Ricostruzione pesante, costi bassi:
rischio fuga per le imprese

SISMA - I sindaci hanno sollevato la questione di prezzi fuori mercato che potrebbero scoraggiare le aziende. Domani i tecnici dei Comuni presenteranno le loro osservazioni sulla bozza che porterà all'ordinanza del commissario Errani

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La riunione all’Erap tra sindaci e tecnici

 

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di Federica Nardi

(Foto di Lucrezia Benfatto)

Fuori mercato i costi della ricostruzione pesante, il rischio è che le aziende non scelgano di lavorare nelle Marche. Inoltre non verrebbero tenute in conto le diverse situazioni geologiche tra i comuni dell’epicentro e tutti gli altri. Questi i problemi principali sollevati ieri dai sindaci durante un incontro all’Erap di Macerata che doveva essere politico ma che, data l’assenza del commissario alla Ricostruzione Vasco Errani, del capo della Protezione civile Fabrizio Curcio e del governatore Luca Ceriscioli (c’erano però l’assessore regionale Angelo Sciapichetti e il direttore dell’Ufficio per la Ricostruzione Cesare Spuri), ha virato verso gli aspetti tecnici che sono anche quelli più pressanti per i primi cittadini a 8 mesi dal terremoto del 24 agosto. Domani i tecnici dei vari Comuni del cratere consegneranno le loro osservazioni all’ordinanza per la ricostruzione pesante, di cui al momento esiste solamente una bozza. Ma il rischio è che si tratti solamente di un passaggio formale e non di un effettivo contributo al testo di Errani. Questo perché domani è previsto a Roma un incontro tra il commissario straordinario e i presidenti delle Regioni colpite dal sisma per discutere dell’ordinanza, serve però un rinvio per accogliere le istanze dei sindaci.

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Il sindaco Giuseppe Pezzanesi

Un fronte dove si chiedono modifiche è quello dei prezzi, contenuti in una tabella dell’ordinanza, che sono molto più bassi rispetto a quelli indicati per la ricostruzione dell’Emilia e de L’Aquila, come sottolineato anche dal deputato Piergiorgio Carrescia (leggi l’articolo). L’altro problema del testo, già sollevato dai sindaci durante l’incontro a Macerata di lunedì (leggi l’articolo), è la mancata differenziazione tra i Comuni dell’epicentro e gli altri per quanto riguarda i tempi della ricostruzione. Nei borghi montani dove i dissesti geologici causati dalle scosse sono ancora tutti da quantificare, i sindaci avrebbero infatti bisogno di più tempo per valutare se i terreni sono ancora sicuri per ospitare delle abitazioni. Ma non vorrebbero che questo penalizzasse altri Comuni dove invece i proprietari di case inagibili totalmente o parzialmente potrebbero avviare in tempi brevi le pratiche per iniziare i lavori.

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Alessandro Gentilucci

In ogni caso il clima della riunione è stato “sereno – dice il sindaco di Pieve Torina Alessandro Gentilucci – per la prima volta c’è concertazione tra le sfere più alte e i sindaci. Stiamo tutti dalla stessa parte. Vogliamo far rivivere i territori e ricostruire le case”. Di “spirito costruttivo” parla anche il primo cittadino di Tolentino, Giuseppe Pezzanesi e tra gli altri punti in discussione, dice Pezzanesi, “l’opportunità o meno di ricostruire edifici fatiscenti e chi dovrà pagare per sistemare i dissesti idrogeologici”. Perché “se c’è da sistemare o bonificare una zona – dice Pezzanesi – non può essere a carico del privato ma dovrebbe farlo lo Stato”.

 

 

Sisma, ricostruzione pesante Arriva la bozza dell’ordinanza ma i risarcimenti non convincono

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Cesare Spuri

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