa della Società Sportiva Maceratese. Certo, sarebbe da sciocchi il solo pensare ad un rapporto di causa ed effetto: anche per i più appassionati, il calcio resta sempre un fatto marginale rispetto alla complessità della vita ma, di fatto, contribuisce a volte a riempire la vita stessa di una passione in grado di generare, a sua volta, appartenenza, militanza, spirito di gruppo. Scrive Pistola: “intorno alla Rata c’era un tessuto sociale importante. Andare in curva significava entrare in un settore dove ci si conosceva tutti e si condivideva tutto, si rideva e scherzava sulle serate passate insieme i giorni prima. Entrare in curva era come entrare in camera tanta era l’intimità”. E’ una somma verità. Anche per me che non frequento la curva da decenni, entrare in tribuna è come entrare in casa mia perché, dopo quarant’anni di ininterrotta “militanza” biancorossa, si entra in un ambiente in cui conosci tutti e con tutti scambi un saluto ed una battuta scherzosa. Continua Pistola: “questo ci è mancato negli ultimi tre anni: la spensieratezza. La vita non era facile nemmeno allora ma tutti uniti la si affrontava meglio e con quel pizzico di leggerezza che ora abbiamo perso”. Eccola l’appartenenza, la fratellanza di cui parlavo poc’anzi. Non c’è antidepressivo che regga il confronto rispetto al sentirsi parte di un tutto che condivide gioie e dolori per una maglia che gronda storia come quella biancorossa. Li sente quegli accenni di cori che, dapprima timidamente, poi sempre più spavaldamente si levano dalla tribuna ogni domenica? Ebbene: quei cori, quell’appartenenza, quella fratellanza, quella spensieratezza meritano di ritornare dove sono nati e dove hanno spinto alla vittoria, domenica dopo domenica, i nostri beniamini. Quel posto è la curva, non la tribuna. Provi a riaprirla, caro Presidente. Chieda all’amministrazione comunale di dare una mano di vernice a quei gradoni che ogni domenica anneriscono sempre di più e la riapra. Faccia pagare un biglietto d’ingresso ad un prezzo simbolico a questi ragazzi. Provi a pensare in grande, provi a pensare di rappresentare una società che milita ancora nei calcio professionistico. Vedrà che la risposta dei tifosi la sorprenderà. Non si lasci intimorire dai gruppetti di leoni da tastiera buoni soltanto a criticare e a demolire gli sforzi enormi di persone che, come lei, hanno avuto il coraggio di farsi carico di una società che ha una storia secolare.Ascolterà quei cori crescere sempre più e, da timidi ed estemporanei, divenire appassionati e pieni d’amore».
(redazione CM)
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