Pieve Torina, inaugurato
il villaggio di container
Errani: “Serve un ritmo testardo”

SISMA - Taglio del nastro questa mattina. Ospiterà circa 100 posti letto e l'asilo. Il capo della Protezione civile, Curcio: "Sulle casette sono restio a parlare di tempi. Occorre avere pazienza vista la mole di lavoro che c'è da fare. Le difficoltà sono determinare i fabbisogni e le aree". Il commissario Errani: "Non possiamo piegarci al terremoto"

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I container a Pieve Torina

 

di Federica Nardi

Una spianata di container con quasi 100 posti letto e l’asilo per i 9 bambini rimasti a Pieve Torina dopo che il terremoto ha distrutto case e scuola e la neve ha abbattuto la tensostruttura che li ospitava. Inaugurato oggi il villaggio di moduli che ospiterà alcune delle persone che non vogliono lasciare la loro città. Un’opera possibile anche grazie ai militari della task force Marche, guidati dal colonnello Carlo Di Pasquale, che hanno lavorato anche a Natale e sotto la neve per garantire alle ditte una solida base su cui istallare i container. Tre settimane di lavoro. Presenti al taglio del nastro il sindaco Alessandro Gentilucci, il commissario Vasco Errani, il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio e l’assessore alla Protezione civile Angelo Sciapichetti.

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Vasco Errani e Fabrizio Curcio

Questa è “una soluzione temporanea”, dice Curcio, che però sulle casette e sui sopralluoghi si dice “restio a fissare i tempi” e chiede “pazienza rispetto alla quantità di lavoro che c’è da fare”. Le difficoltà sono quelle di “determinare i fabbisogni e le aree. Inoltre le casette in alcuni casi saranno di legno in altri di metallo ma al di là di questo sappiamo che dietro c’è un lavoro importante di cui bisogna conoscere le tappe. Ora al lavoro ci sono 180 squadre. In questi mesi abbiamo inseguito le modifiche: prima le schede Aedes che andavano più nel dettaglio, poi le Fast. Bisogna capire che dietro la valutazione c’è la responsabilità di far rientrare le persone dentro casa”.

pieve-torina-villaggio-container-errani-gentilucciErrani non entra nello specifico nella fase dell’emergenza che “compete a Regione e Protezione civile”, dice il commissario, che invece per il ritorno alla normalità si augura “una collaborazione che consenta di partire con la ricostruzione anche in modo parallelo. Noi stiamo vivendo una situazione particolare e difficilissima perché in questi mesi abbiamo avuto più di 4 terremoti. Tutto ciò produce un effetto molto pesante sulla vita delle persone e inoltre si chiede alla Protezione civile di rifare le verifiche dopo ogni scossa. Dobbiamo prendere un ritmo testardo. Non possiamo piegarci al terremoto”. In questo senso si inserisce la possibilità di acquistare case da parte della Regione, previsto nell’ultimo decreto: “una risposta immediata a chi ha bisogno di case e un patrimonio che in prospettiva valorizza l’investimento. Tutto è finalizzato ad accelerare il processo di gestione dell’emergenza”. L’importante, per Errani, “è la tempistica – dice il commissario –  Dobbiamo via via realizzare un sistema integrato dove è chiaro chi fa che cosa e rispettare i tempi, perché bisogna avere un ritmo nella ricostruzione”. Un obiettivo al plurale di cui Errani specifica i soggetti: “Dal commissario agli uffici di ricostruzione ai Comuni. Perché la ricostruzione o si fa insieme o diventa più difficile. Noi dobbiamo farlo insieme”. Sul problema dei ritardi della macchina di emergenza nelle Marche, come sul fronte stalle, Errani chiarisce che “sulla questione devono rispondere la Protezione civile e la Regione. Ci sono funzioni che non si debbono sovrapporre altrimenti si fa confusione”.

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I corridoi

Il villaggio di Pieve Torina ha una mensa (ancora non in funzione), la sala tv, la lavanderia, docce e bagni comuni e diverse stanze. Alcune con disegni e fiocchi appuntati per colorare i corridoi di quella che già da qualche giorno prima dell’inaugurazione è diventata una casa temporanea per diverse famiglie di Pieve Torina. “La priorità – dice il sindaco Gentilucci – è stata portare qui chi stava in tenda o in roulotte”. Ma c’è chi ancora attende di poter tornare a vivere vicino alla città: “Stiamo individuando altre aree”, dice Gentilucci. Ad accompagnare sindaco e ospiti nel tour della struttura i militari che ci hanno lavorato e che sono in servizio nelle zone del terremoto da “78 giorni – dice il colonnello Di Pasquale – Con passione e con piacere. Siamo 400 uomini in tutto. Qui a Pieve Torina abbiamo lavorato senza sosta sotto la pioggia incessante finché poi è arrivata anche la neve”. Per i militari” il contatto con le persone – dice il colonnello – è una vera scuola di vita. Qui le persone vivono un grande disagio e un grande stress psicologico, ma danno anche un grande esempio di dignità e di coraggio”.

(Servizio aggiornato alle 15)

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Carlo Di Pasquale

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Fabrizio Curcio

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La mensa comune

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Il cantiere ripreso dal drone dell’esercito nelle scorse settimane

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