Silvia Pinzi
«Si aprono scenari preoccupanti sullo stesso futuro di un entroterra ricco, variegato, composto da piccole ma vivaci realtà». Sono le parole del sindaco di Serrapetrona Silvia Pinzi: Ubi Banca ha deciso di chiudere anche in questo comune la sua filiale, così come successo poco tempo fa a Fiuminata (leggi l’articolo). Il primo cittadino si dice amareggiata e sorpresa e definisce «sconcertante la decisione», anche perché è arrivata senza nessun preavviso. Da qui la decisione di prendere carta e penna e scrivere ai vertici dell’istituto per chiedere di rivedere la scelta. Ecco la sua lettera integrale.
«E’ con rammarico e preoccupazione che affido a questa missiva l’amarezza e la sorpresa derivanti dalla notizia comunicata ufficialmente in questi giorni agli operatori economici e alla clientela in ordine alla decisione assunta da codesta direzione generale di procedere alla chiusura, imminente, del locale sportello di Ubi Banca. Tanto più sconcertante la decisione poiché nel piano di ottimizzazione territoriale pubblicato nei mesi scorsi non vi era traccia di tale iniziativa, né si poteva pensare che in un momento così delicato e difficile per i nostri territori dopo il sisma, un’azienda così radicata sul territorio da decenni potesse pensare di mettere in atto un provvedimento che depaupera i cittadini di un servizio importante e mette in estrema difficoltà il sistema economico-sociale di un’intera collettività. Facendomi interprete delle preoccupazioni degli operatori economici del territorio, dei cittadini e della clientela tutta della banca, l’amministrazione comunale di Serrapetrona chiede di non dar corso alla decisione assunta e sollecita un riesame delle valutazioni sottostanti alla stessa che a nostro parere non hanno tenuto nella dovuta considerazione sia i risultati positivi realizzati dalla vostra agenzia e soprattutto del tessuto economico che caratterizza storicamente il territorio di Serrapetrona, sia le enormi difficoltà che molti cittadini utenti, in special modo i più anziani, dovranno sobbarcarsi per raggiungere la più vicina filiale distante diversi chilometri in un contesto dove non sempre si ha la possibilità di spostarsi, anche per la mancanza di adeguati servizi di trasporto pubblici, per usufruire di servizi importanti come quello bancario rappresenta.
Poiché non possiamo entrare nelle decisioni di strategie aziendali, sembra inoltre alquanto precipitosa una così rapida decisione alla quale potevano senz’altro precedere passaggi intermedi di informazione, sensibilizzazione e discussione in merito a proposte alternative su eventuali modalità che consentissero comunque un presidio di sportello sul territorio, non solo per un rispetto istituzionale anche verso il Comune stesso, come ente territoriale di riferimento, anch’esso cliente dell’istituto con la tesoreria, ma anche e soprattutto per il rispetto doveroso ad una comunità che attraverso i propri cittadini e imprenditori ha contribuito alla crescita stessa dell’istituto bancario. Spesso, forse erroneamente, si pensa che chiudere le agenzie e tagliare il costo del personale innovando esclusivamente i processi, sia sufficiente per recuperare redditività. In molti casi così non è stato e si è persa la fidelizzazione della clientela, sono diminuiti i ricavi, mentre i costi sono scesi marginalmente poiché le tecnologie informatiche richiedono alle banche frequenti costosi investimenti e consulenze esterne. Impensabile e semplicistico asserire che i clienti possono sempre recarsi nella filiale vicina dove – nella risposta allo stesso nostro problema alle giuste rimostranze dell’amico sindaco di Fiuminata (leggi l’articolo) – i cittadini clienti potranno avere senz’altro una location più bella e confortevole, con un “nuovo concept”, “nuovo layout”, postazioni distanziate e pure la wi-fi, supporti touch per le aree di education digitale, di videoroom per la consulenza specialistica da remoto ma non avranno più la cosa più importante, ossia un punto di riferimento fondamentale ed essenziale nel loro territorio.
Poi, peccato che nel nostro caso, nell’ipotesi malaugurata di conferma della decisione di chiusura, non avremo nemmeno questi bellissimi e modernissimi presidi dato che la clientela verrà dirottata addirittura in un container: attualmente questa è la sede della filiale di Caldarola, dalla quale dipende lo sportello di Serrapetrona, nella quale, a causa del sisma, è stata costretta a trasferirsi e che dovrà diventare, forse anche per molti anni, il punto di riferimento dei correntisti serrapetronesi che sceglieranno di rimanere con Ubi. Ci stiamo battendo da tempo per mantenere i servizi fondamentali per la comunità, la scuola, i presidi sanitari, e per supplire a eventuali difficoltà con i servizi associati, o con singoli accordi intercomunali. Ora, dopo il sisma, quando anche il nostro Comune sta attraversando gravi disagi non solo a causa dei danni diretti del terremoto, ma anche da un incombente rischio di progressivo spopolamento se non si riuscisse a garantire da una parte una ricostruzione veloce ed efficace, ma dall’altro mantenere e addirittura anche potenziare proprio quei servizi che su un territorio sono la discriminante di scelta anche per coloro che volessero venire a stabilirvisi, si aprono scenari preoccupanti sullo stesso futuro di un entroterra ricco, variegato, composto da piccole ma vivaci realtà. La questione non è solo e semplicisticamente una identità territoriale da difendere ma richiede una riflessione profonda e una visione strategica per tutte le parti politiche, economiche e sociali per cui non possiamo fermarci ai numeri degli abitanti e fare tagli lineari ma occorre mettere in campo un ragionamento ampio. Riguarda l’esistenza stessa di un entroterra che, se pur martoriato, è pronto a rialzarsi, al quale si legano aziende importanti, attività economiche e famiglie che contribuiscono alla sua crescita e rinascita.
