Dopo le scuole e l’emergenza abitativa, San Severino pensa alle chiese. In totale sono 16 i luoghi di culto settempedani finanziati dal Piano ricostruzione dei beni culturali presentato dal Mibact dopo il sisma (leggi l’articolo).
«Abbiamo dato priorità agli interventi nelle scuole e, prima ancora, ai sopralluoghi negli edifici privati – dice il sindaco Rosa Piermattei – al fine di mettere in condizione tante famiglie di ritornare nelle proprie case ma anche quello delle chiese e degli edifici di culto era per noi un capitolo comunque importante. Le nostre chiese sono un tesoro diffuso su tutto il territorio e custodiscono opere di inestimabile valore. Il terremoto ha danneggiato le strutture ma la comunità ha bisogno di questi luoghi anche per ritrovarsi e per trovare nella fede un momento di conforto e speranza».
Nell’elenco anche la chiesa di San Giuseppe, in piazza Del Popolo, che era già in piena fase di ristrutturazione dopo il rogo di Capodanno del 2009 e che rientra oggi fra gli interventi prioritari. Insieme a questa anche quella di Santa Chiara, a Castello al Monte, già presente nel primo stralcio.Fra i luoghi di culto che saranno sottoposti a recupero figurano poi il santuario di San Pacifico, l’abbazia di Santa Maria di Valfucina, le chiese di San Filippo e Santa Maria della Pieve e diverse altre chiese del vasto territorio comunale: Santa Maria Assunta a Cesolo, Sant’Anna a Parolito, San Giovanni Battista nella frazione di Colleluce, San Paolo al Ponte, Santa Maria Annunziata ad Aliforni, San Pietro Apostolo nella frazione Biagi, Sant’Antonio Abate a Castel San Pietro, San Pietro Apostolo a Serripola, Santa Maria Assunta a Carpignano e San Giovanni Battista nella frazione dei Granali.
Sisma, 187 chiese da ristrutturare: il piano del ministero per il Maceratese
Giustissimo, ma vorrei far notare, soprattutto per chi non conosce la vastità territoriale del comune di Kmq 193,77 terzo per estensione delle Marche, che vi sono altre chiese, inagibili, di primaria importanza a servizio di interi quartieri, come il Duomo di Castello al Monte, il complesso con chiesa e torre campanaria di San Domenico (con oltre 2.500 parrocchiani), le relative chiese dei 13 cimiteri rurali, che servono le 35 frazioni, le quali non possono essere usate anche per un semplice funerale e guarda caso di proprietà comunale, per non scordare quella storica del castello di Pitino che anche con il sisma del 97 non ha usufruito di nessun finanziamento. Invece sarebbe da fare un indagine più approfondita, da parte della Sopraintendenza e da parte della Procura, sulle chiese lesionate che hanno usufruito dei fondi del 1997 e su come sono stati svolti i lavori....
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