«Vendita di Gas Marca senza informare la città e senza discussione nelle sedi istituzionali, il sindaco dica chiaramente come verranno spesi gli introiti». Il segretario del Pd Guido Frinconi commenta la riunione di giovedì sera quando l’amministrazione ha dato mandato ad Atac di vendere ad Estra il 51% di Gas Marca. «Ci sono domande che ad oggi non trovano risposta sul perché l’amministrazione abbia deciso di vendere anticipatamente, di ben 4 anni, il 51% di Gas Marca – scrive Frinconi -. Non si comprende, infatti, il perché si siano affrettati i tempi e soprattutto perché si sia agito in silenzio, senza che la città fosse informata e senza discutere nelle sedi istituzionali trattandosi di un tema molto importante per la città come la vendita di una Partecipata come l’Azienda di fornitura del gas. Ci si chiede il perché chi oggi ha deciso la vendita dell’intera Gas Marca, ieri era il primo a porre veti alla medesima vendita. A tal riguardo si chiede al Sindaco di dire alla cittadinanza quali siano le destinazioni di tali introiti. Non basta dire che serviranno per progetti condivisi, perché questo vuol dire tutto e non vuol dire niente. Ancora una volta si parla per spot nel tentativo di giustificare una scelta in contraddizione con quanto hanno fatto e detto in campagna elettorale». Difende invece la vendita il gruppo consiliare Liberamente: «è stata l’amministrazione di centro sinistra durante il suo mandato a vendere il 49% di GasMarca e ci troviamo oggi come amministrazione ad esaminare senza alcuna possibilità di intervenire, a dare seguito ad un contratto di cessione di partecipazione societaria. La cessione del 51% concluderà un iter che è orientato all’aggregazione e che alla nostra città permetterà di usufruire di servizi comunque forniti da un gruppo industriale solido e al tempo stesso permetterà all’Atac Civitanova e all’amministrazione comunale di predisporre un piano di investimenti. È vero che molti esponenti dell’attuale amministrazione ed io in primis erano contrari all’ipotesi di vendita della Gasmarca ma l’allora amministrazione di centrosinistra ha deciso il contrario, sostenendo l’obbligatorietà di collocare la società sul mercato senza provare minimamente a cercare soluzioni alternative. Oggi fa sorridere il loro atteggiamento dettato solo da logiche politiche atte a screditare l’attuale amministrazione, criticando un’operazione da loro stessi iniziata e che non vedevano l’ora di portare a termine».
Gas Marca nella mani di Estra: Atac verso la cessione del 51%, un affare da 6 milioni di euro
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a volte queste cessioni servono per avere liquidità che molti enti locali e aziende correlate non hanno per pessima governance delle risorse pubbliche e certe srl aspirano ad essere quotate in borsa come spa
Uno a me, due per un cinque sei metri di cavalcavia davanti casa della Cecchetti, uno all’Asola per controllare tramite controlli elettronici ( in verità elettrici da 850 Wolts ) il flusso di migrante bianco anche se sta sempre nero, da Portorecanati, uno per la ricerca di ex politico scomparso, forse in America per impedirne il ritorno. Ne avanza uno, nel frattempo, fino a che non si scioglie il nodo ( c’è sempre un nodo da sciogliere od un tavolo da aprire), lo tengo in sicurezza personalmente. Peccato non avere anche i milioni incassati dalla vendita fatta dall’amministrazione precedente di cui ieri incontrando Maretto mentre scaricava una cassetta de roscioli, mi ha assicurato che lui era stato avvisato in via del tutto ESTRA della vendita dell’Atac. C’era anche Marià ex pensionato che disse testualmente: ” Ma adesso dove ci Atac..hiamo? “.