Il taxi bagno apparso oggi nella piazza del City Park
di Monia Orazi
Stamattina al City Park di Camerino è arrivata l’auto-bagno. Protesta dei titolari delle attività commerciali del City Park che da tempo chiedono un bagno che possa agevolare loro la vita, non lontano dalla tensostruttura che ospita oltre cinquanta attività commerciali e di ristorazione che hanno deciso di non mollare dopo il terremoto. Questa mattina è comparsa in quella che ormai è a tutti gli effetti la piazza di Camerino, una vecchia Panda rossa con cartelli che recitano “Auto di cortesia a chiamata per prenotazione bisogni fisiologici”, “dono della comunità italiana” al City Park. Il “taxi per bagno” come è stata ribattezzata la vettura fa bella mostra di sé per ricordare la richiesta che da diversi mesi i commercianti camerti avanzano, quella di poter avere a disposizione un bagno decente. Sinora ci sono soltanto alcuni bagni chimici in plastica, come quelli che si usano in occasione di eventi e concerti, che però non garantiscono il decoro e la piena funzionalità che potrebbe dare un normale bagno, considerate anche le lunghe ore di permanenza nella struttura. “Adesso i problemi più urgenti sono il caldo, stiamo studiando una serie di preventivi per poter mettere un impianto di climatizzazione, dopo sette mesi stiamo anche aspettando di poter avere un bagno decente, ci sono soltanto i bagni chimici, ci era stato detto che sarebbe stato realizzato, ancora non abbiamo visto nulla”, spiega il commerciante Gian Luca Broglia.
I commercianti di Camerino, in collaborazione con l’amministrazione comunale hanno dato vita, caso unico nel suo genere in tutti i Comuni del cratere, a questo centro commerciale in tensostruttura, resistono da mesi in condizioni logistiche provvisorie, con tutte le difficoltà create dai giorni di maltempo e dagli spazi ben più piccoli rispetto a quelli a cui erano abituati. Per realizzare il nuovo polo commerciale, nell’area di 19 mila metri quadrati in località San Paolo, proprio di fronte all’attuale City Park, serviranno circa cinque mesi. Erano 220 le attività commerciali e professionali del centro storico di Camerino, soltanto quattro restano aperte nei locali originari ai margini della zona rossa, una ventina hanno delocalizzato nei quartieri periferici, altre fuori Camerino, qualcuno a Castelraimondo e centri limitrofi, altri addirittura a Civitanova o lungo la costa, una sessantina gli esercenti che si sono uniti con la volontà di resistere nel posto in cui sono sempre stati.
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