di Giancarlo Liuti
Corrono tempi nei quali accadono sin troppe cose di cui scandalizzarsi ed esserne profondamente turbati. Ed è questa la ragione per cui qualche “avventuriero” cerca di farle diventare ancor più numerose mettendone in giro delle altre che non sono vere ma, per salire in cattedra, se le inventa lui. Di che genere? Spesso riguardano i rapporti sessuali fra uomo e donna, un argomento, questo, che continua a suscitare una morbosa curiosità nei giovani, negli adulti e nei vecchi. Pure nei vecchi? Sì, con l’aiuto del “viagra”.
Ma veniamo al dunque. Proprio in questi giorni sono comparse nei giornali alcune foto che fanno vedere una coppia seminuda possedersi senza ritegno – ossia in pubblico – nella centralissima Galleria del Commercio di Macerata. Improbabile, questo, nella realtà, ma secondo le intenzioni del suddetto “avventuriero” chi passasse di lì assisterebbe a uno spettacolo assolutamente incredibile per la proverbiale e un po’ ipocrita morigeratezza dei costumi locali. Qualcuno di tolleranti principi liberali si limiterebbe a dire: “Ma che combinano, ‘sti stronzi?”. E qualche altro più fedele a “Macerata Civitas Mariae” ne sarebbe scandalizzato. Ma, per l’appunto, mi sono detto, era proprio questo lo scopo di chi aveva architettato inventato tale scena e l’aveva messa in circolazione su Whatsapp con un abile montaggio fotografico (e un “montaggio”, nel senso di “montare sopra”, poteva essere). Una scena, ripeto, inverosimile nella realtà ma non nella testimonianza di quelle fotografie che dai cellulari sono poi legittimamente comparse nei giornali.
Tutto abbastanza normale, almeno fin qui. Ho pensato che in fondo poteva trattarsi di uno scherzo. E gli scherzi non vanno presi troppo sul serio. E di fronte all’autenticità di quella scena alcuni hanno detto “ma guarda dove siamo arrivati” e altri, più severi, ne hanno provato disgusto. Nessuno, comunque, l’ha ignorata. La qual cosa può significare che, vivendo in un mondo pieno di accadimenti sempre imprevisti, sempre stupefacenti e sempre inquietanti, nella gente cosiddetta comune, alla quale appartengo anch’io, si sta un po’ appannando il lume della ragione.
Mi sbaglio? Può darsi e ne chiedo perdono. La mia, del resto, è appena una modesta e forse disinformata opinione. Ma oggi viviamo in una tal confusione fra il vero, il falso, il quasi vero e il quasi falso che certi rischi per il lume della ragione ci sono e non vanno sottovalutati. Non si può negare, del resto, che la società attuale, strapiena (li leggete i giornali?) di violenze talvolta non credibili e di scontri verbali talmente clamorosi da far supporre che si siano svolti in un manicomio, sta percorrendo una strada verso una sorta d’inferno dantesco, coi diavoli – ce ne sono parecchi – che gestiscono il potere e i condannati – assai numerosi anche loro – che lo subiscono.
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Sono convinto che “l’antica” censura, assurdamente moralistica, rappresenti ormai un residuato in fase di estinzione. Il pericolo che realmente incombe, al di là di stolte ‘bufale’, è però quello della … deriva opposta: un eccesso di lassismo sempre più adeguato al crescente degrado politico, sociale, sostanzialmente culturale, che tende ad espandersi, in rapporto alla sempre più dominante dipendenza ‘tecnologica’. Nel contesto sarebbe essenziale operare con pervicace saggezza, nella formazione delle future generazioni, sia nell’ambito familiare che scolastico. Considerando lo stato, non casuale, delle cose, l’ottimismo mi sembra del tutto … utopico!