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Fratelli d’Italia in visita al cratere:
«La ricostruzione che non c’è»

SISMA - Una delegazione sul territorio terremotato: prima la zona rossa di Camerino, poi San Ginesio, quindi Tolentino, per la conferenza stampa di presentazione delle iniziative parlamentari e regionali del gruppo capitanato da Giorgia Meloni

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I delegati in visita alla zona rossa di Camerino

 

Una delegazione di Fratelli d’Italia, sabato scorso, ha visitato i punti nevralgici del cratere marchigiano. Prima la zona rossa di Camerino, dopo un anno dall’ultima volta, poi San Ginesio, per un focus sulle problematiche che bloccano la ricostruzione della scuola, quindi a Tolentino, per presentare le iniziative parlamentari e regionali di Fdi. “A tre anni dal sisma, la ricostruzione che non c’è…”, ecco il nome della conferenza stampa alla quale hanno preso parte gli onorevoli Francesco Acquaroli e Paolo Trancassini, il capogruppo Fdi in consiglio regionale, Elena Leonardi, il coordinatore provinciale, Massimo Belvederesi, e l’assessore del comune di Tolentino, Francesco Colosi.

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La conferenza stampa a Tolentino

«Fratelli d’Italia non si occupa da oggi di terremoto – afferma il capogruppo Leonardi – voglio portare uno spaccato dell’attività regionale, in Consiglio ho presentato 28 atti, tra mozioni, interrogazioni, proposte di legge, alcune delle quale sono ancora in fase di discussione. Cerchiamo di avere risposte dalla Regione, una chiarezza che fino ad oggi non c’è stata, figlia di una gestione del terremoto che spesso ha visto come destinatari degli aiuti territori ben lontani da quelli più colpiti. Siamo al fianco di tutti gli amministratori, di tutte le popolazioni che non meritano il trattamento avuto fino ad oggi». «Nel silenzio di chi non ha voluto sfruttare politicamente questo dramma – aggiungo l’onorevole Acquaroli – Fratelli d’Italia lavora e propone alla ricerca di soluzioni. Il nostro leader nazionale, Giorgia Meloni, è stato l’unico che non ha usato il terremoto come una passerella. Stiamo cercando di costruire un’alternativa a un modello che non funziona. Dopo tre anni non esistono tempi certi per la ricostruzione: siamo ancora impegnati in un sistema assistenzialistico dei terremotati e di tempi infiniti per l’approvazione delle pratiche di ricostruzione pubblica e privata». E’ entrato nel merito della proposta di legge quadro il deputato Trancassini, “Norme in materia di gestione degli eventi emergenziali di rilievo nazionale”, presentata ormai lo scorso febbraio.

fdi-sisma-2-325x244«Da mesi abbiamo accolto quello che Conte, in visita giovedì scorso, ha detto di voler fare – spiega Trancassini -. Abbiamo lavorato ad una proposta normativa depositata a febbraio per la gestione delle emergenze, e siamo partiti da quello che in Italia ha funzionato. Abbiamo pensato di dividere una calamità in tre momenti: in primis, quello dell’emergenza. Di riferimento è stato il modello L’Aquila, il modello Bertolaso, il modello di un uomo che immediatamente prende in mano le redini di quel territorio e organizza i servizi di base e i servizi essenziali. Il secondo è quello della ricostruzione, e tutti sanno che l’unica che ha funzionato in Italia è stata quella del Friuli: lo Stato si rese conto che senza dare i pieni poteri ai sindaci, unici conoscitori dei propri territori, non sarebbe stato possibile ricostruire. Terzo aspetto sono quegli aiuti sui quali si balbetta: non si può continuare ad andare avanti a proroghe, bisogna avere una norma chiara che sin da subito dia una spinta alle popolazioni colpite per riappropriarsi della propria identità e della propria comunità».

 

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