di Mario Monachesi
L’inverno è oramai arrivato e con lui i luminosi e magici fiocchi bianchi. Come molti fenomeni naturali, anche l’origine della neve ha dato vita a numerose leggende e fiabe. Per i lettori di Cm ne voglio raccontare una.
“C’era una volta una montagna, altissima che si stagliava nel cielo affondando la sua cima nelle candide nuvole. Ai suoi piedi pascolavano tante pecorelle ma un’imminente inverno aveva reso secca ed insipida l’erba. Le pecorelle incominciavano a soffrire la fame, ma la più furbetta di loro, guardò la montagna e pensò che lassù, sull’alta cima, ci fossero pascoli di erba più verde e succulenta. Detto fatto, scalò le rocce e, seguita da tutte le altre, arrivò alle nuvole. Insieme iniziarono a leccarle per placare intanto l’arsura. Rinfrancate da quelle goccioline d’acqua, proseguirono nel cammino con la speranza di trovare finalmente i prati verdi.
Cammina, cammina, ad un tratto videro campi sterminati, con tante erbe aromatiche e gustose. Affamate si gettarono su di esse e le brucarono con ingordigia. Mentre mangiavano arrivarono i folletti delle montagne, dispettosi e astuti. Avvicinatisi alle pecorelle, strapparono loro tanti riccioli di candida lana per lanciarli in alto nel cielo. Si divertivano un mondo a vederli cadere volteggiando lievi e leggeri nell’aria. I ricci di lana attraversarono le nuvole e si coprirono di goccioline d’acqua che brillavano come tante gemme.
Ma le goccioline d’acqua appesantirono i fiocchi di lana che caddero ancora più giù fino ad arrivare sulla terra. Cadendo danzavano leggeri e bianchi e si adagiavano sui prati brulli ricoprendoli di un manto bianco e lucente. Si poggiavano sui tetti delle case, sui rami degli alberi e sui cespugli. Tutto il mondo venne avvolto dal bianco silenzio, era nata la neve”.
☆ “Bona ė la neve / che a tempu sua vène”.
☆ “Mo pò negne e pò strinà’ / so ‘mmazzato lu porcu e fatto lo pà'”.
☆ “Negne, negne, / chj ci-ha la moje vèlla se la stregne”.
☆ “Quanno a lu tempu je fa le fregne / lascia ji de pioe e se mette a negne”.
☆ “Quanno lu sòle la née indora / née, née e née ancora”.
☆ “Negne / lu gattu fa le legne / lu ca’ le porta a venne / le porta a la marina / se rporta la farina / le porta in montagna / se rporta la castagna”.
☆ “Quanno lu gattu ‘bbassa le ‘recchje / o vè’ la née o l’acqua a secchje”. ☆ “Annu fungusu / annu nevusu”.
☆ “De nuvolo pioe / de sereno negne”.
☆ “Le due cose più belle, l’amore è la neve, che fanno si che si guardi il mondo con occhi di nuovo puri” (Charles Finch)
☆ “La luce della neve spegne in noi tutta l’umana ingordigia” (Elena Anahva)
☆ “Alcuni fiocchi si sono smarriti, brancolano indietro verso il cielo: incontrando quelli che cadono in lente volute, si volgono e ridiscendono” (Thomas Hardy)
☆ “Fiocchi di neve – luce fiorita ” (Vasile Ponea)
☆ La curiosità finale: I fiocchi sono molto più leggeri delle gocce d’acqua. Mettiamo il caso che il loro viaggio incominci da una nuvola alta 3000 metri, impiegano anche più di due giorni per raggiungere la terra.
Quanti ricordi !!! Quando nevicava davvero !!
questa nevicata è solo da cartolina spero?(bellissima da vedere)
Come al solito un articolo interessante !
Quando ero bimba nevicava tanto ma poi arrivava il sole
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La neve purifica l’aria dai batteri presenti sull’atmosfera.
Per Romagnoli. La pioggia no?