La palazzina danneggiata a causa del crollo del campanile di Santa Maria in Via
di Gianluca Ginella
Indagine sul sisma: la procura di Macerata ha dato incarico a due docenti universitari di svolgere accertamenti su alcuni edifici pubblici che hanno riportato crolli o danneggiamenti e per i quali dopo il terremoto del 1997 erano stati svolti lavori con contributi statali. La procura vuole capire se vi siano fatti penalmente rilevanti in merito a cedimenti e crolli.
Una lista, per ora composta da meno di una decina di edifici pubblici o di interesse pubblico, che i carabinieri hanno fornito alla procura. Si tratta di edifici che si trovano a Camerino e nei comuni dei dintorni, come Visso e Fiastra. Si tratta di fabbricati che sono stati danneggiati o sono crollati dopo le scosse di terremoto del 26 e 30 ottobre scorsi.
Da quanto emerge si tratta di strutture che avevano già subito danni dopo il sisma del 1997 e per questa ragione erano stati effettuati lavori di sistemazione con contributi pubblici. Ora quegli stessi edifici hanno subito danni importanti o sono crollati. Il procuratore Giovanni Giorgio e il pm Micaela Piredda hanno deciso di affidare un incarico a due esperti per fare luce su quei crolli. Degli accertamenti se ne occuperanno due docenti universitari. I reati ipotizzabili potrebbero essere quello di crollo colposo o di disastro colposo (nel caso vi fossero i presupposti), di frode nelle pubbliche forniture, di malversazione a danno dello Stato. Perché, ad esempio, i contributi pubblici ottenuti per la sistemazione degli edifici potrebbero essere stati utilizzati solo parzialmente. Una indagine, quella sul sisma, che si allarga dopo che la procura aveva aperto un fascicolo per crollo colposo per il cedimento del campanile della chiesa di Santa Maria in Via, a Camerino, che era caduto su di un edificio che ospitava alcuni studenti. Per fortuna i ragazzi si erano messi in salvo senza rimanere feriti.
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Sarebbe utile indagare nn solo sugli edifici pubblici ma anche sugli immobili privati
era ora che si facessero dei controlli…! a San Ginesio nella frazione di Santa Maria d’Altocielo la Chiesa parrocchiale è stata riaperta il 17 ottobre 2015 dopo alcuni lavori di miglioramento sismico ,ma è stata distrutta dal terremoto del 30 ottobre. soldi buttati nelle macerie…..
Tutti i beni artistici comprese le Chiese sono stati soggetti a progetti di “Restauro architettonico e miglioramento sismico”. Lavori che non assicurano nella maniera più assoluta la sicurezza degli edifici. L’unico sistema sarebbe stato la messa a norma antisismica che non è stata fatta in nessun caso perchè sarebbe costata una tombola. Pertanto ricercare ora responsabili è ridicolo e dichiarare “dopo alcuni lavori di miglioramento” è distrutta è normale!!!
Nel 1997 la Soprintendenza fece un decalogo di interventi ammessi in cui si preferiva il restauro.
Un ricordo di quella ricostruzione: una chiesa importante vicino Macerata rimase chiusa a lungo per i danni del sisma. La prima cosa che riaprì fu la foresteria annessa, un alloggio prezioso con il soffitto riccamente decorato. La chiesa rimase chiusa ancora a lungo. Oggi è di nuovo lesionata.
Pienamente d’accordo con Carlo.
Le chiese così come anche gli altri beni monumentali, per loro natura costruttiva, avranno sempre problemi problemi in caso di sisma, in quanto per mettere in sicurezza un edificio del genere (adeguamento) a volte è impossibile oppure occorrebbero risorse ingenti, o a volte demolire e ricostruire. Diciamo che poi in questi casi l’80% delle risorse va negli stucchi e decori e il 20%, forse anche meno nella struttura. Ricordo inoltre che il concetto di struttura antisismica, adeguata o nuova che sia,non è che la struttura non si danneggia e rimane immacolata, ma per sismi di questa intensità essa si deforma si rompe ma non crolla,e la salvaguardia della vita umana. Se invece volessimo una struttura che anche per sismi di forte intesità rimanga agibile bisogna ricorrere a tecniche costruttive all’avanguardia come l’isolamento sismico ecc.