Penna San Giovanni è la settima tappa del viaggio di CM tra le realtà dell’entroterra colpite dal terremoto
di Leonardo Giorgi
(foto di Lucrezia Benfatto)
«Non ce lo vogliamo il commissario a Penna San Giovanni». Nei bar, nei negozi, tra i vicoli e le panchine della ripida salita del centro storico, non si parla d’altro nel comune maceratese di poco più di mille anime. La cittadina tra i Sibillini, che il terremoto di ottobre ha toccato in maniera lieve rispetto ai territori vicini, verrà commissariata a giugno. Alla scadenza della presentazione delle liste, non si è presentato nessun candidato sindaco (leggi l’articolo). Un caso quasi unico in Italia. Tra i 1.014 comuni che andranno al voto il prossimo 11 giugno, le due altre realtà “senza primo cittadino” sono San Luca in Calabria (sciolto per infiltrazioni della ‘Ndrangheta nel 2013) e Elva in provincia di Cuneo (circa 95 abitanti). Se in entrambi i casi appare complicato formare una normale amministrazione, in particolare a San Luca, come mai a Penna negli ultimi mesi non si è riuscito a trovare un candidato sindaco? «Perché le persone non hanno più fiducia nella politica – prova a dare una risposta il pennese Paolo Dezi, titolare del ristorante pizzeria Antichi Sapori – e c’è tanto disinteresse. La gente non trova più un ideale, una scelta alternativa. Si vota ormai per abitudine e non per esprimere un’idea. Si parlava di due o tre candidati sindaco, ma solo sulla carta».
La “Portarella” di Penna dà accesso al centro storico del comune
Paolo Dezi, titolare del ristorante pizzeria Antichi sapori: “Le persone non hanno più fiducia nella politica”
Ma il passaggio dalla carta alla Penna questa volta si è fatto più complicato del previsto. Nelle ore precedenti alla scadenza per la presentazione dei candidati, anche il sindaco uscente Giuseppe Mancinelli in effetti aveva provato in extremis a formare una lista per evitare il commissariamento, ma per motivi familiari si è dovuto recare a Roma (dove si trova tutt’ora). Raggiunto telefonicamente, Mancinelli ha ammesso che sarebbe pronto a ricandidarsi il prossimo anno (quando si potranno organizzare nuove elezioni) se ancora non si dovesse trovare un cittadino pronto a guidare Penna. O anche prima se «Renzi a fine anno fa cadere il governo Gentiloni e si torna a votare», come pronostica l’ingegnere del posto Fabio Organtini. «E’ un peccato stare senza sindaco – sottolinea invece Adele Silenzi, moglie di Paolo Dezi -. Il nostro territorio ha bisogno di essere valorizzato, proprio ora che veniamo dal terremoto che fortunatamente non ci ha colpito come in altre parti della provincia. Ora bisogna puntare molto di più sul turismo. Da questo punto di vista, ci sono tanti tesori da scoprire nel comune. Oltre a posti bellissimi, abbiamo anche un teatro meraviglioso. Vediamo cosa succederà nei prossimi mesi».
Adele Silenzi, “Bisogna puntare sul turismo”
Glauco Organtini, pensionato. “E’ una grande occasione avere a Penna un commissario”
Nonostante ci sia molta amarezza («Eh, non ci facciamo mica mancare niente qui a Penna» scherza la fioraia Monia Mancini), c’è chi invece vede la situazione come un’opportunità per il territorio. «Secondo me è una grande occasione avere a Penna un commissario – commenta Glauco Organtini, pensionato -. Ci è sempre mancato qualcuno che battesse i pugni sui tavoli delle istituzioni per far rispettare i nostri diritti. Il fatto è che a Penna la gente muore. Se qualcuno ha un principio di infarto qui è spacciato. Non abbiamo servizi, le strade sono mulattiere. Avere un commissario può significare avere più potere in questo senso e sicuramente porterà più ordine in paese». Un paese che, nel caldo dell’imminente estate, nasconde però diverse sorprese. Tra gli scorci inaspettatamente mediterranei del centro (incluse palme e mosaici che ricordano lo “zellige” tipico del Marocco), si nasconde infatti il bar di un 24enne che, nonostante l’età, ha le idee molto chiare sul futuro della sua comunità, oltre a un amore smodato per la “sua” Penna. Il giovane Giacomo Morbidelli ha iniziato la sua attività 25 giorni prima del terremoto del 24 agosto.
Giacomo Morbidelli, 24 anni. “Il fatto di non aver trovato neanche una persona disposta a fare il sindaco del proprio comune è il punto più basso della storia di Penna”
Ha dovuto fare i conti con il sisma di ottobre e con la nevicata da record che ha tolto l’elettricità e la viabilità al paese per almeno tre giorni. Tanto che Giacomo, a gennaio, per non tenere chiuso il bar e offrire alla gente del posto un luogo caldo nel blackout generale, è rimasto anche a dormire nel suo locale. Chiudeva alle 2, accostava i divanetti, si scaldava con qualche coperta e poi riapriva alle 6. Con la solita verve e il solito sorriso con cui saluta tutti i pennesi per nome, sapendo già chi prenderà il caffè e chi invece l’orzo. D’altronde sono in pochi, nel comune, a conoscere Penna meglio di lui. «Mi sarebbe piaciuto propormi come assessore – racconta Morbidelli – ma con tutto quello che è successo quest’anno, non avrei potuto dare il giusto tempo al progetto». Giacomo però non esclude in futuro un suo impegno nella vita politica di Penna. Forte della sua esperienza come presidente della Pro loco, conosce bene le potenzialità del suo territorio. «Siamo uno dei pochi comuni nel territorio – sottolinea – ad avere un bilancio in attivo e Penna è ricco di possibilità. Non bisogna pensare che qui la gente non ci sia. Le persone ci sono». E forse proprio per questo, secondo il giovane, «il fatto di non aver trovato neanche una persona disposta a fare il sindaco del proprio comune è il punto più basso della storia di Penna».
7/continua
La fioraia Monia Mancini
L’ingegnere Fabio Organtini
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Non a caso i pennesi vengono chiamati “li matti de la Penna “……….