Ora più che mai è evidente che tante occasioni di crescita sono legate al mantenimento dei servizi. Per questo chiediamo di fare scelte che tengano conto di prospettive future, non tanto delle difficoltà oggettive attuali, che riguardano soprattutto tutti i piccoli comuni. Se un lato cerchiamo di valorizzare il territorio, le produzioni e le tradizioni locali, dall’altro questo sforzo potrebbe rivelarsi inutile: diventerebbe vano, qualora venissero a mancare punti di riferimento essenziali, a partire da una banca. Questa presenza va difesa a ogni costo. Chiediamo quindi con risolutezza che venga riesaminata seriamente la preannunciata decisione di chiusura dello sportello bancario Ubi di Serrapetrona e considerate le relative conseguenze che la scelta porterà ad un territorio, confermando la storica presenza dell’Istituto di credito, anche con modalità differenti ma sostenibili, per continuare a tutelare così obiettivi economicamente strategici per una comunità ed eticamente degni ed apprezzabili. Con l’auspicio che l’istanza manifestata in queste poche righe possa avere la degna attenzione in rispetto di una comunità che mi onoro di rappresentare».
Non vedo l'ora di disdire ogni contratto (conti, depositi ecc..) con Ubi, l'ho messo sulla lista delle cose da fare
Dopo i soldi che ha fregato dovevano chiudere tutte le banche ladrone ma poi arrivò il signor Renzi e la banda bassotti e tutti vissero felici e ladri!!!
E poi si definisce la banca del territorio!!! Oltre alla chiusura degli sportelli, e non saranno gli unici, portano via anche il centro informatico da Macerata, raggruppano tutto a Jesi.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Carissima Silvia, quando ci sentimmo alcuni giorni fa, all’arrivo delle prime lettere di UBI BANCA che comunicavano l’imminente chiusura della filiale di Serrapetrona(15 Ottobre 2019),dal tono della tua voce traspariva la delusione ma soprattutto lo sconcerto di tale comunicazione. Comunicazione che mi dicevi arrivata senza nessun segnale di preavviso.
Ricordo che ci trovammo come impietriti di fronte a quella lettera. Poi come sai fare tu, ti sei subito mobilitata per affrontare la situazione per tutelare i cittadini e tutte le attività produttive del territorio. Penso a tutti i produttori della VERNACCIA DOGC, DEL SERRAPETRONA DOC che con tanti sacrifici hanno fatto sì che tale vino fosse conosciuto e apprezzato in Italia e in tutto il mondo, agli albergatori, agli agriturismi che hanno investito sul territorio e si trovano in un comune senza banca. Scandaloso. Dal tono della tua lettera alla UBI, colgo una risposta precisa, dura nei toni, tutta tesa a difendere il paese. Continua, è sicuro che tutti siamo con te. Mi sconcerta l’assordante silenzio delle nostre istituzioni Provincia e Regione che dovrebbero essere a fianco dei cittadini, ma oramai non mimeraviglio più di nulla. Da parte mia e sono sicuro
da parte di tutto il paese riceverai tutto l’appoggio possibile, forza Sindaco.
Ciao Andrea
ecco il rispetto e la considerazione che le banche riservano al nostro territorio, un esempio lampante. Un grazie di cuore a chi in questo modo ha certamente agevolato la soluzione dei mille problemi che, da due anni a questa parte, assillano in special modo i piccoli comuni. I poteri forti sono sempre dalla parte dei cittadini, questa e’ la dimostrazione !
CI MERAVIGLIAMO? DECISIONI PRESE A BERGAMO? FILIALI SPARSE NEL TERRITORIO AL PREZZO DI UN EURO? ALLORA CORRIAMO DIETRO AI RESPONSABILI DEL FALLIMENTO BANCA MARCHE! ALTERNATIVE? CI SONO BANCHE DEL TERRITORIO CHE POTREBBERO FARSI AVANTI. MA SE ANCHE POSTE ITALIANE CHIUDONO, LA FACCENDA SI FA DURA. ESPRIMO SOLIDARIETA’ CON QUEI COMUNI MA DENTRO DI ME E’ PIU’ FORTE LA RABBIA PER QUESTO MODELLO DI SVILUPPO.
Oggi è arrivata la email di Ubi banca che dal 15 Ottobre lo sportello di riferimento per gli abitanti di Serrapetrona è quello della filiale di Caldarola. Sono avvilito e mortificato.