di Mauro Giustozzi (foto di Fabio Falcioni)
La maggioranza si dimette, cade la facente funzione di sindaco Edi Castellani. Si chiude a pochi mesi dalla fine della legislatura un’esperienza iniziata con tante buone promesse e ben presto naufragata. Edi Castellani, assessore alla Cultura del comune di Treia, aveva surrogato nelle funzioni di sindaco Franco Capponi messo fuori gioco da una sentenza di condanna (la vicenda riguarda l’indagine delle cosiddette spese facili in Regione).
Il suo mandato era quello di proseguire nel solco del programma con il quale la civica Treia 2020 aveva vinto le elezioni nel 2014. Invece, nelle ultime settimane, la situazione è precipitata al punto che mercoledì sera la maggioranza dei sette consiglieri comunali che sosteneva l’amministrazione comunale è andata dal notaio per firmare le dimissioni dal consiglio comunale e, di fatto, la decadenza che verrà sancita nelle prossime ore con l’arrivo per i pochi mesi che mancano alle elezioni (maggio 2019?) del Commissario. Una situazione non più sostenibile quella che hanno raccontato Franco Palmieri, capogruppo di Treia 2020, l’ex assessore Davide Buschittari e soprattutto Franco Capponi che di questa maggioranza resta sempre il principale punto di riferimento a Treia.
«Definisco il mio ruolo come quello di allenatore di questa parte politica – ha detto Capponi – e mai avrei immaginato all’inizio di questa avventura politica con la Castellani che finisse in questo modo. Ha voluto insistere a prendere questo ruolo dove però ha mostrato timori nell’affrontare la macchina comunale forse dovuti ad inesperienza. Bisognava solo attenersi a quelli che erano i capisaldi del programma e dare continuità al lavoro fatto fino a che il sottoscritto è stato sindaco. Del resto tutte le delibere sono state approvate ad unanimità dalla maggioranza e alcune anche dalle opposizioni. Rispetto e fiducia che invece è venuta meno nell’agire della facente funzione di sindaco. Forse il peso delle responsabilità assieme ad un egocentrismo mostrato da Castellani sono alla base di questo epilogo per certi versi inatteso». Lo stesso Capponi sottolinea poi come alcune scelte poste in essere pongano a rischio importanti finanziamenti per opere strategiche per la città di Treia.
«La vicesindaco – ricorda Capponi – contro gli atti già approvati ha scritto una lettera con la volontà di rinunciare ad un finanziamento di oltre 800mila euro per non accollarsi la responsabilità di finanziare una quota costo che dopo la gara di appalto si sarebbe aggirata sui 300mila euro per la ristrutturazione post sismica della casa del Custode di Villa Spada. Ha agito illegittimamente senza averne titolo e senza sentire la maggioranza. Questo è stato l’elemento scatenante delle dimissioni e della caduta del consiglio comunale. Per non parlare dei poli scolastici che sono interamente finanziati dall’Ufficio Ricostruzione ad eccezione dell’acquisto dell’area necessaria. Un ripensamento della scelta delle sedi di Treia, Passo Treia e Chiesanuova comporterebbe una perdita dei finanziamenti già previsti con le ordinanze 33 e 56. Infine in questi 5 mesi Castellani ha dimostrato una incapacità decisionale, una contraddittorietà continua che ha messo in subbuglio l’organizzazione e la collaborazione degli uffici comunali, culminata con le dimissioni all’inizio del mese del segretario comunale Perroni». Insomma un quadro del tutto negativo quello dipinto da Franco Capponi che ha portato a questa decisione non più rimandabile di staccare la spina all’esecutivo che la sua stessa maggioranza aveva sostenuto per 4 anni e mezzo.
«Ci sono responsabilità della Castellani questo è certo ma è una sconfitta per tutti noi – ha affermato il capogruppo di Treia 2020, Fernando Palmieri -. In questi anni crediamo di aver fatto molto e bene per il Comune e per i cittadini di Treia, a cominciare dall’emergenza terremoto superata in maniera rapida e funzionale. Poi è capitata la tegola della sospensione di Capponi e avevamo puntato sulla gestione del programma e dei progetti già pianificati nella figura di Edi Castellani. Invece quasi da subito qualcosa non ha funzionato, sono nate incomprensioni e non siamo riusciti a farle rientrare anche se tentativi sono stati fatti. Per cui alla fine non ci è rimasto altro che mettere fine a questa storia con le dimissioni firmate dal notaio. Del resto non era più pensabile andare avanti in questo modo». L’ex assessore Davide Buschittari sottolinea poi come «valutata la distanza tra dove siamo oggi e dove eravamo col sindaco Capponi alla guida del Comune con la consapevolezza che la politica è responsabilità della decisione per il bene dei nostri uffici e soprattutto dei nostri cittadini abbiamo rassegnato le dimissioni dalla carica di consiglieri comunali. E’ venuto meno il rapporto di fiducia col vicesindaco, in alcune occasioni anche il rispetto delle persone. Senza decidere non si fa politica ma solamente azioni velleitarie. Non ce la siamo sentita di vedere la città umiliata e ferma dall’indecisionismo e quindi auspichiamo che i cittadini vogliano considerare la nostra decisione dolorosa, ma saggia e tesa al bene della collettività di Treia».
(Servizio aggiornato alle 16)
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ancora una volta il solito fallimento,
Anche quest’amministrazione e’ caduta, manca solo quella di Macerata a cadere.
@ROMAGNOLI. IL GUAIO CHE A MACERATA, LA STESSA MAGGIORANZA CHIEDE AL SINDACO DI APRILE UN TAVOLO CON L’UNIVERSITA’ E , PROBABILMENTE, HANNO DEI PROBLEMI DI COMUNICAZIONE TRA LORO.
DI LA DA VENIRE CHE QUALCUNO DICA: BENE, PER IL BENE DELLA CITTA’ SARA’ IL CASO CHE LA AMMINISTRAZIONE SE NE VADA ANZITEMPO?