Il convegno di questa mattina
di Mauro Giustozzi (foto Fabio Falcioni)
Istituzioni, Commissario per la ricostruzione, reti professionali d’impresa, sindacalisti e professionisti impegnati nelle opere post sisma si sono interrogati in un seminario svoltosi questa mattina in un affollato Multiplex a Piediripa sulla efficacia e validità del Durc di congruità nella ricostruzione. Anche in relazione all’utilizzo, positivo, che del Durc ha fatto la vicina regione Umbria in situazioni analoghe.
Piero Farabollini
Il Durc, acronimo di Documento unico di regolarità contributiva, è l’attestazione dell’assolvimento, da parte dell’impresa, degli obblighi legislativi e contrattuali nei confronti di Inps, Inail e Cassa Edile. Con il termine “regolarità contributiva” si intende la correttezza nei pagamenti e negli adempimenti previdenziali, assistenziali ed assicurativi rilevati alla data della richiesta e riferiti all’intera situazione aziendale. L’incontro è stato aperto dagli interventi del Commissario straordinario alla ricostruzione Piero Farabollini, di Carlo Trestini, presidente Cnce e Paola Passeri presidente del Collegio provinciale dei geometri. Maurizio Paulini, presidente dell’Ordine degli ingegneri maceratesi ha introdotto i lavori prima degli interventi di Paolo Moressoni per le Reti professioni tecniche e di Giovanni Carapella direttore Cnce prima che Andrea Ruffini, della Cassa edile di Perugia raccontasse l’esperienza vissuta in Umbria. Il focus è stato soprattutto sull’ordinanza commissariale 78 che ingloba la fase di progettazione e direzione dei lavori.
«Crediamo che questa ordinanza risponda alle esigenze sollevate dai professionisti – ha detto Piero Farabollini- perché voglio ricordare che l’ordinanza sul Durc di congruità aveva sollevato diversi problemi tempo fa proprio per non aver coinvolto in prima battuta la rete delle professioni tecniche. Essendo un’ordinanza che invece andava nella direzione di creare uno strumento che permettesse una ricostruzione di qualità e in sicurezza. Però senza tenere conto di alcune osservazioni e proposte che la rete delle professioni aveva fatto. Alla luce di ciò era stato avanzato dal consiglio nazionale degli ingegneri un ricorso. Noi abbiamo ripreso allora quella ordinanza, rimesso attorno a un tavolo tutti gli attori coinvolti per capire come poter intervenire per rendere più agevole questo strumento. Fatto ciò abbiamo ripreso l’ordinanza, non modificandone il senso, ma intervenendo nel facilitare le responsabilità di vari protagonisti chiamati in causa nel processo del Durc di congruità. Attribuendo le competenze a chi le doveva avere».
