Morte di Dario Conti:
«Se ne va un compagno di valore,
un uomo pieno di passione»

CAMERINO - Via vai incessante alla camera ardente per l'ex sindaco. Domani alle 15 alla sede del Contram la cerimonia laica in suo ricordo. Le testimonianze dei compagni di partito, il dono della bobina per la risonanza magnetica, il lavoro per la prossima mostra d'arte sui tesori salvati dal sisma ed i trascorsi giovanili da giornalista

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Dario Conti

 

di Monia Orazi

Una bara di legno chiaro con sopra la fascia tricolore da sindaco e quella biancoceleste della Lazio: cittadini, parenti, amici, conoscenti di Dario Conti, si stanno recando nella camera ardente allestita al secondo piano della sede Contram di Camerino. Tanti i messaggi di cordoglio ed i ricordi giunti alla sorella Mirella, ai nipoti Roberto, Patrizia, Carlo. Il funerale si terrà domani alle 15 nella stessa sala, con una cerimonia laica. Davanti alla sua bara i garofani rossi simbolo del socialismo, l’ideologia alla quale Conti ha ispirato per ben 44 anni tutta la sua militanza politica e l’azione nei ruoli istituzionali che si è trovato a ricoprire. A scortare la bara sono stati presenti a turno gli agenti della polizia locale di Camerino, ai lati dello stendardo comunale listato a lutto, affiancato dalla bandiera italiana e da quella europea. Sopra la bara la foto in primo piano dell’ex amministratore, che sembra scrutare con lo sguardo chi gli sta di fronte. «Era un amico ed un punto di riferimento per noi più giovani del Partito socialista – ha detto il dottor Pietro Cruciani – è stato un amministratore serio, competente ed onesto, che ha sempre difeso Camerino ed il suo territorio ovunque, di rara tenacia e caparbietà nel portare avanti le sue battaglie. Ricordo che con l’indennità di fine mandato da sindaco, ha voluto donare la bobina per la risonanza magnetica dell’ospedale di Camerino, fondamentale per gli esami di prevenzione delle neoplasie femminili».

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La camera ardente

Così lo ricorda Mauro Riccioni, ex assessore provinciale ai tempi in cui Conti ricopriva la stessa carica in Provincia: «Dario compagno di lotta e di coraggio,vent’anni fa o giù di lì da assessori provinciali eravamo le spine punzecchiatrici di una sinistra ormai assuefatta al neoliberismo. Ricorderò sempre di te la sincerità, l’intelligenza ed i consigli che mi davi quasi da padre per non prendere le bastonate in politica». Innumerevoli le battaglie portate avanti nel corso della sua militanza politica, come ricorda l’avvocato Giuseppe De Rosa, storico e giornalista: «Poco prima del terremoto del 1997 si parlava della possibile soppressione dell’ospedale di Camerino e io ricordo che fece venire in città il sottosegretario alla Sanità, poi questa lotta ottenne una soluzione positiva solo successivamente al sisma, con la venuta di Rosi Bindi e la costruzione del nuovo ospedale. In tempi più recenti – ha aggiunto De Rosa – si impegnò nella lotta per il mantenimento del tribunale, dell’Agenzia delle entrate, nel 2010 aderì convintamente al comitato cittadino che si opponeva all’accordo di programma tra gli atenei di Macerata e Camerino. In anni giovanili, pochi lo sanno, ebbe un ruolo da giornalista, era corrispondente locale de Il Tempo di Roma».

 

