Due terremoti a confronto,
D’Ambrosio a Ceriscioli:
“Seguire ricetta fiscale del ’97”

TRA PASSATO E PRESENTE - L'ex governatore indica la strada inaugurata 20 anni fa sospendendo a lungo termine il prelievo delle imposte, ora a prossima scadenza. Assente alla cerimonia all'Abbadia di Fiastra il commissario Paola De Micheli per un'incomprensione tra segreterie. Alla fine tutti d'accordo: "Siamo ancora in emergenza". Elogio a Della Valle: "Sta convincendo i suoi amici industriali a seguire il suo esempio ad Arquata"

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L’incontro all’Abbadia di Fiastra

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Da sinistra i sindaci Mauro Falcucci, Pietro Cecoli e Renzo Marinelli

 

di Maurizio Verdenelli

(foto di Fabio Falcioni)

Un ‘qui pro quo’ tra segreterie (“Non si sono capiti, ci rammarichiamo dell’accaduto” assicurano dall’Ufficio del Commissario) e l’ospite atteso non si è visto questo pomeriggio all’Abbadia di Fiastra dove l’attendevano in tanti a cominciare dai sindaci ‘dei due terremoti’. Mauro Falcucci è andato giù duro a proposito dell’on. Paola De Micheli, succeduta a Vasco Errani da poche settimane: “Seppure comprendiamo gli impegni di un Sottosegretario di Stato e le sue difficoltà a tener dietro a tutti, è evidente tuttavia che un doppio incarico di tale responsabilità genera aspettative che possano andare talvolta deluse. Speriamo in una prossima volta…”. Che sarà, imprevisti permettendo, la presenza della De Micheli al comune di San Severino, dopodomani, nel corso di un convegno sulla ricostruzione patrocinato dalla presidenza dell’assemblea regionale dell’Istao, il cui presidente Pietro Marcolini non è invece mancato al ventennale del terremoto umbro marchigiano, a differenza di Rosa Piermattei, primo cittadino settempedano che forse era al corrente di tutto. Non lo era invece il suo collega Giuseppe Pezzanesi, elegantissimo, che poco dopo il suo arrivo alla Fondazione Giustianini Bandini, se n’è andato. E non si sono visti neppure il presidente della Provincia, Antonio Pettinari; il segretario regionale del Pd, il tolentinate Francesco Comi e soprattutto il direttore dell’Ufficio regionale per la ricostruzione, Spuri.

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Vito D’Ambrosio e Luca Ceriscioli

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All’oscuro dei motivi circa l’assenza della De Micheli, l’affollata assemblea che ha variamente commentato il presunto ‘forfait’ tanto che a metà convegno l’affollata aula messa a disposizione dalla Fondazione ha cominciato a perdere un quarto dei presenti. L’assenza del nuovo Commissario, per la verità, ha preso alla sprovvista tutti, anche gli stessi organizzatori tanto che la conduttrice (la collega Cristina Morbiducci, responsabile regionale dell’agenzia Ansa) ha dovuto in extremis ribaltare la ‘scaletta’ e prevedere a conclusione finale del convegno gli interventi del governatore Luca Ceriscioli e del suo predecessore Vito D’Ambrosio, commissario governativo del ’97. Con la De Micheli avrebbero voluto parlare in molti, non solo gli amministratori di ieri e di oggi ma anche i familiari di Peppina, rimasti poi in silenzio –così come pure l’assessore regionale Angelo Sciapichetti.

Convegno_terremoto1997_Ceriscioli_Brugnaro_FF-4-325x217Un ventennale ‘celebrato’, occorre dire, in modo low profile se si pensa a quello del 2007 a Colfiorito, con l’allora neoeletto Presidente Giorgio Napolitano -solo l’interruzione del filmato commemorativo ha ricordato nell’analogo inconveniente il decennale nel corso del quale un corazziere rischiò di svenire data la calca. A quell’avvenimento come sindaco di Pesaro partecipò pure Ceriscioli. E non solo: come volontario di un ‘associazione del suo quartiere nel 1997 ha ricordato una raccolta di aiuti “che consegnammo a ciascun capofamiglia tra gli sfollati marchigiani, oggetto della nostra iniziativa”. Assente dunque la De Micheli, la parte del leone l’hanno fatta i tre sindaci maceratesi scelti perché lo erano anche nel ’97: Mauro Falcucci, Castelsantangelo; Pietro Cecoli, Montecavallo e Renzo Marinelli, Castelraimondo. Interventi applauditi ed elogiati da D’Ambrosio, il padre del virtuoso modello marchigiano della ricostruzione. Intorno al tema fissato “I terremoti e le Marche. Rinascita e ricostruzione: esperienze a confronto” c’è stato invero uno tsunami di parole che ha tramortito, alla fine, gli astanti. Tanto che la Morbiducci chiamando al tavolo Roberto Oreficini e l’assente Spuri ha parlato di loro come degli unici ‘non dormienti’.

