Operazioni antibracconaggio in diversi comuni della provincia coordinati dalla polizia provinciale con la collaborazione delle guardie giurate venatorie volontarie di Federcaccia, Italcaccia, Arcicaccia. Una decina i richiami sistemati dai bracconieri che sono stati trovati nel corso dei controlli. Dall’apertura della caccia alla quaglia, lo scorso 11 settembre, gli agenti della polizia provinciale, comandata dal maggiore Attilio Sopranzetti, insieme alle guardie giurate venatorie volontarie (una 20ina quelle impiegate per ogni operazione), hanno svolto servizi notturni di controllo. L’obiettivo era di monitorare la maggior parte del territorio provinciale per individuare richiami acustici a funzionamento meccanico o elettromagnetico (che sono vietati), posizionati dai bracconieri per richiamare le quaglie. Dieci richiami che sono stati trovati, in particolare nei comuni di Corridonia, Montecassiano e Recanati. «Chi usa il richiamo acustico a funzionamento elettromagnetico per concentrare le quaglie in un determinato punto è solo ed esclusivamente un bracconiere – commenta Federcaccia –, a differenza del cacciatore che va in campagna con il suo amato e fedele amico a quattro zampe, utilizzando per richiamo il “quagliere” che fa parte della cultura e della tradizione venatoria marchigiana».
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Ogni anno, durante la stagione della caccia, se ne leggono di tutti i colori sulle “imprese” di questi bracconieri o sedicenti cacciatori.
Mi chiedo sempre più spesso se di cacciatori “normali” rispettosi delle regole ne esistono ancora ….. mah!