Antonio Bravi e Simone Simonacci nella redazione di Cm
Sfida tra sinistra e destra? Macché, qui si sceglie tra due persone. E’ questo lo spirito che sembra animare l’ultima settimana di campagna elettorale a Recanati, almeno a sentire le parole dei due sfidanti che hanno raggiunto il ballottaggio: Antonio Bravi, 59 anni, celibe, consulente tributario e Simone Simonacci, 39 anni, sposato e manager commerciale. Nonostante entrambi tendano a evitare lo scontro ideologico, il primo è appoggiato da una coalizione di centrosinistra espressione dell’amministrazione uscente, con il sostegno esterno del Pd, ma non del candidato sindaco dei dem sconfitto al primo turno Graziano Bravi. Il secondo invece è sostenuto da una squadra di centrodestra con FdI e Lega in testa e recentemente ha ufficializzato un apparentamento con la coalizione di centro guidata da Massimiliano Grufi. Al primo turno sono stati 271 i voti di scarto tra i due, in favore di Bravi. E sommando i voti di entrambi si arriva circa al 60% dei consensi, quindi è chiaro che domenica sarà decisivo il voto dell’altro 40% che aveva scelto un candidato diversi. Ecco l’intervista doppia divisa in quattro parti: sfera privata, ballottaggio e alleanze, amministrazione della città e progetti, conclusioni.
PRIMA PARTE – Conosciamo meglio i due candidati
Tre aggettivi per descrivervi
Simonacci: «Determinato, disponibile, onesto».
Bravi: «Riflessivo, affidabile, serio».
Adesso descrivete il vostro avversario (Di comune accordo hanno scelto di evitare gli aggettivi negativi)
Bravi: «Volenteroso e comunicativo».
Simonacci: «Una brava persona, deciso».
I vostri hobby?
Simonacci: «Volontariato, sono un volontario soccorritore, arti marziali, letteratura e meditazione».
Bravi: «Calcio, sono stato arbitro per 25 anni, e cinema di qualità».
Gruppo musicale o cantante preferito?
Bravi: «Beatles».
Simonacci: «Linkin Park, Oasis e Queen»
Un film che considerate indimenticabile?
Simonacci: «Braveheart, Il Gladiatore, per uno più ricercato direi American Beauty».
Bravi: «La vita è bella e Il giovane favoloso, anche perché ne sono stato coinvolto direttamente».
L’ultimo libro che avete letto?
Bravi: «In questo periodo leggo poco, però ho ripreso il Vecchio e il mare di Hemingway».
Simonacci: «Adesso sto leggendo L’opzione Benedetto, un libro che parla di religione».
E’ favorevole o contrario alla cannabis light?
Simonacci: «Assolutamente contrario».
Bravi: «Credo ci si debba affidare ai dati scientifici. Se la scienza dice che non provoca danni, non vedo motivi per essere proibizionisti».
Squadra del cuore?
Bravi: «Juventus».
Simonacci: «Juventus, ma non pratico».
SECONDA PARTE – Ballottaggio e alleanze
Antonio Bravi, lei ha rinunciato all’apparentamento con Graziano Bravi, rischiando così di consegnare il Comune al centrodestra. Non sarebbe stato meglio per voi mettere da parte i dissapori?
«Innanzitutto l’apparentamento è una questione tecnica: all’altra coalizione sarebbero andati quattro consiglieri su 10 della maggioranza, e in questo modo avrei sacrificati i componenti della mia coalizione e mortificato il voto degli elettori. Se avessero voluto avrebbero potuto appoggiarmi fin da subito. Poi secondo me quel tipo di accordo avrebbe dato un pessimo messaggio, infine credo che la capacità di convogliare voti da parte di un candidato sconfitto sia scarsa. Quindi noi alla fine non ne avremmo ricavato molti vantaggi. Per questo ho avanzato una mia proposta che consideravo serissima: un accordo politico-programmatico per conservare 10 consiglieri nostri e tre loro, con un posto in giunta per il candidato sindaco. Quindi non mi pare che da parte nostra non ci si sia stata disponibilità. Non hanno accettato, quindi ora c’è una coalizione disgregata: qualche lista sosterrà Simonacci, mentre il Pd che com’era naturale sosterrà la mia candidatura».
