di Maurizio Verdenelli
A volte (non) ritornano. Il suggestivo, filmico script potrebbe drammaticamente essere letto così (senza parentesi) in direzione del Centritalia, a distanza di due anni esatti (venerdi 24) dal sisma del Centritalia. Un autentico colpo al ‘cuore’ verde del Belpaese. Qualche giorno fa il nostro giornale ha pubblicato la storia di uno sfollato dell’entroterra che rientrato (sae docent) a casa dopo un lungo periodo ospitato in un resort sulla costa marchigiana, ha chiesto di poter nuovamente far ritorno nella sua nuova ‘patria’. Altro che Monti Azzurri: l’Adriatico è di un azzurro ‘finto’ (cfr inquinamento) ma rappresenta la nuova vita, il movimento rispetto al declino annunciato e puntualmente smentito delle aree interne. Sullo scenario di questo dramma epocale (ogni vent’anni, ma stavolta la ‘botta’ è più grossa di sempre per mutuare il titolo del docufilm del preciano Sandro Baldoni) ecco emergere in tutta la sua terrifica potenza il moloch temuto da sempre, la desertificazione.
Ricostruire vuol dire dunque ritornare. Far rinascere ancora il cuore malato del Centritalia: Marche ed Umbria ‘in primis’ sperando in un santo cui votarsi anche stavolta. Dopo l’ascolano Emidio (da secoli), il Patrono d’Italia 21 anni fa ed ora il Patrono d’Europa. Basterà la loro potente intercessione per un nuovo ‘miracolo’ come quello del post sisma ’97 (seppur imperfetto tuttavia, al momento, non turbato da indagini giudiziarie del tipo ‘Operazione Anubi’ in ‘salsa’ egizia come di recente)? Il nuovo governo promette di ‘cambiare passo’ e gli occhi sono tutti puntati al 12 settembre allo scontato avvicendamento della renziana Paola De Micheli che aveva sostituito Vasco Errani, il primo commissario. Non c’è due senza tre. Mentre lo sciame sismico nel Molise fa ritornare recenti mai sopite paure anche nel Maceratese (dove, come in Abruzzo, le scosse cominciano a sentirsi) si vocifera di un ritorno del ‘fondatore’ della Protezione Civile, Giuseppe Zamberletti, che fungerà da padre nobile a chi sarà chiamato ad assumere le redini di un’operazione che fa trenare i polsi. Sarà forse questi il grillino senatore Mauro Coltorti, da Jesi, dato alla vigilia come ministro alle Infrastrutture prima dell’avvento di Toninelli?
Coltorti al forum di Muccia, venerdì 24 (Eremo Beato Rizzerio, dalle ore 17) non ci sarà: fuori regione. Ci sarà invece l’altro candidato al ruolo di commissario, il sen. Giuliano Pazzaglini, sindaco di Visso. Con lui, il relatore di maggioranza del decreto legge ‘sisma’, l’on. Tullio Patassini ed altri deputati, l’ascolana Rachele Silvesti e la fabrianese Patrizia Terzoni. Con loro l’assessore regionale Angelo Sciapichetti, il direttore dell’ufficio per la Ricostruzione, Cesare Spuri; l’amministratore unico di ‘Quadrilatero’ (se non ci fosse stata la SuperValdichienti, il contesto sarebbe stato ancor più devastante, d’isolamento completo) Guido Perosino; la consigliera del ministro Bonisoli, Daniela Tisi, già direttrice della rete museale dei Sibillini. Protagonisti in prima fila da due anni contro il tempo perché “Ricostruire è ritornare”, come detta il tema del forum condotto da chi scrive. Con loro anche Giovanni Francesco Brugnaro, arcivescovo di Camerino; il prorettore di Unicam, Andrea Spaterna e la docente di Economia della Ricostruzione, Eleonora Cutrini (Unimc). Ancora: il capogruppo in Regione, Gianni Maggi (M5S) e la consigliera Romina Pergolesi (M5S).
Importante la presenza dei sindaci. Dall’Umbria, Nando Mismetti (Foligno) e il delegato del parco regionale di Colfiorito, Paolo Gubbini; da Preci, Pietro Bellini. Dalla provincia di Ancona: Gabriele Santarelli, primo cittadino di Fabriano con uno dei primi progetti post sisma finalmente realizzati (appena inaugurata la prima delle scuole post sisma costruita con fondi statali); da Sassoferrato, Ugo Pesciarelli. Dal Maceratese sindaci che hanno iscritto il loro nome nell’albo d’oro di chi ha vinto la battaglia per la rinascita del proprio paese: Pietro Cecoli (Montecavallo), Mauro Falcucci (Castelsantangelo sul Nera), Mario Baroni (Muccia), Renzo Marinelli (Castelraimondo), il serravallese Venanzo Ronchetti, ‘il sindaco del terremoto del ’97’. E chi è sul fronte da due anni ininterrottamente: Rosa Piermattei, la ‘pasionaria’ di San Severino ed inoltre il sismologo che ha rivelato l’origine e la natura del terremoto dell’agosto del 2016, il sindaco di Camporotondo di Fiastrone e docente Unicam, Emanuele Tondi. Ed inoltre da Sarnano, Franco Ceregioli; mentre da Camerino è atteso Marco Quacquarini, delegato dal sindaco Pasqui. A convegno ha aderito anche Agata Turchetti, una delle due figlie di ‘Nonna Peppina’. Un appuntamento dunque importante alla vigilia di un cambiamento da cui ci si aspetta molto, non solo proclami e belle promesse. Non c’è più tempo per quelle adesso che la strada del ritorno, se lo è ancora per gli anziani, appare assolutamente non più seduttiva per i giovani in cerca di una nuova ‘patria’ possibile, anche fuori dalla propria provincia e/o regione.
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Secondo me, le terre marchigiane dove c’e’ stato due anni fa’ il devastante terremoto non saranno mai ricostruite.
Al sig. Romagnoli rispondo che ha ragione anche perché noi imprese edili del territorio credo che staremo alla larga, se non cambiano la “musica”, dato che è difficilissimo incassare i lavori eseguiti(questo sta succedendo principalmente nel Maceratese, chissà perché)