Gli Ordini professionali
scrivono a Renzi e Errani:
“Servono più certificatori”

SISMA - Prodotto un documento provinciale in cui sottolineano che le verifiche potrebbero durare qualche anno con il rischio che si sfaldi "il tessuto socio economico di un territorio, che morirebbe definitivamente". Avanzate una serie di proposte

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Maria Cristina Ottavianoni, presidente Ordine degli avvocati

Maria Cristina Ottavianoni, presidente Ordine degli avvocati

 

Gli Ordini e Collegi professionali della provincia uniti per condividere risorse e competenze per affrontare l’emergenza sisma: hanno inviato un documento elaborato da un tavolo provinciale, al presidente del Consiglio Matteo Renzi, al governatore Luca Ceriscioli, al capo della Protezione civile Fabrizio Curcio, al Commissario per la ricostruzione Vasco Errani, al direttore dell’Ufficio speciale per la ricostruzione Cesare Spuri. «Come già individuato dal governatore Ceriscioli, il primo enorme ed imprescindibile passo da compiere è quello di procedere tempestivamente ai controlli certificati degli innumerevoli edifici coinvolti dai ripetuti fenomeni sismici – scrivono nel documento –. E’ dato certo, però, che il numero dei certificatori che stanno operando, abilitati a redarre una scheda Aedes, di rilevamento danno, pronto intervento, agibilità, sia assolutamente insufficiente rispetto ad un fenomeno dalle sconfinate proporzioni come quello con cui facciamo i conti, non paragonabile minimamente ad altro del passato, a memoria.

Andrea Pignocchi, presidente dell'Ordine dei geologi delle Marche

Andrea Pignocchi, presidente dell’Ordine dei geologi delle Marche

Con le disponibilità attuali i controlli necessiterebbero addirittura di qualche anno, prima di esaurirsi, come ha confermato l’ingegnere Cesare Spuri, appena nominato direttore dell’Ufficio speciale per la ricostruzione post sisma 2016, in occasione del convegno organizzato sul tema della ricostruzione dal collegio dei geometri di Macerata». Un rischio, quello che la ricostruzione possa durare molti anni, che comporterebbe lo sfaldarsi «del tessuto socio economico di un territorio, che morirebbe definitivamente – continuano il documento –. Per tutto questo tempo rimangono interdetti gli immobili anche agibili, non si può procedere ai lavori di ripristino di qualsivoglia entità, le zone rosse impediscono l’accesso a chicchessia, l’accoglienza lontana dai territori di origine per i residenti si prolunga a tempo indefinito, non parte la ricostruzione, non riprendono le attività delle imprese, degli esercizi commerciali, delle aziende agricole, delle professioni. I danni sarebbero incalcolabili, letteralmente, ed irreparabili. Le responsabilità conseguenti».

Crolli nella zona rossa di Visso

Crolli nella zona rossa di Visso

Una soluzione va trovata, per «procedere velocemente senza con ciò abdicare in nessun modo alla qualità e conformità dei controlli, posto che di tecnici disponibili e competenti ve ne sarebbero più che a sufficienza, come garantiscono appunto i rispettivi Ordini e Collegi professionali degli architetti, ingegneri e geometri. E’ necessario che formalmente si permetta agli stessi di operare tempestivamente attraverso una specifica regolamentazione emanata dagli enti preposti, attingendo agli strumenti giuridici garantiti dallo stato di emergenza». Per quanto riguarda le soluzioni «potrebbero essere diverse, quali: l’utilizzo di squadre miste, affiancando ad un certificatore abilitato un professionista competente, seppur non in possesso di detto titolo;  l’autorizzazione  a detti tecnici di accedere nell’immediato ad una formazione ad hoc, compatibile con le esigenze dell’urgenza; l’introduzione della modulazione  motivata della valutazione espressa con le schede Fast, ipotizzando diverse casistiche che superino le categorie apodittiche dell’inutilizzabilità ovvero dell’agibilità». Inoltre ritengono necessario «affrontare anche l’impatto economico, finanziario e fiscale dei soggetti coinvolti dal sisma, prevedendo norme specifiche e chiare che non si limitino a semplici sospensioni ma diano segnali forti ai soggetti economici e ai cittadini per una speranza concreta di poter riattivare le proprie attività duramente colpite.

Enzo Fusari, presidente provinciale dell'ordine degli architetti

Enzo Fusari, presidente provinciale dell’ordine degli architetti

Serve dunque fare chiarezza al più presto in merito ai territori inseriti nel cratere, in modo da stabilire con precisione l’applicazione dei vari interventi di sospensione». Il documento è a firma di Enzo Fusari, presidente Ordine architetti, Maria Cristina Ottavianoni, presidente Ordine degli avvocati, Giorgio Piergiacomini, presidente dell’Ordine dei commercialisti, Riccardo Russo, presidente dell’ordine dei Consulenti del lavoro, Andrea Pignocchi, presidente dell’Ordine dei geologi delle Marche, Marcello Seri, presidente del Collegio dei geometri di Camerino, Paola Passeri, presidente del Collegio dei geometri di Macerata, Fabio Massimo Eugeni, presidente  Ordine degli ingegneri di Macerata, Michele Gentilucci, presidente Distretto notarile di Macerata e Camerino, Stefano Bartolucci, presidente del Collegio dei periti agrari di Pesaro-Urbino, Ancona, Macerata, Francesco Stronati, presidente dell’Associazione dei tributaristi di Macerata.



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