Simone Simonacci, voi è la coalizione di centro invece avete ufficializzato l’apparentamento. Solo che Massimiliano Grufi ha detto che non si riconosce in questa destra rappresentata dalla Lega (e da FdI aggiungiamo noi). Visto che questi sono i principali partiti della coalizione, come se ne esce?
«Grufi è rimasto molto deluso dal risultato delle elezioni, perché c’è stato uno spostamento di voti molto ambiguo. Detto questo, il progetto con Grufi è di tipo politico e non potevamo non includere nella coalizione la componente cattolica e moderata. Così abbiamo chiuso il cerchio del centrodestra, formando una squadra ampia capace di raccogliere tutti coloro che non si riconoscono nel centrosinistra. E nel gruppo di Grufi ci sono varie anime, anche chi non si riconosce in un certo tipo di politiche, ma i valori di questo centrodestra sono tutti condivisi. Poi va detto che io non sono un sindaco leghista, ma è proprio grazie alla Lega che ha rinunciato a un consigliere, che si è potuta formare questa coalizione. Su Fratelli d’Italia invece non si è mai espresso».
Da una parte si invoca il cambiamento, dall’altra si agita lo spauracchio della destra al potere, cosa rispondete ai vostri rispettivi avversari?
Simonacci: «La paura ce l’ha solo chi teme di perdere qualcosa, perché dal punto di vista umano e politico noi siamo stati sempre corretti e trasparenti, c’è solo voglia di far bene per la città. Però considero ridicola e offensiva l’ultima petizione firmata per Bravi. E’ la solita arma che utilizza una certa sinistra per gettare fumo negli occhi, è politica di basso livello, piuttosto allora avrei preferito un confronto aperto su alcuni temi. Inoltre penso sia intellettualmente timida, perché hanno aderito prof e un magistrato (l’ex governatore Vito D’Ambrosio, ndr) che dovrebbero essere imparziali, non tollero ci siano prof di sinistra che si schierano con una certa parte politica, qui non ci sono fascisti e razzisti, l’unico fascista è colui che non tollera la non aderenza al pensiero unico. In più così stanno dando dei deficienti ad oltre il 40% degli elettori, la verità non è nelle loro mani. Il fatto che chi dovrebbe essere imparziale si sia schierato è di una gravità assoluta, per cui dovrebbero essere presi dei provvedimenti».
Bravi: «E’ stato un semplice appello al voto di un gruppo di cittadini, non capisco perché abbia innervosito tanto l’altra parte. Io non ho mai impostato la campagna elettorale sulla contrapposizione tra destra e sinistra, non è questo quello su cui ci stiamo confrontando, ma sue due progetti per la città. Il nostro si basa su una continuità amministrativa che sembra sia stata condivisa dalla città. Il loro è diverso, parlano di rinnovamento, ma in realtà dietro le quinte ci sono sempre i soliti che hanno già amministrato male».
Grufi ha parlato anche di elezioni antidemocratiche, di campagna elettorale antiliberale.
Bravi: «Sono affermazioni fuori dal mondo, capisco la sua amarezza dovuta al fatto dei voti disgiunti in mio favore però significa che la sua candidatura forse era sbagliata se molti hanno votato una lista di quella coalizione e me come candidato sindaco. Lo stesso è successo per Graziano Bravi, bisogna prenderne atto, sono le regole del gioco. Per me è stato un grosso successo personale perché ho avuto più fiducia delle liste che mi sostenevano. Poi c’è un motivo che ha cambiato il risultato: il voto negativo di Grufi sul bilancio consuntivo senza una motivazione tecnica seria, dopo la condivisione di un progetto amministrativo di 10 anni. Ha parlato solo di messaggio politico, forse adesso abbiamo capito qual’era il messaggio, però non si può giocare sulla pelle della città e i cittadini lo hanno penalizzato».
