Undici alberi sono stati abbattuti all’ingresso del cimitero di Colmurano. Andrea Seri, consigliere di minoranza, definisce la decisione dell’amministrazione di tagliare le piante all’esterno delle mura cimiteriali «un atto scellerato». «Sembra una vera e propria fobia quella del Comune contro gli alberi, – continua Seri – infatti in passato furono tagliati degli alberi che coronavano la strada lungo le mura nord-ovest, poi furono abbattuti due tigli malati nei giardini, mai ripiantati, simbolo di 22 compaesani morti in guerra, un albero per ogni caduto». Il taglio al cimitero risale a sabato scorso. «Si è consumata l’ultima follia – il consigliere – di un amministrazione oramai senza controllo e alla deriva. Sono stati abbattuti 2 cipressi e 9 abeti dei 13 alberi, cresciuti spontaneamente, in ordine sparso e che hanno accompagnato tanti compaesani al cancello d’ingresso dell’ultima dimora. Una scelta che sembra non rispondere a nessun criterio di intelligenza. Quelle piante facevano parte del corredo del cimitero, non creavano disturbo alcuno, non erano pericolose, non erano neanche malate». Alla ricerca delle motivazioni Seri si domanda: «Forse perché qualche cittadino ha detto che quei cipressi non erano in ordine come quelli piantati all’ingresso del nuovo cimitero adiacente, o che quelle piante non erano bellissime? La realtà sacrosanta è che tutte le piante, indipendentemente dalla specie e della bellezza, ci donano ossigeno e sono un patrimonio da tutelare».
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Solidarietà al Sig. Andrea Seri,
purtroppo la mamma dei cr….i è sempre incinta!
Spero vivamente che si ponga rimedio piantando altrettanti alberi.
Tutti dovrebbero sentirsi responsabili per il futuro dei nostri figli.
Eppure anche a Colmurano (non solo a Macerata) ci sono gli agronomi, che valutano l’opportunità di abbattere gli alberi.
In effetti ultimo atto di una persona distruttrice di quei pochi alberi che ci permette la sopravvivenza.
Sindaco PD se non sbaglio.
Chi ha permesso questa azione deprecabile dovrebbe vergognarsi e chiedere scusa a tutti.Subito dopo ripiantare il doppio degli alberi a pareggio del torto fatto e poi,
per uscire in bellezza, rassegnare le proprie dimissioni.