Distretto calzaturiero, ok del ministero
al riconoscimento dell’area
di crisi complessa

IMPRESE - Gli assessori Manuela Bora e Fabrizio Cesetti annunciano l'accoglimento dell'istanza. Riguarderà il sistema locale del lavoro di Civitanova, i comuni di Tolentino e Corridonia e il Fermano. «Grandi opportunità di rilancio»

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Via libera del ministero al riconoscimento del distretto pelli-calzature Fermano Maceratese come area di crisi complessa. La decisione è stata annunciata dagli assessori Manuela Bora e Fabrizio Cesetti. «Si aprono grandi opportunità di rilancio, sviluppo e riqualificazione per questo territorio seriamente colpito dalla crisi del comparto delle calzature e delle pelli. Crisi purtroppo aggravata dagli eventi sismici del 2016» commentano gli assessori regionali. L’istanza regionale approvata con delibera di Giunta di maggio e ora approvata dal ministero ha delimitato l’area di crisi ai Comuni di tutti i sistemi locali del lavoro specializzati nel comparto: quelli della provincia di Fermo, il sistema locale del lavoro di Civitanova, oltre ai due comuni di Tolentino e Corridonia. «Ora si apre la fase della costruzione, da parte della Regione in accordo con il Mise e Invitalia, del progetto di riqualificazione e riconversione industriale (Prri) che conterrà la strategia di rilancio e sviluppo del territorio – spiega la Regione –, le misure di sostegno al tessuto produttivo, quelle dedicate alla formazione e alla ricollocazione e riqualificazione del capitale umano, nonché la disponibilità di ingenti risorse nazionali e regionali di cui potranno fruire imprese e lavoratori». «Auspichiamo – continuano Bora e Cesetti – che nella fase tra la costruzione del Progetto e l’avvio dei bandi si acceleri l’iter di negoziato con il ministero per la rimodulazione dell’impianto normativo della legge nazionale 181/89, che rappresenterà la misura di cofinanziamento del futuro Accordo di programma MiSE/Regione. Ci riferiamo in particolare alla proposta di riduzione della soglia di investimento minima ammissibile e anche alla possibilità per le aggregazioni di impresa di partecipare ai bandi».



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