di Monia Orazi
Chi ha l’età per ricordare, non ha dimenticato la tragica notte del 29 marzo 1988, quando a Camerino, nel silenzio e nel buio della campagna di Portaiano, si consumò l’efferato omicidio di due giovani carabinieri, Donato Chiarelli di 22 anni originario di Loreto Aprutino (Pescara) e Giovanni Liberto Corinto di 23 anni originario di Acquaviva delle Fonti (Bari), già insigniti della medaglia d’argento al valore civile.
Domani mattina si terrà una solenne cerimonia in loro ricordo, nel trentennale della scomparsa, alla presenza dei vertici dell’Arma dei carabinieri, delle autorità civili, militari locali. Si inizierà alle 10,30 con la messa nel centro sociale San Paolo. A seguire (11,30) gli interventi delle autorità per celebrare la memoria dei due militari ed alle 12 sarà deposta una corona di alloro in loro memoria, nella lapide della caserma provvisoria della Compagnia dei carabinieri di Camerino, in via Madonna Delle Carceri.
Tutto iniziò il pomeriggio del 28 marzo 1988, quando il professor Domenico Filippi denunciò l’avvenuto furto di vari mobili antichi, dalla sua casa di campagna, nota come villa Filippi, in località Portaiano di Camerino, a pochi chilometri lungo la provinciale per Sfercia.
Dal sopralluogo dei carabinieri all’epoca, si vide che i ladri erano entrati da un abbaino, dopo aver rotto un vetro ed emerse che da un mobile mancavano due cassetti, dunque con ogni probabilità, ci sarebbe stato un nuovo tentativo di furto. Per questo furono organizzati dei servizi di appostamento notturno dalle 22 di notte alle 4 del mattino.
All’una di notte presero servizio Giovanni Liberto Corinto e Donato Chiarelli. L’ultima loro chiamata alla centrale, secondo quanto riferito dalle cronache giornalistiche dell’epoca, sarebbe avvenuta poco dopo le 3. Secondo quanto ricostruito all’epoca, i militari avrebbero sorpreso Carlo Ceresani, artista 37enne di Camerino già noto alle forze dell’ordine, mentre cercava di forzare l’ingresso della villa. Ceresani era giunto sul posto con la sua Lancia Fulvia. I militari gli avrebbero detto di fermarsi, ma lui tirò fuori un coltello e li colpì selvaggiamente. Chiarelli morì subito. Corinto ebbe la forza di sparare un colpo che ferì a morte Ceresani. A scoprire ciò che era accaduto una pattuglia di carabinieri, intervenuti sul posto preoccupati perchè i loro colleghi, già alle 3,50 di quella tragica notte, non rispondevano più. I carabinieri trovarono Corinto agonizzante, che raccontò loro quanto era successo, spirando poco dopo.
All’epoca furono celebrati solenni funerali nel pomeriggio del 30 marzo, nel duomo di Camerino. L’omicidio dei due carabinieri salì alla ribalta delle cronache nazionali, suscitando una forte commozione tra la popolazione locale. Ad ogni anniversario della morte, in modo più solenne nel ventennale e nel venticinquennale, l’Arma dei carabinieri ha sempre ricordato il sacrificio dei due giovani militari, alla cui memoria erano dedicati una lapide ed una scultura nella caserma di via Bongiovanni, resa inagibile dal terremoto. Ancora una volta, con la cerimonia di domani, rivivrà il ricordo della loro tragica morte, nella cerimonia organizzata dall’Arma, dall’associazione dei carabinieri in congedo e dalla locale Compagnia dei carabinieri. Alla loro memoria a Portaiano di Camerino, di fronte all’ingresso di Villa Filippi, si trova un monumento alla memoria dei due militari, con le loro foto e la scritta “Fermati viandante, il destino non risparmia i buoni”.
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