GI&E (Gruppo Ghergo), in gioco il futuro di 160 famiglie. I lavoratori incrociano le braccia. L’allarme arriva dai sindacalisti Rocco Gravina (Fim-Cisl), Carlo Cesca (Fiom-Cgil) e Boris Marco Basti (Uilm-Uil). Ieri, infatti, nello stabilimento di Porto Recanati si è svolto l’incontro con l’amministratore Luciano Ghergo e l’amministratore unico della Glf turbine srl Lorenzo Ghergo. La Gi&E è stata messa in liquidazione e la Glf turbine ha affittato solo un ramo d’azienda, quella relativa alle parti calde. Oggi i lavoratori, già in cassa integrazione fino al 2 maggio, si sono riuniti in assemblea per discutere l’avvio della procedura di affitto d’azienda e messa in liquidazione degli altri reparti produttivi. Insomma i rappresentanti dei lavoratori hanno chiesto alla proprietà rassicurazioni sia sull’inizio della parte di attività affittata, previsto per il primo febbraio, sia per gli altri reparti che andranno in liquidazione. Ma le risposte sono state tutt’altro che soddisfacenti. «I lavoratori – spiegano Gravina, Cesca e Basti – dopo ampia discussione hanno ritenuto insufficienti e poco credibili le argomentazioni addotte dagli amministratori delle due aziende, in quanto non hanno fornito un piano industriale dettagliato sia per quanto riguarda gli ordinativi sia sul piano della sostenibilità economica e sugli investimenti necessari per il rilancio dell’azienda. I lavoratori di tutta la GI&E ad oggi non sono nelle condizioni di poter esprimere fiducia alla nuova compagine aziendale e vogliono risposte immediate e concrete e non fumosi e al quanto improbabili progetti di scarsa sostenibilità, è in gioco il futuro di 160 famiglie a Porto Recanati. Per quanto sta succedendo all’intero gruppo, si chiedono incontri serrati in sede istituzionale per garantire un futuro occupazionale a tutte le maestranze». Per questo al termine dell’assemblea sono state decise le prime otto ore di sciopero domani davanti lo stabilimento. «Se non ci saranno riscontri a quanto richiesto – concludono i sindacati – si valuteranno ulteriori iniziative di protesta». Il 23 invece è previsto un incontro in Regione tra proprietà e sindacati.
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Non preoccupatevi la ripresa e’ in corso,siamo in fondo al tunnel!
non c’è più limite al peggio, ma qui la crisi non c’entra proprio
Purtroppo ogni giorno leggo di aziende in crisi e c’è qualcuno che scrive sui giornali che in Italia e’ aumentata l’occupazione, forse viviamo in due realtà diverse ?
https://youtu.be/_jF5O-v4lWQ
Hanno già deciso di licenziare. Qualunque sia il motivo a che serve scioperare? L’unione fa la forza, ma prima che si corra il rischio di perdere tutto. Ogni mese c’è dalle nostre parti un azienda, GROSSA, in difficoltà e come dice Nibaldi la crisi non è detto che c’entra. Ma siccome ognuno cura sempre il suo piccolo giardino, i sindacaTI NON SONO PIù QUELLI DI UNA VOLTA, IN GRADO DI PREVEDERE E DI MUOVERLE PRIMA LE PERSONE ( UNA VOLTA SI CHIAMAVANO MASSE PERCHé QUESTO ERANO ), QUINDI ECCOCI QUI. e’ BELLO QUANDO UN SINDACATO RIESCE A FARE AVERE AL’0PERAIO QUANTO GLI SPETTA, MA OGGI PIù DI IERI BISOGNA GUARDARE ALL’OGGI E AL DOMANI INTESO COME IL GIORNO DOPO PERCHé I PADRONCINI SEMPRE PIù FURBI TI METTONO DAVANTI AL FATTO COMPIUTO MAGARI PARLANDOTI DI CRISI MENTRE STANNO COSTRUENDO UNA NUOVA FABBRICA ALL’ESTERO PER SFRUTTARE I DI Là OPERAI, VISTO CHE EFFETTIVAMENTE QUI COSTANO TROPPO E LE TASSE SONO ANCH’ESSE ALTE E NONOSTANTE TUTTO IL NERO CHE FANNO, VOGLIONO GUADAGNARE DI PIù PAGANDO MENO PER L’APPUNTO OPERAI E TASSE.
Sostenere che in Italia gli operai costano troppo(da 800 a 1100 quelli semplici,fino a 1500 gli specializzati)è un grosso regalo che si fa ad imprenditori senza scrupoli mentre si danneggiano quelli onesti che ancora si sforzano di lasciare il lavoro in Italia dove ancora c’è un saper/fare che molti altri paesi possono solo sognare.Il problema è che in giro per il mondo(ed ora anche internamente alla stessa Europa unita)esistono riserve da sfruttare nelle quali negrieri odierni,con la complicità della politica,cacciano tranquillamente.
Retribuzioni e costo del lavoro – Statistics Explained
ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php/Wages_and_labour_costs/it
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13 set 2017 – Nel 2016 il costo del lavoro orario medio stimato era pari a 25,40 euro nell’UE-28 e a 29,80 euro nella zona euro (AE-19). Dietro questa media si celano tuttavia differenze significative tra gli Stati membri dell’UE, con un costo del lavoro orario compreso tra”””4,40 euro””” in Bulgaria e 42,00 euro in Danimarca …