Resta il fatto che per cambiare questa ordinanza c’è voluto un anno, durante il quale lo strumento del Durc di congruità è stato raramente utilizzato: basti pensare che alla Cassa Edile di Macerata sono giunte appena 3 richieste di tale documento. «Il Durc è partito nell’agosto 2018, è vero –ha rimarcato Farabollini- ma obbligava ad un anno di sperimentazione. Quella ordinanza diventava efficace solo dopo questo lasso di tempo. Quasi un anno: io sono subentrato ad ottobre e l’ordinanza è stata emanata un mese fa. Però noi abbiamo fatto salvo il contenuto di quella ordinanza nella tempistica: sul fronte della ricostruzione la norma è delicata, forse ingessa più di quanto inizialmente si potesse pensare. Però se si collabora tra Usr, vice commissari, Comuni, rete delle professioni tecniche, molte questioni vengono risolte. Non dà l’immagine del cantiere subito aperto ma snellisce di molto la procedura». Anche da parte del presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia c’è soddisfazione nelle modifiche che sono state apportate nell’ordinanza che riguarda il passaggio relativo al Durc di congruità. «Con l’ordinanza 78 questo strumento è stato rivisto rispetto all’ordinanza 58 –afferma Maurizio Paulini- emanata senza sentire le professioni che avrebbero dovuto applicarla. L’abbiamo contestata perché dava compiti specifici al direttore lavori e coordinatore sicurezza ai professionisti presenti in cantiere di responsabili del cantiere dalla mattina alla sera. Fuori da ogni normativa nazionale in merito alle competenze. Con la 78 si è giunti invece a modificare lo stato delle cose, demandando al direttore dei lavori, al progettista e coordinatore i compiti che prevede il Dpr 380, lasciando alla Cassa Edile il controllo del Durc di congruità la quale in caso di difformità chiederà al direttore lavori chiarimenti che è la persona che gestisce il cantiere. Restano i problemi che attanagliano la ricostruzione: la definizione di un percorso condiviso e certo sulle norme che chiediamo: su questo il commissario Farabollini ha istituito un tavolo tecnico-sismico per cercare di limare quei paletti che ancora come reti delle professioni ci troviamo ad affrontare, compresa la valutazione in fase istruttoria delle pratiche e una maggiore fluidità delle stesse».
Anche per la categoria dei geometri il Durc di congruità rappresenta uno strumento con cui fare i conti nel loro lavoro quotidiano sul fronte della ricostruzione post sisma. «La finalità di questo strumento è certamente positiva –ha ribadito la presidente del Collegio dei geometri, Paola Passeri- per questo noi l’abbiamo accolta positivamente assieme alle arti sociali e agli ordini professionali. Abbiamo in sinergia messo assieme questo Durc di congruità assieme al commissario Farabollini. E’ chiaro che per le Marche arriva in un momento non certo di ordinarietà mentre in altre regioni il Durc già funziona bene. Le categorie si mettono a disposizione anche in questa fase: lo spirito, le finalità sono positive, ci crediamo. Per quanto riguarda l’intero pacchetto della ricostruzione basta guardare indietro ma è necessario che tutti facciamo la nostra parte, è chiaro che ci aspettiamo da parte del governo, della politica, che venga finalmente sciolto il nodo delle nostre parcelle che devono essere pagate, è ora che i professionisti possano andare avanti perché sono trascorsi oramai quasi tre anni dal terremoto e auspichiamo che questo snellimento da tanti promesso sia veramente attuato».
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Siamo ancora ai convegni e dalla scena politica il terremoto è scomparso.Dopo la povertà abbiamo abolito il terremoto.Forse qualcuno pensava che dopo i selfie con Nonna Peppina il Capitano facesse il miracolo per le zone disastrate.Invece l’unico miracolato è lui!Meditate gente,meditate!
E ci risiamo, parlano tutti, sono tutti scienziati, i tecnici come al solito si defilano sempre da tutto quando c’è da controllare e chi ci rimette sono sempre le nostre imprese locali che lavorano e con questo benedetto terremoto MAI SI RISCUOTE o comunque con tempi biblici alla faccia della normativa Europea che dice che il “Pubblico”deve pagare massimo entro sessanta giorni.Poi, come più volte detto, voglio proprio vedere come faranno quelle imprese che non sono iscritte alle Casse Edili ad avere il DURC di Congruità (vedarsi imprese s.n.c. o imprese familiari tutte senza dipendenti e c’è ne sono molte anzi con questi costi di dipendenti edili ve ne saranno sempre di più)per le quali tutti i passaggi che stì scienziati si sono inventati, Cassa Edile che chiede al D.L., il D.L. che non saprà cosa rispondere, ecc, ecc, sti poveri cristi mi sapete dire qualcuno dei presenti, e lo chiedo al Direttore di Perugia con il quale a suo tempo già mi scontrai ma tanto loro fanno come gli pare vedasi il terremoto del 97 o al Commissario Farabollini , queste imprese quando vedranno allungarsi i tempi delle riscossioni?