Simonacci: «Con 312 candidati e tutte queste liste civiche, credo che la democrazia sia altamente manipolabile. Detto questo il concetto è un altro: che senso ha mettersi in lista sapendo di prendere una manciata di voti e di non avere nessuna chance di entrare in Consiglio se non per manipolare il voto? Ecco secondo me questo è uno strumento che non aiuta la democrazia, anzi la manipola».
TERZA PARTE – Amministrazione della città
Qual è il problema più urgente da affrontare per la città?
Bravi: «La città è in crescita, quindi non dobbiamo far pensare ci sia una situazione di disagio. Certo ci sono questioni dove intervenire: c’è il centro storico, noi abbiamo delle proposte di riutilizzo di alcuni contenitori pubblici che oggi non sono più utilizzati e interventi per migliorare l’aspetto estetico della città. Quindi il rilancio anche dal punto di vista produttivo delle attività commerciali e artigianali, proprio perché la vocazione turistica della città deve essere supportata. Da questo punto di vista va migliorata anche l’offerta ricettiva e non solo nel centro. E poi ci sono una serie di opere pubbliche da realizzare: la più importante è la scuola Beniamimo Gigli, dopo aver cercato tutte le soluzioni possibili per reperire i 4 milioni di euro necessari, abbiamo deciso di utilizzare i fondi del sisma concessi ai Comuni fuori cratere per un solo intervento. Per quanto riguarda il turismo anche nel nostro programma ci sono molto cose da fare, però oggi Recanati è città della cultura, abbiamo ricevuto riconoscimenti a livello nazionale e prima non era così. Stiamo sfruttando risorse che prima non venivano sfruttate».
Simonacci: «Messa in sicurezza della scuole, ricostruzione della Beniamino Gigli, nuova viabilità, sostegno ai commercianti, incentivi per far ripartire nuove attività legate ai servizi e al turismo: i punti da cui partire. Allo stesso tempo bisogna avviare progetti con fondi europei e nazionali per la ristrutturazione del nostro patrimonio culturale e artistico che diventerà un’attrazione: penso al castello di Montefiore, alla chiesa di Castelnuolvo, le mura, il carcere pontificio sono pezzi fondamentali della nostra storia che hanno un peso culturale enorme. Poi c’è il tema dei giovani: quindi nuove attività e servizi, hotel diffusi tra campagna e città, visibilità alle eccellenze locali. Recanati è uno dei paesi con la storia più gloriosa delle Marche e non la conosce nessuno, siamo una città medievale tra le più antiche e non abbiamo una rievocazione, quindi c’è questo gap culturale-turistico da riempire, bisogna fare di più di quanto è stato fatto finora. Dai dati del 2018 siamo intorno al ventesimo posto per città visitate nelle Marche, io non mi fermerò finché non arriveremo ai primi tre posti, perché è quello che meritiamo».
L’ospedale di Recanati
Ospedale, cosa fare? Visto anche l’ultimo caso del 79enne di Recanati rimasto per quattro notti su una barella al pronto soccorso di Civitanova.
Simonacci: «Sappiamo tutti che la questione dipende da una legge regionale, ma va separato il livello politico da quello normativo. Il politico deve costruire reti e relazioni e per gli ospedali l’obiettivo è di far fronte comune con gli altri sindaci, creando ottimi rapporti con Roma e la Regione. Finché ci sono stati loro del Pd, abbiamo visto quello che sono riusciti a portare a casa. Quindi bisogna discutere e lottare in tutte le sedi per salvaguardare il Punto di primo intervento con personale esclusivo e dedicato h24 e per potenziare la diagnostica e tutte una serie di servizi esterni che mettano il cittadino in sicurezza. Io credo che il centrodestra vincerà le Regionali e quindi avendo un centrodestra a Recanati, in Regione e a Roma avremo una rete politica efficace per fare quello che fino ad oggi non è stato fatto: rafforzare i piccoli ospedali. La legge c’è ed è vero, ma il sindaco deve andare anche contro la legge quando questa mette in pericolo la cittadinanza, perché è un politico e non un burocrate. Su questo tema non c’è colore politico che tenga, c’è bisogno di unità perché c’è di mezzo la salute nostri figli. Però l’errore imperdonabile di questa amministrazione è stato il sindaco dall’altra parte della barricata».
