«Ospedale Camerino punto di riferimento,
fatti investimenti per oltre 1 milione»

IL DIRETTORE dell'Area Vasta Alessandro Maccioni sulla situazione dei nosocomi dell'entroterra. «I fondi che abbiamo destinato ai presidi camerte e settempedano dimostrano la volontà di mantenerli e valorizzarli. In provincia entro il 2020 avremo 53 dipendenti in più»

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Il direttore Alessandro Maccioni

 

di Claudia Trecciola

La sorte di alcuni ospedali montani dell’Area Vasta 3 è motivo di preoccupazione per i cittadini che ricadono nell’ambito di questo distretto sanitario a causa della futura realizzazione dell’ospedale unico a Macerata, che dai più viene visto come presagio di prossima chiusura delle strutture territoriali esistenti e conseguente accentramento dei servizi nel capoluogo di provincia. Con riferimento specifico alla zona montana e al Dea di primo livello di Camerino si teme in particolare il depotenziamento delle prestazioni sanitarie finora erogate, a causa dalle recenti carenze di organico di medici specialisti e primari in diversi reparti. Abbiamo chiesto al direttore dell’Area Vasta 3 Alessandro Maccioni di chiarire lo stato di salute di questo paziente “osservato speciale” che oggi è l’ospedale di Camerino, che di certo non morirà a breve, e forse non è poi così malato come molti pensano.

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L’ospedale di Camerino

Direttore Maccioni, se è vero che l’ospedale di Camerino non chiuderà, come rassicurato da più parti, come ha risolto le carenze di organico del personale medico nei reparti di cardiologia, radiologia e psichiatria?

Faccio una premessa. L’ospedale di Camerino resterà sempre, anche in futuro, un punto di riferimento per i cittadini camerti e per tutto il territorio limitrofo perché il Piano Sanitario nulla dispone rispetto a eventuali modifiche delle funzioni e del ruolo di questo Dea di primo livello, inaugurato negli anni 2000-2001 che, essendo antisismico e a norma antincendio, è stato realizzato proprio per il bacino di utenza dell’area montana a misura di paziente e anche con un’ottima gestione alberghiera. Da quando mi sono insediato come direttore nel 2015, nell’Area Vasta 3 sono stati nominati ben 26 primari compresi quelli di Ortopedia, Cardiologia e Pronto soccorso per il nosocomio camerte, mentre la carenza in quest’ultimo del responsabile di cardiologia stiamo cercando di risolverla attraverso il dipartimento funzionale di cardiologia di Area Vasta, in sinergia con le Aree Vaste 4 e 5 e predisponendo inoltre procedure ad hoc per incentivare i medici a venire a Camerino. Per la mancanza, invece, di personale nel reparto di Psichiatria si attingerà dalla graduatoria di un concorso in atto presso l’Area Vasta 1, ma nel frattempo si utilizzerà part-time una psichiatra in forza al Sert di Camerino. Attualmente, ad eccezione dei casi sopra menzionati, l’ospedale di Camerino è al completo come dotazione di organico anche riguardo agli infermieri dei vari reparti, inoltre si sta già provvedendo alla sostituzione dei pensionamenti previsti per il prossimo autunno. E’ un dato di fatto che a livello nazionale, e quindi anche nelle nostra regione, il numero degli specializzati è decisamente inferiore al fabbisogno per cui i piccoli ospedali sono penalizzati perché non scelti dai medici specialisti. Per ovviare a queste difficoltà il presidente regionale Luca Ceriscioli ha disposto l’effettuazione di concorsi a tempo indeterminato per tutta la regione. La nostra Area vasta sta procedendo con il concorso per la cardiologia e la radiologia, pertanto dalla graduatoria si attingerà per reperire i professionisti necessari.

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L’inaugurazione della Lungodegenza

Che tipo di investimenti sono stati fatti per l’ospedale di Camerino e a quanto ammontano?

Una cifra che ammonta ad 1 milione e 150mila euro è stata spesa esclusivamente per Camerino ed è stata investita per la maggior parte nel potenziamento delle attrezzature e per dotarsi di tecnologie sempre più all’avanguardia. Se a queste aggiungiamo le spese per l’ospedale di San Severino pari a 2 milioni e 545mila euro e gli ulteriori 900mila euro destinati al nuovo reparto di Lungodegenza, in totale per il presidio ospedaliero Camerino – San Severino sono state investite somme pari a 4 milioni e 595mila euro. Un investimento di tale portata dimostra chiaramente la volontà di mantenere e valorizzare sempre più due presidi territoriali strategici per la sanità dell’intero entroterra montano.

Cosa riguarda la convenzione proposta tra Asur e Area Vasta 3 e Università di Camerino?

Con il rettore Pettinari è stata avviata un’importante collaborazione che prevede, attraverso apposite borse di studio, assegni di ricerca e dottorati, ricerche specifiche, studi e consulenze di carattere scientifico in settori quali la telemedicina, l’ortopedia, la cardiologia, la Farmacia Ospedaliera, la Biologia e la Chimica Farmaceutica. Questa preziosa sinergia sarà capace di generare ulteriore interesse verso il nostro distretto sanitario da parte dei nostri professionisti neo specializzati.

Tracciamo un bilancio delle assunzioni di personale effettuate in seguito al turnover…

L’Area vasta 3 relativamente alle assunzioni ha diminuito notevolmente l’età media dei suoi operatori: abbiamo molti giovani primari che rimarranno nel nostro territorio per i prossimi 10-15 anni fidelizzando la nostra struttura. Parlando di numeri, invece, dei 3.463 dipendenti al 31 dicembre 2017 arriveremo a quota 3.516 al 31 dicembre 2020 con 53 unità di personale in più. Entro il 2020 poi, a seguito della stabilizzazione del personale precario, prevista dalla normativa, avremo circa 31 dipendenti precari contro i 157 presenti al 31 dicembre 2017 e questo è un dato importante, da non sottovalutare. Posso assicurarle, infine, supportato dai dati di quest’analisi generale sulla sanità camerte, che sin dal 2015 abbiamo prestato massima attenzione verso l’ospedale di Camerino per la risoluzione delle problematiche riguardo ai primari, alla dotazione organica complessiva, nonché all’ammodernamento delle attrezzature, consapevoli del ruolo strategico e vitale che lo stesso riveste per tutto il territorio montano.



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