Tuttavia su un tema forte si sono trovati alla fine d’accordo: fare squadra. Quella squadra che ancora non c’è e che invece vent’anni c’era: Palazzo e periferia insieme, Regione e sindaci cooperanti per correre senza intralci burocratici e senza illegalità. L’ex magistrato D’Ambrosio ha ricordato che solo il 2,5% dei progetti presentati fu sottoposto a denuncia, con il rinvio a giudizio del 2% e la condanna finale dell’1%. H rammentato pure come si cercassero allora tutte le vie, anche quella di una lotteria (“si trovarono d’accordo, incredibile, anche i vescovi!”) per ridare vita alla chiesetta della Madonna del Piano sull’altopiano serravallese. Da parte sua il governatore ha rilevato come vent’anni fa, Marche ed Umbria dopo aver suddiviso di comune accordo le percentuali di danno (35% e 65% rispettivamente) andarono avanti con il vento in poppa, velocemente. Adesso è diverso. Perché da un terremoto, grave ma sostanzialmente circoscritto, c’è stata una drammatica escalation senza che da parte del Palazzo si cambiasse ‘in corsa’. E i problemi ci sono a governare quattro regioni come fosse una sola e trattare i problemi dei tanti comuni del ‘cratere sismico’ con un’unica lente.

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Luca Ceriscioli

C’è una ricetta? “Certo –ha affermato Ceriscioli- bisognerà pensare d’ora in avanti con una testa diversa anche perché ci sono i soldi della Ue, 1,2 miliardi, da ottenere attraverso rigorose procedure ed una rendicontazione chiara. Basta con i localismi e le invidie, bisognerà scegliere aree strategiche dove insediare le nuove infrastrutture (‘un po’ come per gli ospedali’ ha suggerito a metà sala Giulio Silenzi: ‘già’ è stata la risposta) attraverso un movimento di solidarietà regionale. E’ una grande doppia sfida che il post sisma ha reso possibile: potremmo star meglio in futuro”. Ancora: “Diego Della Valle sta facendo una cosa importantissima ad Arquata del Tronto e so di sicuro che si sta impegnando molto perché altri suoi colleghi seguano il suo esempio nelle aree terremotate”. Un altro tema comune è stato quello relativo alle seconde case, che nei piccoli centri, significano molto: il loro rifinanziamento è visto come un successo. Ha detto D’Ambrosio: “Ricordo un sindaco che disse: i nostri borghi bisogna ricostruirli com’erano, così soltanto rappresentano la loro e nostra Fiat (nel ’97 ancora in Italia…ndr)”. E le differenze con ils sima umbro-marchigiano? Epocali. Tredici miliardi i danni del 2016, per le Marche 226,95 milioni di spese finora sostenute. Nel ’97: 4.374 miliardi di lire il conto finale, a 4 miliardi di euro sono ammontate le spese. Altri tempi, non c’era crisi economica, ha convenuto D’Ambrosio. Che ha ringraziato Franco Barberi, sottosegretario alla Protezione civile di allora, l’indimenticabile Bruno Di Odoardo, Giulio Silenzi e tutta la giunta, Mario Conti a capo della struttura della ricostruzione, Marisa Abbondanzieri, le lacrime dell’ex sindaco (ieri al Tg1 in prima serata protagonista) ed anche i due colleghi della Regione Umbria che si succedettero: Bruno Bracalente e Rita Lorenzetti.

