RisorgiMarche, ambientalisti critici:
«Concerti lontani dai centri terremotati
e in aree protette»

FESTIVAL - Polemica di nove associazioni sulla scelta delle location

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Il concerto di Jovanotti dell’anno scorso

 

«Non possiamo che ringraziare Neri Marcorè che è stato l’unico personaggio pubblico marchigiano ad aver realizzato una serie di iniziative che sotto il nome di RisorgiMarche dichiarano l’intenzione di dare “una mano e mantenere alta l’attenzione” sulle conseguenze del terremoto. Come non essere d’accordo con l’iniziativa? Purtroppo neanche quest’anno ci trova d’accordo la localizzazione degli eventi che noi desidereremmo vicini ai centri urbani terremotati e lontani dai prati delle montagne». Sono le parole dell’alleanza delle associazioni ambientalistiche delle Marche (Gruppo di intervento giuridico, Italia Nostra, Lac, Lav, Lipu, Lupus in Fabula, Pro Natura, Forum Paesaggio, Wwf) che pur plaudendo al festival che ormai da tre anni è diventato uno degli appuntamenti di punta della nostra regione, criticano la scelta delle location scelte per i concerti.  «Primo motivo – spiegano le associazioni – è che i residenti che cercano di risorgere si trovano attorno a quel che resta dei centri abitati dove hanno localizzato le iniziative di ripartenza economica con le prime botteghe e ristori, al di fuori delle “zone rosse”. Se si vuole “dare una mano” concreta, anche sotto l’aspetto economico, è lì che bisogna portare gli amanti della musica e dei concerti all’aperto. Il secondo motivo è che i prati delle montagne non hanno bisogno della pressione di migliaia di persone che, anche con la adozione di misure precauzionali, in ogni caso comporta la distruzione della flora, la modifica dell’habitat naturale, il disturbo con il rumore della fauna e dell’avifauna presente, l’aumento dei rischi di incendio».

jovanotti-risorgimarche-foto-Andrea-Petinari-25-650x433Gli ambientalisti poi fanno notare che i siti scelti da RisorgiMarche «risultano essere inseriti nel Piano paesistico ambientale regionale e precisamente due siti (Spelonga nel parco nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga e Monte Fraitunno nel parco nazionale dei Monti Sibillini) sono in aree BA, di “eccezionale valore ambientale” dove le norme tecniche indicano “la presenza di specie vegetali endemiche e rare o in via di estinzione, peculiari della regione Marche” che le classifica come “emergenze botanico-vegetazionali”. In queste aree – continua l’alleanza – occorre adottare “misure protettive evitando in particolare il danneggiamento di tutte le specie vegetali”. Entrambe le zone sono anche aree floristiche protette (n.75 e n. 85) dove è prevista la tutela integrale della flora. Cinque siti (Poggio San Romualdo all’interno del parco regionale della Gola della Rossa e di Frasassi, Piani di Monte Torroncello, Monte Gemmo, Macereto nel parco nazionale dei Monti Sibillini, Dosso Vallonica) sono in aree BB, “di rilevante valore ambientale” dove le norme tecniche indicano “la presenza di associazioni vegetali di grande interesse, elementi maggiormente condizionati da fenomeni di antropizzazione” e dove “devono essere promossi interventi di conservazione per la ricostruzione degli ambienti naturali”. A tal proposito sono state effettuate le valutazioni di incidenza previste per legge?».  Da qui la conclusione. «Sarebbe molto importante – l’appello delle associazioi – se i protagonisti del mondo dello spettacolo, per primi, dimostrassero una maggiore sensibilità ai temi della tutela dell’ambiente e se chi è chiamato a fornire le autorizzazioni sapesse indirizzare la scelta dei luoghi in senso favorevole alla sopravvivenza del nostro patrimonio naturale. Gliene saremmo tutti grati».

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