di Monia Orazi
«A Macerata verrò a telecamere spente. Voglio evitare qualsiasi polemica. La violenza non è mai la soluzione. Sono voluto venire dagli italiani dimenticati, i terremotati, dopo un anno e mezzo è stata consegnata metà delle casette». Sono le parole del leader della Lega Nord Matteo Salvini, che oggi è arrivato nelle Marche per il suo tour elettorale. Dopo la mattinata a Fabriano, Salvini è andato a Camerino, poi nel pomeriggio, alle 15,50 è previsto il passaggio a Civitanova, infine ad Ascoli. Circa 200 persone ad attenderlo nella città ducale, in prima fila il sindaco di Visso Giuliano Pazzaglini, candidato di punta per la Lega nel Maceratese. Salvini ha mostrato un felpa dedicata a Visso, Ussita e Castelsantangelo, i tre comuni più colpiti dalle scosse di terremoto di ottobre 2016. Incalzato sul folle raid razzista di Luca Traini e sulla tragedia di Pamela Mastropietro, la 18enne trovata a pezzi in due valigie ai bordi della strada di Casette Verdini, ha detto: «Tranquilli il suo sacrificio non sarà vano».Al City park una manifestazione di una ventina di studenti universitari, che hanno espresso la loro contrarietà alle idee della Lega in materia di immigrazione, tenuti a diverse decine di metri di distanza da Salvini, dai carabinieri in assetto anti-sommossa.
«Non sono qua per parlare di polemiche – ha proseguito il leader leghista rispondendo alle domande dei giornalisti – né di presunti ritorni del fascismo, sono qui per incontrare gli italiani dimenticati, che dopo un anno e mezzo non hanno le casette, non hanno potuto ricostruire le proprie case, hanno negozi ed aziende chiuse, loro non sono italiani di serie B. Dedico il mio tempo a costruire non a polemizzare, Grasso, Boldrini, Renzi e Saviano possono dire quello che vogliono: le Marche sono dimenticate, ci sono cittadini che attendono risposte, dopo un anno e mezzo non è possibile che siano arrivate solo metà delle casette richieste». Alla domanda se andrà a trovare i feriti, vittime della follia razzista di Traini, ha risposto: «Ci andrò a telecamere spente, per rispetto di tutti, quando non ci saranno fotografi e tv, per evitare polemiche. C’è bisogno di risolvere i problemi, non di fare altre polemiche. Ci sono scontri sociali, in pochi anni si sono fatte entrare 700mila persone. Ora arrivano le lacrime di coccodrillo della sinistra che ha riempito l’Italia di clandestini e l’ha fatta diventare un immenso campo profughi, non ci si può stupire che possano esserci episodi di violenza. Le loro lacrime di coccodrillo mi fanno pena».
Riguardo alle manifestazioni vietate dalla prefettura a Macerata il leader leghista ha aggiunto: «E’ il momento di lavorare per risolvere i problemi, non di manifestare, per questo nelle mie tappe marchigiane ho voluto incontrare i cittadini terremotati, i sindaci per costruire, evitando le polemiche». Salvini dopo aver risposto ai giornalisti è salito su una delle aiuole di fronte al piazzale del City Park ed ha iniziato il suo comizio, tra le bandiere leghiste, condannando i recenti episodi di violenza: «I problemi si risolvono nel rispetto della legge, io do rispetto a chi chiede rispetto, non si è mai risolto nulla insultando, minacciando, picchiando e sparando, voglio approvare una normale legge sulla legittima difesa. In queste tappe marchigiane mi voglio occupare degli italiani dimenticati, perché chi doveva fare, non ha fatto nulla. C’è tanta gente, compresi quei quattro sfigati là in fondo (gli studenti universitari che stavano manifestando, ndr) che si preoccupa di chi sbarca domattina, io e la Lega ci preoccupiamo prima degli italiani, di permettere a chi vuole di poter restare nel suo territorio, di avere una immigrazione controllata e ricordo che la violenza non è mai una soluzione». Ha concluso: «Dobbiamo controllare chi entra e chi esce, restituire dignità al lavoro. Vengo da Fabriano, dove ci sono la Jp, le cartiere, la Tecnowind, la Whirlpool e decine di aziende in crisi, multinazionali che hanno preso soldi pubblici e che licenziano in Italia e vanno ad aprire all’estero, non è possibile, prendo l’impegno morale di abolire la legge Fornero che sta rubando il futuro ai giovani. Non vedo l’ora di passare dalle parole ai fatti».
Bandiere, piccoli striscioni con scritto Salvini premier, tanti i militanti della Lega che non sono mancati all’appuntamento, applaudendo e gridando forte «Bravo, così, ben detto». Subito dopo il comizio, iniziato poco dopo le tre, Salvini si è intrattenuto per tante foto con il pubblico. Dal fondo del piazzale, i giovani universitari con cartelli «No al razzismo»,«Matteo Salvini odio senza confini», hanno urlato «Vergogna Salvini, noi siamo antirazzisti». Di fronte alla ventina di universitari, che si sono organizzati spontaneamente, una decina di carabinieri in assetto antisommossa. «Siamo qui perchè siamo contro il razzismo – ha risposto ai giornalisti una giovane studentessa – qui all’università convivono tante razze diverse, Camerino ha una bellissima tradizione di accoglienza, studiamo insieme senza problemi, non importa se uno è nero, cinese, siriano, siamo tutti uguali, tutti riescono a laurearsi. Non si può mettere da parte una persona solo perchè è di colore, non darle le stesse possibilità degli altri è razzismo, una cosa sbagliata». Presenti anche diversi amministratori locali, i candidati alle politiche della Lega Nord ed il sindaco di Camerino Gianluca Pasqui: «A Salvini ho chiesto tre cose da fare subito, la prima la sanatoria per i 1200 terremotati ritenuti abusivi dalle legge, la seconda di restringere il cratere riconoscendo i differenti livelli di danno perchè non si può curare tutti con la stessa medicina, la terza di dare più poteri a noi sindaci, facendoci diventare commissari dei nostri territori, altrimenti non ce la faremo mai». Prima del comizio Salvini ha parlato con i rappresentanti di alcuni comitati dei terremotati, che gli hanno sottoposto le proprie modifiche al decreto Salva Peppina, apprezzate dal candidato premier della Lega Nord.
Il folle razzista un fan di Salvini, stretta di mano al comizio leghista (Foto/Video)
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