“A Natale c’è posto per tutti”, banco alimentare e Iper per una grande raccolta di solidarietà. Con 1 solo euro di donazione sarà possibile offrire 14 pasti a persone indigenti delle Marche. L’iniziativa è stata presentata questa mattina in comune ed è organizzata da Banco alimentare Marche e Iper la Grande I. Dal 1° dicembre al 6 gennaio 2019, “Iper, La grande i” e Banco Alimentare Marche si uniscono con l’obiettivo di regalare una grande spesa a chi più ne ha necessità. Tutti coloro che faranno acquisti presso i punti vendita della “grande i” di Civitanova (al Centro Commerciale “Il Cuore Adriatico”) e Pesaro (Centro Commerciale “Rossini Center”) e doneranno 1 euro in aggiunta alla spesa contribuiranno a recuperare e distribuire 7 kg di cibo, equivalenti a 14 pasti. «La “Grande i” ed il Banco Alimentare – ricorda Roberto Del Baldo, responsabile del Banco Alimentare Marche per i rapporti con la GDO – hanno in comune la volontà di combattere la fame e lo spreco alimentare e dunque è stato semplice organizzare l’iniziativa che, grazie alla disponibilità della “Grande i” si svolge anche in un periodo favorevole alla riflessione sulle problematiche legate alla povertà ed alle carenze alimentari. Siamo certi che le Marche sapranno dimostrarsi come sempre solidali e speriamo che questa iniziativa faccia conoscere meglio il lavoro quotidiano del Banco Alimentare e dei suoi volontari nella nostra regione». Ogni giorno, nei due magazzini di Pesaro e San Benedetto del Tronto, il Banco Alimentare Marche distribuisce 8.700 kg di cibo con un bilancio annuale di circa 100.000 euro. Per recuperare, stoccare e redistribuire un chilo di cibo, dunque, la sede marchigiana del Banco Alimentare spende meno di 5 centesimi di euro. Nelle Marche, complessivamente, il cibo recuperato viene distribuito a 310 strutture convenzionate e, attraverso queste ultime, a 41.000 persone assistite. «Sosterremo in modo convinto, a livello promozionale – dichiara Silvia Seccia, direttrice Iper, La grande i di Civitanova Marche – questa iniziativa che riscuoterà il successo che merita perché con un gesto davvero semplice e di per sé quasi intangibile a livello economico si può contribuire in maniera decisiva a migliorare il Natale di molte persone. Il nostro ipermercato prosegue così la collaborazione con il Banco Alimentare Marche, al quale dona periodicamente le eccedenze alimentari, proprio per limitare gli sprechi». La generosità degli acquirenti della “Grande i” a Pesaro e Civitanova Marche sarà premiata con una cartolina gadget per ogni euro donato, simbolo tangibile dell’impegno profuso e, nel contempo, regalo originale in tema natalizio. Un premio è previsto anche per le tre cassiere dei due punti vendita che meglio sapranno promuovere l’iniziativa.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
La fame non si combatte senza una corretta utilizzazione dei cibi tramite la loro trasformazione in piatti da consumare di solito previa cottura o in crudités naturalmente ben presentate perché oggi si mangia più con gli occhi ( come succede sempre nei periodi di fame nera)e come possiamo vedere nei vari masterchief dove non si fa più il piatto ma si impiatta. Insomma anche la fame si deve dimostrare all’altezza del superfluo e dello spreco che nei vari masterchiefs vengono esaustivamente mostrati. Prima di andare avanti, vorrei ricordare che con gli sprechi alimentari dice la Fao si potrebbe alimentare mezza Africa subsahariana se si riesce ad intervenire sui cibi mal conservarti mal raccolti e mal trasportati e non capisco perché coltivati. Anche lo spreco che si fa nei paesi occidentali è tanto ma questo si fa dopo aver mangiato e ben bevuto buttando gli avanzi. Con la crisi, in Italia gli sprechi si sono ridotti del 57% ma dal momento che sempre sprechi ci sono e non riciclabili, aver comprato di meno non significa che sui banchi è rimasto tanto invenduto. Ammesso che presi alla sprovvista qualcuno abbia sbagliato a fare i calcoli, una volta ce li freghi, la seconda sarà dura. Comunque sia tutto quello che viene gettato dal finestrino, non rientra sulla tavola dei poveri , fatto salvo quello recuperato da organizzazioni che fanno il giro di negozi e supermercati per prelevare cibi freschi, sì ma due giorni prima, oppure bruttarelli i quali vengono raccolti e avviati alla cottura dove si trasformano in meravigliosi minestroni, macedonie di frutta e grandi insalatone . Da notare che si può fare la fame e allo stesso tempo avere a disposizioni piatti che contribuiscono a mantenere la linea e questo è un degli aspetti meravigliosi che con un po’ di volontà si riesce ad ottenere. Ma veniamo al sodo, fosse anche l’uovo che oramai di giornata non serve più. Leggo date di scadenza anche di un mese sulle confezioni di uova e quindi penso che o non sono più quelle di una volta o non sono proprio uova pur avendone la