Bravi: «Questa certezza sul futuro del centrodestra non ce l’ho, soprattutto perché oggi il successo politico dura molto meno che in passato, basta vedere la parabola di Renzi col Pd. Il sindaco in materia può e deve fare attività di pressione e di costruzione di rapporti con l’ente che governa la sanità, chi ha pensato di fare cose diverse non ha ottenuto niente di più. Il sindaco di Cingoli ha portato la neve in Regione, poi la neve si è sciolta, ma l’ospedale di Cingoli è rimasto allo stesso livello di quello di Recanati. L’esempio del 79enne è proprio questo: è giusto che vengano concentrate le eccellenze ma poi devono funzionare, se si è deciso per il pronto soccorso a Civitanova poi non può essere che un malato resti quattro giorni sulla barella. Il problema è la messa in atto della riforma, che andava fatta, ma forse la Regione non l’ha applicata al meglio. Quindi salvare i servizi esistenti e chiederne altri e salvaguardare il punto di primo intervento. Bene quindi i punti di eccellenza, l’importante è che poi intorno funzioni il resto, è su questo i sindaci devono battersi».
Un voto al governo regionale di Ceriscioli?
Bravi: «Sicuramente sul giudizio pesa proprio il discorso della sanità, la giunta si è trovata a dover applicare la riforma, ma la transizione poteva essere gestita meglio. Mi sento di dire che in altri settori, come il sociale, ha anche lavorato bene, ma questo resta in secondo piano. La Regione ha fatto il suo lavoro su molti aspetti, però c’è l’ombra della sanità. Ceriscioli si è dato un sette, io non saprei che voto dargli».
Simonacci: «Decisamente insufficiente, peggior gestione regionale mai esistita e soprattutto proprio per il tema sanità. Vuoi costruire un ospedale unico, mi sta anche bene, ma non puoi chiudere gli altri prima che venga realizzato. La Regione ha sulla coscienza un mare di persone morte per questa stupidità politica».
QUARTA PARTE – Conclusioni
Un appello al voto.
Simonacci: «Sono il candidato più giovane, ho un’esperienza professionale internazionale e sono l’unico che può lanciare Recanati nel mondo. Rappresento il nuovo, abbiamo un programma di rilancio incentrato su lavoro, giovani, turismo e cultura, e allo stesso tempo sono una persona che vuole la pace sociale, un clima di collaborazione a 360 gradi».
Bravi: «La nostra proposta fa affidamento su un’esperienza amministrativa che ha dimostrato di essere solida, concreta e positiva. Quindi se i cittadini vogliono che Recanati continui a crescere e a rinnovarsi non c’è altra scelta che la mia candidatura».
Fate un “in bocca al lupo” al vostro avversario.
Bravi: «Visti i risultati raggiunti dalla nostra amministrazione, se Simone diventerà sindaco che si impegni a non distruggere quanto di buono fatto, perché è stato faticoso e farebbe un danno alla città. Spero in lui perché nella coalizione c’è qualcuno che invece ha questa tendenza».
Simonacci: «Mi auguro nel caso vinca Antonio che il suo gruppo politico apra le porte a chi la pensa in maniera diversa, coinvolga tutta Recanati nei progetti e faccia lavorare il più possibile tutti, puntando su quelli che sono i punti di forza della città».
(redazione CM, foto Falcioni)
Manifesto per Antonio Bravi, Grufi: «Sostegno a Simonacci ma resto distante da questa Lega»
Recanati, arriva Giorgia Meloni: FdI tira la volata a Simone Simonacci
Graziano Bravi sul ballottaggio: «Solo apparentamento formale, non voglio poltrone»
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
O pàpera, mia candida sorella, | tu insegni che la Morte non esiste: | solo si muore da che s’è pensato. | Ma tu non pensi. La tua sorte è bella! | Ché l’esser cucinato non è triste, | triste è il pensare d’esser cucinato. (La differenza)
Perché bisogna evitare di dire “Antonio contro Simone” (o anche “Simone contro Antonio”)? In realtà è perfettamente normale, uno fa gli interessi legittimi della sinistra, l’altro quelli della destra.