«E’ stato un 2018 positivo, ma nel calcio non ci si deve mai guardare troppo indietro se non si vogliono avere brutti risvegli. Un anno fa avrei messo la firma per chiudere in questo modo, ma ormai fa già parte del passato. Bisogna sempre andare avanti». La soddisfazione per una stagione da ricordare e la voglia di ricominciare per proseguire il cammino su una strada tracciata con impegno e sacrificio. E’ il presidente della Sangiustese Andrea Tosoni a parlare in vista della prima partita della sua squadra nel 2019. Che sarà in casa, dopo il rinvio per maltempo del match di domenica scorsa a Campobasso, contro l’Isernia. Gara che è stata anticipata a sabato alle 14,30. Chiuso il 2018 con il primo ko in trasferta dall’inizio del campionato «a Jesi è mancato l’approccio mentale, il clima vacanziero ha contribuito alla prestazione negativa e ci è così mancata la classica ciliegina sulla torta», il numero uno della società rossoblu può però gioire: salvezza tranquilla nel primo anno in serie D e terzo posto al termine del girone d’andata.
Una escalation, quella della Sangiustese, rapida e ricca di successi. Una crescita «che è motivo di orgoglio. Sul versante sportivo siamo andati avanti velocemente, ma ho sempre sostenuto che a livello organizzativo e societario non eravamo pronti come una normale squadra di Serie D. Dobbiamo migliorare ancora, avendo ben chiaro nella testa da dove siamo partiti e dove possiamo arrivare. Secondo me il compito più difficile, quando si affrontano categorie importanti come questa, è rimanerci ed essere all’altezza sotto tutti i livelli, gestionale, tecnico e finanziario». Chiarita la querelle impianti con il comune «quest’anno abbiamo teso la nostra mano per una discussione ragionevole. Alla fine dei colloqui, in base a quello che verrà fuori, si vedrà se fare una cosa insieme o andare ognuno per la propria strada» ed evidenziata la soddisfazione per la conquista della coppa disciplina e per la crescita dei ragazzi della Juniores Nazionale (squadra campione d’inverno), Tosoni evidenzia: «L’anno scorso, al termine del girone di andata, i migliori profili fra i giovani furono portati in prima squadra, quindi il calo di risultati nel girone di ritorno fu fisiologico. Quest’anno abbiamo costruito una squadra composta prevalentemente da ragazzi delle annate 2001/2002 per lavorare in anticipo di mezza o addirittura una stagione. La scelta ci sta ripagando. Questi ragazzi mi stanno dando enormi soddisfazioni, così come me ne danno tutte le persone che mi sono intorno. Se ancora oggi sono il presidente della Sangiustese è proprio per questo. Quando non le avrò più resterò a casa». Una società non grande, quella rossoblu, ma che si sta strutturando bene. «La città sta rispondendo presente – conclude il patron – Sono contento di questa crescita, ma ho sempre il vizio di voler migliorare. Uno stimolo costante a crescere e colmare le lacune. Fa parte del mio carattere. Nella mia testa non esiste step definitivo. Questo non lo dico né per lamentarmi né per presunzione. La voglia di perfezionarmi è la molla che mi fa andare avanti».
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Complimenti Andrea.
Continua così, cuore e testa!