forma anche se l’uscita è sempre quella. Mi fermo qui sennò dovrei tirare fuori i mie studi su “ Dalla gallina all’uovo e procedimenti per ottenerlo sempre fresco”. Già quest’articolo un errore di fondo ce l’ha. Infatti parla di 14 pasti da mezzokilo l’uno naturalmente di merce fresca o conservata. Un piatto tipico potrebbe essere pasta e fagioli. Prendo tre etti di pasta una scatola di fagioli scolati ed ho il mio bel piatto da mezzokhilo a cui aggiungo olio e parmigiano. Nel peso ci stiamo , nelle proteine pure ( il fagiolo è conosciuto in tuto il mondo come la proteina del povero al singolare ), nei carboidrati forse c’è un eccesso ma o curiamo la fame o manteniamo la linea, vitamine del gruppo b vengono dal parmigiano qui di solito introvabile quindi grana padano e vit. D e vit.E dall’olio, troviamo un’arancio ( vit. C) magari brutto oppure due brance d’insalata et voilà il mezzokilo è servito. Chiaramente siamo provvisti di acqua e gas pagati dal comune, il tetto c’è , l’affitto non lo paghiamo anche questo ci pensa il comune ( e non date retta quando venite a sapere che non è vero che il comune è cosi prodigo anzi con tutte le file che vi fanno fare, le documentazioni richieste, l’antipatia con spocchia degli osservatori Onu/Fao che lavorano al comune, perché se cominciate a credere a questo dopo partite prevenuti e a piedi andate al comune, in macchina messa su una banda hard rock o in solitudine rischierete un po’ ma sapeste quante umiliazioni in meno da gente che non avrebbe neanche il diritto di guardarvi in facci per quante volte hanno tradito chi credeva nella loro bontà. Vivono in questi uffici che di solito sono legati a centri di alta spiritualità economica, nuova branca delle scienze economiche rischiarate dall’olio santo. Naturalmente abbiamo parlato di un piatto calorico sulle 1450 calorie, con un biscotto alla mattina una minestrina alla sera si raggiungono più o meno le 2000 calorie utili a chi fa un lavoro leggero ma siccome qui si parla di chi fa la fame , ditemi voi chi è che va a lavorare per farla? Però c’è un problema: quando non ci sono banchi alimentari, quando non ti portano mezzo kilo a pasto, quando alla caritas ti danno solo un pasto al giorno e soprattutto se non sei il solo a fare la fame ma generosamente la condividi con la tua famiglia, che fare? Innanzi tutto non bisogna perdersi d’animo, caso mai quello andate a cercarlo da chi ne ha talmente tanto che è pronto a dividerlo con chi è più arido nei “ sentimenti”. La soluzione è semplice: Masterfeim, la cucina creativa per chi a volte soffre la fame e per questo non riesce a dormire, è sempre nervoso, gli si abbassano le difese immunitarie, comincia ad ammalarsi di tutto e di più e alla fine sapete che fa? Muore, come tutti, prima magari, ma comunque è solo questione di tempo, verrà raggiunto. Una ricerca dell’Istituto Bistrot ha confermato che anche i ricchi dipartono e se solo voi sapeste con che grande disappunto perché devono lasciare tante belle cose, continueresti ad invidiarli lo stesso. Detto questo entriamo subito nello specifico con una breve premessa: non è la quantità che conta ma la qualità, se manca anche quella metteteci molta fantasia e bevete più acqua che potete anche tre litri cadauno a pasto, a colazione, eventuale merenda cena e spuntini vari. Naturalmente a questo punto passiamo ai piatti: Per oggi, siamo alla prima puntata, vi suggerisco un pranzo ed una cena per otto persone prevedendo di parlare con una classica famiglia di morti di fame. Innanzi tutto apparecchiate o non la tavola, l’importante è che ci siano i bicchieri( otto ) e 24 litri di acqua. Pranzo: Torciglioni della Cee alla cappuccina ( Comunita europea) mezzo chilo, un cavolo cappuccio rimediato al mercato verso l’una, due spicchi d’aglio dal vicino, molliche di pane avanzato ( sostituisce il formaggio grattugiato) e va rosolato con o senz’olio e olio per condire. Quest’ultimo da evitare in caso di dieta stretta. Accendete un bel copertone di camion che vi basterà anche per la cena e alimenterà l’impianto di riscaldamento per la notte. Se il fuoco è vivo, non servirà neanche la luce. Tagliate a listarelle il cavolo, quando l’acqua già salata bolle affogatecelo e quando non si muove più buttate la pasta. Cotta che sia, conditela in un largo catino possibilmente smaltato, mettetelo al centro del tavolo e poi decidete. Ah, l’acqua comunque sempre. Cena : Pepetto della Cee, Aprite il pacco di minestra, buttatelo nel recipiente smaltato e mettetelo in un piccolo spazio magari erboso a disposizione degli uccellacci della zona. Così, facendo, non perdete tempo, fate del bene ai passeracei vi nutrite abbondantemente con parolacce, gorbi, paralisi e bestemmie di ogni tipo senza dimenticare di bere molta acqua e poi decidete per una serata, piacevole e magari anche una passeggiatina che fa sempre bene. Fine prima puntata.