Ladro alla mensa, oltre ai soldi
sparita cassetta di sicurezza

CIVITANOVA - Ad accorgersi che mancava il denaro era stata una dipendente che doveva andarlo a versare. L'ex sindaco Corvatta: «Ciarapica interviene con il solito slogan: "Voi che avete fatto?"»

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di Laura Boccanera

Avrebbe portato via direttamente la cassetta in cui erano contenuti i 669 euro il ladro del denaro della mensa. Il furto, avvenuto nella delegazione di Civitanova Alta, ha preceduto di qualche mese quello più corposo di 7.200 euro in monetine dei parchimetri avvenuto alla Civitas. Le modalità sono simili: denaro pubblico custodito in un posto chiuso a chiave e che scompare, assenza di telecamere e l’ombra e il sospetto che ricadano su un dipendente pubblico. A Civitanova Alta ad essere stato sottratto è il denaro del servizio mensa che i genitori versano all’Anagrafe. Verosimilmente il furto sarebbe avvenuto tra il 6 e l’8 novembre del 2017: ad accorgersi della sparizione della cassettina è stata una dipendente dell’ente che aveva il compito di versare il denaro all’istituto di credito. Ma quando è andata a prelevare dall’armadietto la cassetta, questa non c’era più. Solitamente il contenitore era custodito all’interno di un armadietto posizionato in una saletta della delegazione e chiuso a chiave. L’ultimo versamento nella cassettina risale a due giorni prima, il 6 novembre, quando un genitore aveva versato una quota di circa 100 euro. Il dipendente che ha riscosso il pagamento ha sistemato i soldi all’interno della scatola e l’ha riposta nell’armadietto assicurandosi di aver chiuso a chiave e poi riconsegnato le chiavi all’anagrafe. All’interno della delegazione comunale non ci sono telecamere che possano mostrare dettagli utili, anche se le indagini si sono subito dirette verso l’ambiente interno visto che non vi erano segni di effrazione e solo i dipendenti conoscono l’ubicazione della cassetta e il suo contenuto. Le indagini dei carabinieri della Compagnia di Civitanova, diretta dal maggiore Enzo Marinelli, sono in corso. Sul furto, dopo le parole di condanna del sindaco interviene anche il consigliere comunale Tommaso Corvatta che commenta sul piano politico l’intervento di Ciarapica: «il sindaco somiglia sempre più ad un pugile suonato, sente una critica che lo sfiora e risponde in automatico con il solito slogan “e perché, voi che avete fatto?” – dice Corvatta -. Anche quando come in questo caso non centra nulla. I 483mila euro a cui si riferisce non sono il bottino di un furto perpetuato ai danni del Comune, ma la cifra dovuta dall’Asur per lo smaltimento dei rifiuti dell’ospedale. Ora non scenderò sullo stesso piano visto che si tratta dell’ospedale e quindi sull’argomento il sindaco può vantare di aver scritto una pagina tragicamente storica per la città di Civitanova, ma vorrei far presente che pur essendo il frutto di una trascuratezza amministrativa importante, non vi è in questo caso nessun danno ai cittadini, in quanto i soldi sarebbero passati da una amministrazione pubblica ad un’altra, quindi non un reato ma una distorsione di bilancio tra amministrazioni pubbliche. Qual’è lo psicodramma in base al quale il sindaco si sente così alle strette da dover cercare ancora la via di uscita della denigrazione gratuita? Sinceramente più del piccolo furto,è la reazione fuori luogo del sindaco che preoccupa».



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