Dimissioni di Errani, i sindaci rilanciano
“Ricostruzione: il modello va cambiato”

SISMA - I commenti dei primi cittadini di Castelsantangelo, Camerino, San Ginesio e Visso dopo la notizia dell'imminente addio del commissario straordinario. Falcucci: "Il problema non è legato a una figura, il punto è che questo non può essere il terremoto di tutti". Pasqui: "Più potere a livello locale". Scagnetti: "Positiva la formula del terremoto del '97". Pazzaglini: "Un ruolo che non serve, meglio dare più responsabilità ai governatori"

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Un sopralluogo di Errani a Caldarola

 

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Mauro Falcucci

 

“Il problema non è Errani né la figura di un commissario alla ricostruzione, il problema è che questo non può essere il terremoto di tutti”. Così il sindaco di Castelsantangelo Mauro Falcucci dopo la conferma delle imminente dimissioni del commissario straordinario per la ricostruzione Vasco Errani (leggi l’articolo). “Non si può giocare con la politica e i partiti sulla pelle dei terremotati – ha aggiunto Falcucci – non ci può essere un cratere di 140 Comuni, che hanno tutti la no tax area, perché non è economicamente sostenibile. E si rischia di non avere risorse sufficienti per chi ha avuto veri danni. Dopo un anno, bisogna cambiare l’impianto e diversificare tra i comuni distrutti, quelli danneggiati e quelli lievemente danneggiati. Per me il cratere vero è al massimo di una decina di comuni, da Amatrice a Visso”.

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Gianluca Pasqui

Per Gianluca Pasqui, primo cittadino di Camerino, la ricetta sarebbe quella di dare più potere ai sindaci. “Stato-Regione-Comuni deve essere il modello da seguire – spiega – ma bisogna gestire tutto a livello locale, essere il più possibile vicini ai territori. La legalità deve essere la nostra stella polare, certo, ma bisogna alleggerire la procedure“. Altrimenti anche l’idea di fare i governatori commissari potrebbe non funzionare. “Ad esempio – continua Pasqui -, per i puntellamenti di importo superiore ai 4 mila euro ho bisogno dell’assenso della Regione, che deve arrivare entro 3 giorni, ma non succede quasi mai, si arriva anche a 30 giorni, se ci sono specifiche i tempi si allungano ancora. Se non cambia il modello non importa se Errani se ne va e chi viene al suo posto”. Anche per Mario Scagnetti, alla guida dell’amministrazione di San Ginesio, il modello va rivisto al di là del commissario straordinario. “Certo – osserva – siamo tutti legati al filo della burocrazia, ma le cose di cui abbiamo parlato con lui sono realizzate o in fase di realizzazione. Il ritorno ad una modello simile a quello terremoto del 1997, più vicino ai territori, può essere una cosa positiva, ma bisogna vedere come si muoveranno le Regioni, se cammineranno insieme o se vorranno essere libera di seguire ognuna la propria strada”. Il sindaco di Visso Giuliano Pazzaglini, infine, ha le idee chiare: la figura del commissario non serve, meglio dare più potere ai governatori. “Prima o poi ci si sarebbe arrivati – commenta -. Se i presidenti di Regione avranno maggiori responsabilità o meglio, diventeranno commissari alla ricostruzione, sarà un vantaggio operativo. Ora bisogna adeguare l’impianto normativo. Un altro commissario a mio avviso non serve, per me non è una struttura necessaria, anzi è una infrastruttura di cui non vedo l’utilità”.

 

 



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