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Riccardo Nencini

Tra le ultime cose di cui l’ex sindaco si è occupato con passione la mostra d’arte “Tesori ritrovati”, di cui ha seguito le fasi preparatorie da convinto sostenitore, insieme agli organizzatori, che metterà in mostra opere salvate dalla furia del terremoto e si aprirà nelle prossime settimane. Conti era una delle colonne portanti del Partito Socialista, non solo in provincia di Macerata, ma anche a livello nazionale. Il segretario nazionale del Psi, Riccardo Nencini, ha dichiarato: «Con Dario se ne va un compagno di valore, un uomo pieno di passione, che ha speso tutta la sua vita al servizio delle istituzioni. Pochi hanno amato e curato la propria città e la propria terra come ha fatto lui. Dario è stato uno straordinario amministratore – ha ricordato Nencini – era una guida sicura, un compagno che ha lavorato instancabilmente per il Partito e per la sua gente. Ci mancherà l’ uomo tenace e coraggioso». Al cordoglio di Nencini, si aggiunge quello del tesoriere del Psi, Oreste Pastorelli: «La notizia della scomparsa di Dario ci rattrista profondamente. Nonostante fosse stato direttamente coinvolto, nei giorni immediatamente successivi al terribile terremoto che ha colpito il cento Italia e Camerino – ha ricordato Pastorelli – Dario si è battuto sin da subito per la ricostruzione, mosso da un incondizionato e singolare amore per la sua terra. Insieme avevamo cercato in ogni modo – ha proseguito Pastorelli – di contribuire alla rinascita della sua città. Dario era un amico – ha concluso Pastorelli – e con lui se ne va una persona di una umanità straordinaria». Maria Pisani, legata a Dario da una profonda amicizia, lo ha ricordato così: «Non ho parole per descrivere il dolore profondo che provo per la morte di Dario. Perdo un compagno, un amico. Grazie a Dario ho imparato la tenacia e la determinazione per condurre in questi anni la battaglia per una legge sul testamento biologico e sul fine vita. Lo conobbi in uno dei momenti più brutti della vita di un uomo» – ha ricordato Maria Pisani riferendosi al paziente malato di Sla che Dario e Maria Pisani avevano curato e ascoltato fino alla fine dei suoi giorni – «e fu grazie alla sua passione che intraprendemmo insieme una lotta tenace per il riconoscimento del diritto a una morte dignitosa» – ha proseguito Pisani- «chiedendo a tutti i nostri consiglieri regionali di aprire una discussione sui territori. Ci sentivamo quasi ogni giorno, eppure non sono riuscita a salutarti. Voglio però ringraziarti Dario, a nome del partito per aver amministrato con saggezza e passione il comune di Camerino, e a nome mio, per avermi insegnato cos’è l’amore, la passione, la politica, che cos’è la vita», ha concluso Pisani.

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Moreno Pieroni

Anche l’assessore regionale Moreno Pieroni lo ricorda con parole intense: «Di Dario Conti impossibile non ricordare la tenacia con cui si è sempre battuto per gli ideali socialisti e per l’impegno  costante  per i “suoi” territori montani, in particolare in questo ultimo periodo dopo il sisma dove si era reso  promotore di una serie di proposte per la ricostruzione. Dario è stato un’istituzione per la sua terra e per la sua gente di cui era autorevole portavoce e non solo da sindaco di Camerino quale è stato, ma anche successivamente seppur senza incarichi formali è sempre rimasto un punto di riferimento importante per tutte le persone che lo hanno conosciuto ne hanno potuto apprezzare la coerenza e la grande l’onestà intellettuale». A lui si uniscono i consiglieri regionali Boris Rapa e Maurizio Cionfrini: «La scomparsa di Dario Conti lascia un vuoto incolmabile. Dario è sempre stato per il gruppo consiliare Uniti per le Marche un riferimento ed un supporto politico ed umano di grande spessore. Lo ricorderemo sempre per le tante battaglie portate avanti in favore del suo territorio e di tutta la Regione».

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Il sindaco di Fiastra Claudio Castelletti

Ad aggiungersi al ricordo è l’amministrazione comunale di Fiastra, di cui la famiglia Conti era originaria. «L’amministrazione comunale, anche a nome di tutta la popolazione di Fiastra, si unisce al cordoglio unanime per la scomparsa di Dario Conti, nato a Rovigo da una storica famiglia di questa valle e affezionatissimo frequentatore di Fiastra cui non ha mai fatto mancare il suo appoggio nel corso della sua brillante carriera politica nel Partito Socialista», si legge in una nota inviata dal Comune. Il padre Fulvio è stato sindaco di Fiastra ed apprezzato storico locale. Autore del libro “Fiastra nella storia, nella leggenda e nella cronaca”, Fulvio ha tramandato la storia del suo paese con dovizia di particolari in quello che può essere considerato il documento più completo sulla storia del nostro territorio. Il nonno, Dario anche lui, è stato invece un industriale molto attivo all’inizio del ‘900. A lui è dedicata la piazza di Fiastra, non solo per le tante famiglie a cui ha dato un lavoro sicuro nel suo opificio tessile, ma anche perché con la sua lungimiranza e perseveranza fu capace di portare la corrente elettrica nel nostro piccolo paesino montano già nel 1909, quando ancora molte grandi città ne erano sprovviste. Anche per questo fu insignito della medaglia d’argento al merito industriale. «Con la perdita di Dario tutto l’Alto Maceratese ha perso uno strenuo difensore dei diritti della gente di montagna – ha dichiarato Claudio Castelletti – e Fiastra, in particolare, ha perso uno dei suoi cittadini più illustri. Ci mancherà moltissimo».

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