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Luca Ceriscioli e Vito D’Ambrosio

“Non ho ricette da dare – aveva esordito l’ex governatore- anche perché ognuno sa…sbagliare da solo. Ma suggerirei a Luca, oltre alla necessità di fare sempre più squadra, di voler seguire magari migliorandolo, l’esempio che inaugurammo sul piano fiscale: il 40% delle tasse sospeso e pagato a rate soltanto nel 2008 (mentre adesso urge il rimborso con la busta pesante che ‘batte’ alle porte degli sfollati già a febbraio ndr)”.
Il terremoto di due decenni or sono fu importante –ha detto da parte sua Roberto Orefici, già direttore regionale e nazionale di Protezione Civile- come banco di prova per la nuova Protezione civile: i soccorsi fino ad allora erano affidati per lo più alla Croce Rossa, mancando una struttura operativa”. Con lui al tavolo, il prof. Mauro Dolce responsabile del rischio sismico di Protezione civile e il vescovo di Fabriano-Matelica, Stefano Russo, con laurea in architettura. La sua relazione ha spaziato, presenti mons. Brugnaro e mons. Marconi, ben vent’anni di attività come responsabile del settore : “Attualmente, in alcuni casi, dobbiamo constatare uno scollamento tra Stato e Regioni in ordine agli interventi nel settore dei beni architettonici ecclesiastici”.

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Da sinistra Pietro Cecoli, Renzo Marinelli e Mauro Falcucci

Le news, in apertura, le avevano date i tre sindaci, ed è stato il momento più ‘live’ dell’intera cerimonia. Falcucci aveva contestato anche lo ‘schema Emilia Romagna’ applicato al Centritalia: “Siamo in una situazione territoriale diversa: lo vedrebbe anche un cieco. Bisogna agire tempestivamente e diversificare luogo per luogo”. Poi la querelle, con battimani scroscianti, sull’oscuramento (testuale) mediatico della provincia di Macerata a favore delle contigue zone umbre, a cominciare da Norcia. La Morbiducci ha gettato un po’ d’acqua sul fuoco: “Bisogna in ogni caso considerare che a livello di opinione pubblica, c’è stata la diretta del crollo del santuario di San Benedetto…”. Apprezzato Marinelli a porre l’accento sugli insediamenti produttivi: “Se non c’è lavoro, la gente nei borghi interni non tornerà più”. E Cecoli: “C’è ritardo su tutta la linea. La pioggia rende difficoltoso il lavoro di movimento terra per la collocazione delle casette di legno. E grave è il blocco del risanamento del sistema viario. Se non fosse stata inaugurata la superstrada, saremmo fritti (testuale ndr), completamente isolati. Qui c’è solo da affidarsi alle preghiere dei vescovi che vedo qui in buon numero, anche per formare bene i giovani che la Regione ci ha mandato per le pratiche post sisma…”. Ancora applausi convinti con qualche sorriso. Un lungo cahier de doleance con prospettive future che vanno oltre i vent’anni (“Stiamo solo concludendo lavori post sisma ’97 in una frazione” ha sottolineato Marinelli) a mascherare la delusione della ‘convitata di pietra’ cui l’elenco sarebbe stato destinato. L’appuntamento è rimandato comunque a San Severino. Domani siamo in Umbria e dopodomani nelle Marche, salvo imprevisti: avverte la segreteria del Commissario straordinario alla Ricostruzione. In ogni caso, tra foto ricordo da ‘reduci’ e sorrisi, tutti d’accordo: ma quale ricostruzione?! siamo ancora in prima emergenza a cavallo tra due anniversari, sperando in un futuro possibile benessere “se non sbaglieremo i passi necessari e saremo uniti” dice in conclusione Ceriscioli, governatore di una regione (purtroppo) dai mille campanili, definita al ‘plurale’ da uno scrittore famoso.

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A sinistra l’ex sindaco di Serravalle Venanzo Ronchetti insieme ai familiari di Peppina

 

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Da sinistra Francesco Giovanni Brugnaro, Mauro Falcucci e Nazzareno Marconi

 

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Da sinistra Gabriella e Agata Turchetti, Maurizio Borghetti

 

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Da sinistra Vito D’Ambrosio e Venanzo Ronchetti

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Da sinistra Vito D’Ambrosio, Maurizio Verdenelli e Venanzo Ronchetti

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Da sinistra Mauro Dolce e Roberto Oreficini

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Da sinistra Michele Roberti, Rosaria Del Balzo e Amedeo Gravina

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Roberto Oreficini, Pietro Marcolini e Nazzareno Marconi

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Da sinistra Roberto Oreficini e Mario Conti

 

 



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