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Non a Voce Sola arriva al suo dodicesimo appuntamento, domani 15 settembre alle 21,15 a Montecosaro, nel piccolo e prezioso Teatro delle Logge con una delle giornaliste più coraggiose ed irriverenti del panorama nazionale: Giuliana Sgrena. La rassegna di poesia, filosofia, musica ed arti, alla sua ottava edizione, è nata come un percorso di conoscenza all’interno del pensiero femminile ed è diventata negli anni il luogo del dialogo fra i generi. Piemontese di nascita, Giuliana Sgrena è una giornalista, scrittrice e politica italiana. Collaboratrice del Manifesto fin dal 1988 e del settimanale tedesco Die Zeit, si è spesso occupata di reportage in zone di guerra come Algeria, Somalia ed Afghanistan, soprattutto sulla condizione delle donne all’interno dell’Islam. Dopo un terribile sequestro a Baghdad nel 2005, viene liberata dopo 7 giorni di prigionia, e torna a scrivere come giornalista e scrittrice. A Non a Voce Sola presenta la sua ultima fatica letteraria dal titolo Dio odia le donne.
L’autrice definisce il suo ultimo lavoro come ” una ricerca personale, lo sguardo di una donna atea che nelle intenzioni vuol essere “neutrale” rispetto alle diverse religioni prese in considerazione.” A partire da questa neutralità dichiarata, la scrittrice esamina attraverso un accurato studio dei testi sacri del cristianesimo, dell’ebraismo e dell’islamismo il rapporto delle religioni con le donne. Ne viene fuori una cruda verità: quando si tratta di discriminazione della donna le tre religioni monoteiste sono tutte d’accordo. La donna è peccatrice, la donna conduce al peccato e alla dannazione eterna, la donna è strega, tentatrice, impura, infedele, disobbediente. Che sia la Bibbia, o la Talmud o il Corano, che sia Dio o Allah o Budda, la donna è subalterna per creazione e inferiore per nascita. L’unica sua salvezza per i tre monoteismi è essere o vergine o moglie o madre. L’accanimento pensato e agito dalle tre fedi sulla donna non cambia. Il dio degli uomini odia le donne. Un odio giustificato dalla bramosia di controllo del genere femminile, è questo desiderio che ha permesso la creazione di un mondo e di un dio ad immagine e somiglianza dell’uomo. Le religioni, così come le norme, le tradizioni, e i costumi hanno l’unico scopo di perpetrare il controllo sociale sulla donna, spesso grazie alla sua pia complicità o, a quella che l’autrice chiama assuefazione alla violenza. La scrittrice sembra suggerire chiaramente che le religioni non sono che lo strumento armato del patriarcato che vuole perpetrare nei millenni la subalternità della donna e la sua sottomissione. Alla luce di questa consapevolezza si leggono le violenze consumate nei confronti delle donne, dalle più efferate come l’infibulazione, la lapidazione, il femminicidio, lo stupro a quelle più subdole come il velo, la verginità, il silenzio, la segregazione, l’imposizione di un destino già segnato. La grande paura sembra essere ravvisabile nella libertà della donna , nella sua possibilità-capacità alla autodeterminazione e alla costruzione di un destino che corrisponda ai suoi desideri e non ai condizionamenti e alle aspettative di religioni, società, culture che tendono a perpetuare il dominio del maschio sul genere femminile. Alla luce di queste considerazioni, l’appuntamento di Montecosaro si configura come una delle tappe più significative della rassegna Non a Voce Sola che concluderà il suo percorso a Macerata il 6 ottobre con l’archeologa Eva Cantarella, ma passando per le tappe di Ancona (20 settembre), Montegranaro(22 settembre), Loreto (23 settembre), Porto Sant’Elpidio(26 settembre), Fano (27 settembre).
L’incontro è promosso dall’assessorato alla cultura del Comune di Montecosaro. La direttrice artistica Oriana Salvucci illustra il dodicesimo appuntamento della Rassegna: “Ringrazio il comune di Montecosaro, Il sindaco e l’assessore, per l’entusiasmo ad accogliere la nostra ospite Giuliana Sgrena e il nostro percorso all’interno del pensiero femminile. Sono tempi controversi, complessi, confusi dove non si ha spesso la coscienza che di fronte alle ingiustizie non si può essere neutrali. Una ingiustizia o la si combatte o la si sostiene. Non vi sono vie di mezzo. Quello di quest’anno è stato un percorso appassionante e faticoso, la rassegna è spesso portatrice di un pensiero scomodo, di una riflessione che anche le menti più illuminate non vogliono affrontare. Vi è un’emergenza in Italia che ha fatto strage di donne: il femminicidio. Ogni due giorni muore una donna, ogni giorno vengono stuprate una o più donne. Le nostre classi politiche non la considerano una emergenza da mettere nell’agenda, la morte di una donna sembra essere considerata un male necessario. In questo stato delle cose il libro di Giuliana Sgrena getta una luce sulla cultura e sulle culture che rendono possibile la violenza degli uomini. In un mondo e con un dio fatto ad immagine e somiglianza dell’uomo, la donna non può che essere pensata in funzione dell’uomo, in funzione del suo piacere, della sua felicità, del suo godimento, non come essere autonomo ed indipendente portatore di diritti e desideri propri. Le religioni forniscono l’alibi, il sistema simbolico di supporto alla subalternità e alla sottomissione delle donne. E’ ancora scandaloso pensare alla donna come un essere libero e portatore di diritti indipendenti dai desideri e dalla volontà degli uomini. Non è una questione oziosa, le donne rischiano la vita affermando la loro libertà. Una libertà che hanno per natura e non per concessione , una libertà che contempla il diritto a scegliersi un proprio destino ed ad inseguire un desiderio che sia il proprio e non quello stabilito dalle antiche e innaturali regole del patriarcato. Quindi grazie a Giuliana Sgrena, simbolo della potenza del femminile, grazie al suo studio attento delle fonti e delle religioni. Abbiamo l’illusione di pensare che i grandi cambiamenti partano dalla consapevolezza e crediamo che i suoi libri aiutino tutti noi, donne e uomini, alla coscienza e scienza dei problemi, e alla creazione di un percorso di comune e differente libertà, donne e uomini insieme.”
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non può essere atea neutrale e di sinistra, cara Giuliana hai molta confusione chissà forse per motivi di portafoglio, l’Islam ha da sempre un’ideale di donna molto diverso dall’idea occidentale sopraffatta da un maschilismo perpetuo e ricordati che bel casino che per la tua disinvoltura hai combinato, facendo uccidere uno dei ma forse l’uomo migliore che i servizi segreti italiani abbia mai avuto
Veramente la parola emergenza significa circostanza eccezionale, imprevedibile e la conflittualità uomo-donna esiste dall’inizio della storia, caso mai è innegabile che la violenza degli uomini sulle donne in passato era molto più frequente e normale e che la tendenza, per lo meno tra i cristianoidi, è orientata a un’attenuazione del fenomeno… le donne avrebbero tutto da guadagnare a parlare in modo più razionale, obiettivo e veritiero…
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