Terremoto, un anno dopo. Anche i gruppi di Forza Italia Lega e Fratelli d’Italia in consiglio regionale fanno il bilancio del dopo sisma con toni diversi da quelli del presidente della Regione Luca Ceriscioli (leggi). “Avremmo voluto parlare – scrivono i gruppi di opposizione – di una ricostruzione, leggera e pesante che sia, che procedesse spedita. Avremmo voluto parlare di casette già date a tutti gli sfollati. Avremmo voluto parlare di stalle nuove al posto di quelle distrutte. Avremmo voluto parlare di un’economia rurale e montana che aveva ripreso a camminare. Avremmo voluto un bilancio in attivo. Avremmo voluto che le proposte da noi avanzate fossero state almeno discusse in quanto frutto anche dell’ascolto diretto del territorio. Avremmo voluto essere coinvolti, così come più volte richiesto, in un tavolo di programmazione e verifica delle azioni messe in campo. Avremmo voluto”.
Una premessa che introduce poi la lettura fatta dei dati: “Quattro decreti governativi, 35 ordinanze del commissario per la ricostruzione e tutto tace. L’unica novità le dimissioni di Errani. Il resto, tutto il resto, sono le montagne di macerie ancora da portare via. Sono le migliaia di casette che ancora mancano all’appello. Sono le migliaia di sfollati che ancora non sanno come e quando potranno tornare nei luoghi dove vivevano. Sono tantissimi gli studenti che si accingono ad un nuovo anno scolastico all’insegna del precariato. Sono centinaia gli allevatori che si preparano ad un nuovo inverno caratterizzato dall’emergenza. E le infrastrutture? Strade ancora impercorribili. Un disastro nel disastro reso ancora più insopportabile da una burocrazia cieca ed ottusa che ha prodotto astruse normative per l’accertamento dei danni subiti e per gli eventuali risarcimenti. Ecco, di carta ne è stata prodotta tantissima. Di fatti poco o niente. E la certificazione è dello stesso Governo che ha prolungato al 28 febbraio 2018 lo stato d’emergenza”.
I consiglieri usano la parola fallimento e chiedono di conoscerne le responsabilità: “Di chi la colpa? A sentire Errani, nell’ormai famoso audio pubblicato da un noto settimanale è delle regioni, le regioni rimandano al commissario e così via. Un brutto rimpallo delle responsabilità sulla pelle della gente. Oh! Certo, di passerelle ne abbiamo viste tante. Dapprima tutti con il caschetto, poi solo alcuni e infine niente più caschetto ma tutti con la stessa aria solenne e le parole d’ordinanza del tipo “non vi lasceremo soli”, “il Paese si stringe con voi”, “avete tutta la solidarietà della Nazione” o anche “i soldi ci sono”, “ricostruiremo”… E mentre le solenni dichiarazioni tracimano dai tg, dalle radio, dai giornali, dopo un anno i centri storici di tante città marchigiane sono ancora intransitabili e in alcuni di essi, le macerie vengono tenute a bada da palizzate in legno.
Nei giorni drammatici del terremoto dell’Aquila, in appena 100 giorni l’allora governo Berlusconi realizzò 5.635 abitazioni per 25mila persone. Nelle Marche, invece, dopo 365 giorni gli sfollati vivono ancora una disarmante precarietà. E lo stesso Renzi ha dovuto riconoscere: “Nelle Marche siamo indietro”. Le casette ordinate in tutto il cratere sono quasi 3.800, quelle consegnate appena 344. E Ceriscioli che fa? Plaude al nuovo corso del dopo Errani, che ( forse) darà più potere alle Regioni. Noi invece siamo preoccupatissimi vista l’inconcludenza e l’inefficienza dimostrata dall’ente in questi mesi, e soprattutto l’incapacità di dare risposte in tempo reale”.
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Il M5s con il capogruppo Gianni Maggi scrive una lettera aperta al presidente Ceriscioli: “Caro presidente, ho letto che ha preso l’impegno pubblico preso con la dichiarazione: “Per i 27 comuni che hanno richiesto le casette su 78 aree, ora tutti i cantieri sono attivi, per ora abbiamo consegnato solo 42 casette” ma entro il 24 agosto il numero raddoppierà: meno di quello che speravamo ma entro fine anno ci sarà il rientro del 90 per cento delle famiglie in 1800 casette in costruzione”. Allora Presidente aspetterò giovedì 24 agosto per vedere la consegna di altre 42 casette e il 31 dicembre per il rientro in 1.800 casette del 90% delle famiglie colpite dal sisma. Poiché sono certo che finalmente dimostrerà di essere un uomo delle istituzioni capace ed affidabile e non un quacquaraquà, offro la mia piena disponibilità, relativamente alle mie capacità e competenze, per offrire il supporto che riterrà utile per mantenere il suo impegno. Ps. Dal vocabolario Treccani: quacquaraquà – Voce siciliana, ma diffusa anche altrove, con cui si allude genericamente a chi parla troppo, quindi chiacchierone, o anche a persona alla cui loquacità non corrispondono capacità effettive, e perciò scarsamente affidabile”.
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era necessario attendere il pensiero dei vari politici per renderci conto che la ricostruzione post-terremoto è stata totalmente fallimentare ed inconcludente?
prendiamo solo atto della inconcludenza dei nostri politici che si presentano solo quando si accendono le telecamere, allora li vediamo ben bardati con le varie fasce da parata ed il sorriso da circostanza!
ARRIVERANNO LE ELEZIONI!!!