di Monia Orazi
Cronaca di una chiesa salvata, dal crollo annunciato del campanile. Ieri pomeriggio con una spettacolare operazione dei vigili del fuoco di Camerino e Macerata, di fronte agli occhi del parroco don Mario Cardona, un’autogru con braccio telescopico, in poco più di quindici minuti ha tolto la minaccia che da giorni faceva tenere un peso, sul cuore del sacerdote. La chiesa della Madonna delle Lacrime, a Seppio di Pioraco, è stata lesionata dal sisma, soprattutto nella parte alta dell’abside, il campanile è stato trapassato da una profonda fessurazione, con il punto di rottura alla stessa altezza della chiesa. In caso di nuove scosse c’era il rischio concreto che cadesse sul tetto della chiesa, sfondandola e mettendo a rischio la stabilità dell’edificio e della vicina casa parrocchiale, che seppur danneggiate sono rimaste in piedi.
Don Mario a 86 anni non si è dato per vinto e con l’aiuto di vigili del fuoco, ingegneri del corpo, protezione civile e amministrazione comunale, ha potuto veder realizzato il suo sogno. “Finalmente ce l’abbiamo fatta, ora la chiesa è salva, speriamo di poterla riparare e far tornare come era – ha commentato don Mario Cardona appena terminata l’operazione – per adesso abbiamo attrezzato il salone parrocchiale per dire messa, c’è persino il riscaldamento e due uscite. Meglio di così non potevamo fare”. Sfollato anche lui, ospite a casa di un nipote, l’anziano sacerdote non si è dato per vinto e si è messo subito a lavorare sin dai primi giorni dopo le scosse, mettendo al riparo gli arredi sacri della chiesa. Seppio è in ginocchio, su 111 case, i sopralluoghi Fast hanno certificato che 77 sono inagibili, ma la comunità è unita, chi resta vive in roulotte, nello spiazzale in cui d’estate si fanno le feste, o nelle case agibili. Le operazioni di messa in sicurezza erano iniziate oltre una settimana fa (leggi).
Il campanile che per decenni ha scandito la vita della comunità, da sempre simbolo del borgo, ora non c’è più. Numerosi gli abitanti che in silenzio, armati di telefonino e macchinette, hanno assistito all’operazione. Giovedì è arrivata l’autogru con braccio telescopico, posto a quaranta metri di altezza, da cui sono scesi i tiranti e le funi metalliche a cui è stato assicurato il campanile, rinforzato alla base con puntellature in legno, per evitare cedimenti improvvisi. L’autogru può portare sino a 350 tonnellate ed è stata assicurata con zavorre da 110 tonnellate. Intorno alle 15 sono state effettuate due prove veloci con i tiranti, poi in poco più di quindici minuti, si è visto l’impensabile, un campanile pesante circa 40 tonnellate fluttuare nell’aria, posato a terra in verticale, accanto alla chiesa, sopra un fondo in legno. Subito prima di smontare i tiranti, sono state tolte anche le tre campane, per la gioia del sacerdote e messe al sicuro. Un piccolo pezzetto di storia è salvo, la campana ha suonato per l’ultima volta alle 15.30, poi sono state smontate ed il campanile demolito. L’autogru è già stata usata per la messa in sicurezza del campanile a Madonna delle Carceri di Camerino, nelle prossime settimane servirà per lo stesso motivo a Capriglia di Pievetorina, Tolentino, Caldarola, Camerino, Pievefavera e per la messa in sicurezza della chiesa di San Francesco di Pievebovigliana.
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Forza Don Mario!!!
Al di là del proprio credo religioso, le chiese fanno parte del nostro patrimonio artistico e sono importanti per la comunità, soprattutto per le piccole comunità
Come si fa a non capirlo ?