Il tomaificio
Macchine da lavoro in uso senza le previste dotazioni di sicurezza e le conformità alle normative vigenti
Lavoro nero e sicurezza: sospese le attività di un centro massaggi e di un opificio entrambi di proprietà cinese che si trovano a Civitanova. Sequestrata una azienda per gravi violazioni sulla sicurezza. Tre le persone denunciate. L’operazione è del Nucleo carabinieri del comando tutela del lavoro, comandato dal maresciallo Martino Danilo Di Biase, che opera per l’Ispettorato territoriale del lavoro di Macerata, diretto da Pierluigi Rausei. L’obiettivo dei militari, comandanti dal maresciallo Martino Danilo Di Biase, sono state attività gestite da cittadini cinesi. I carabinieri hanno trovato 3 lavoratori, tutti cinesi, che erano al lavoro senza alcun contratto. Cosa che ha portato alla sospensione di due imprese come previsto nei casi in cui risultino essere impiegati in nero il 20% o più dei dipendenti. Le attività sospese sono un centro massaggi, il cui titolare è stato denunciato per mancata ottemperanza del provvedimento di sospensione e per violazioni in materia di sicurezza, e un opificio del settore della calzatura. In quel caso i dipendenti, occupati in maniera irregolare, lavoravano in condizioni igienico sanitarie precarie, tra l’altro utilizzando materiale chimico e solventi senza alcuna protezione. In seguito a questi accertamenti l’opificio è stato anche sequestrato. Inoltre è stato svolto un controllo in un ipermercato in cui il titolare oltre a non aver ottemperato agli obblighi inerenti la sicurezza nei luoghi di lavoro, aveva anche bloccato le uscite di sicurezza con lucchetti e catene, impedendo l’evacuazione in caso di emergenza e necessità. Nel complesso sono state 3 le persone denunciate e sono state fatte multe per 20.500 euro e riscontrate violazioni per sanzioni amministrative per 8.500 euro.
Liquido infiammabile e nocivo stoccato senza alcuna protezione e cautela all’interno del tomaificio vicino a fonti di calore
Liquido infiammabile e nocivo stoccato senza alcuna protezione e cautela all’interno del tomaificio vicino a fonti di calore
Dispositivi di sicurezza antincendio con revisione e manutenzione scaduta
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Magari ne facessero di questi controlli, ogni giorno!
Per colpa loro ho perso il lavoro dopo 18 anni che lavoravo in fabbrica. Mi hanno licenziato per mancanza di lavoro ma intanto i cinesi arrivavano e riempivano il furgone. Comunque come al solito non succederà niente e riapriranno con un altro nome
Nooo? E chi lo avrebbe mai detto?! Erano persone tanto educate…
Ma va ? Novità!
Che novità
Invece lavoratori italiani che lavorano in nero non esistono
Ma va’???? Non è possibile!!!
Che scoperta!!
Non solo cinesi, anche pakistani hanno costretto alla chiusura decine di piccole imprese terziste, nel settore calzaturiero, gestite da italiani da decenni, con una semplice strategia di abbattimento dei prezzi prima, mettendo fuori mercato i concorrenti, e con evasione contributiva, fiscale e cambi di intestazione delle imprese poi, in modo da rendersi nullatenenti e quindi non soggetti a pignoramenti e sequestri: “…IO AVERE SOLO MAGLIONE ADDOSSO…”
Ma i cinesi non sono famosi per le fumerie ” d’opio?”.
Sottoscrivo con firma anche a sangue se necessario ciò che ha scritto CASTELLUCCI nel commento precedente. In questo paese tutto è permesso . Le sanzioni sono solo sulla carta.
Pienamente d’accordo con Castellucci, a Civitanova viviamo sulla nostra pelle la concorrenza sleale di cinesi pakistani indiani che lavorano a prezzi più bassi del 50% rispetto al mercato.
Loro versano solo i contributi per il DURC evadono irpef,irap,non versano l’iva come noi, lavorano in locali non a norma, se lo fà un artigiano italiano ci rimette tutto, loro se la ridono sotto i baffi e lo stato italiano ci rimette.
Sono un cancro che in silenzio ci stà annientando.
P.S.: Bisogna colpire e punire anche i committenti italiani(consapevoli) spesso importanti ditte di fondi e calzaturifici e sopratutto certi commercialisti che permettono tutto ciò in cambio di soldi.
bravi Ispettorato e Carabinieri!
Avanti così
Aspettiamo per le altre decine di laboratori solo a Civitanova