Il rettore Flavio Corradini durante la visita del presidente della Repubblica Mattarella (foto di Federico De Marco)
di Sara Santacchi
“Non posso permettermi di mollare, non posso e non voglio, per questo lunedì ripartiamo come e più forti di prima, tutti insieme”. Deciso, impegnato e combattivo Flavio Corradini, rettore dell’università di Camerino è diventato uno dei simboli di un intero territorio, dopo il sisma del 26 ottobre, in seguito al quale si è rimboccato le maniche, determinato a far ripartire un intero territorio messo in ginocchio dal terremoto. Suo lo slogan #ilfuturononcrolla e così è. Il futuro non crolla, anzi riparte e Camerino ricomincia dalla sua università e dalla proclamazione di 24 nuovi dottori in Informatica (16 ragazzi) e Computer Science (8 ragazzi) che si laureeranno lunedì, nel campus universitario di Montagnano.
La prossima settimana la giornata di lauree nell’ateneo camerte rappresenterà un punto di arrivo in un percorso di studi per alcuni studenti, ma un punto di partenza, o meglio una nuova partenza per l’università di Camerino che riprende così le attività dopo il sisma. “Gli uffici amministrativi sono al lavoro già da alcuni giorni – spiega Corradini – Abbiamo individuato nel Campus di Montagnano il luogo giusto e sicuro, dopo i dovuti sopralluoghi per ripartire. Questo è un segnale forte, non solo per Camerino, ma per un intero distretto, un territorio che vuole farsi forza riprendendo quanto prima possibile l’attività. Per chi non dovesse esserci abbiamo già previsto delle date nelle prossime settimane perché l’ateneo deve mettere i suoi studenti nelle condizioni di poter compiere i propri passi”.
Rettore, il suo intento è stato fin da subito proprio quello di non fermare l’Università anzi riaprirla subito e rimanendo a Camerino…
“Non esiste soluzione diversa da questa. Far ripartire l’università non è ostinarsi a voler continuare il normale programma delle lezioni di un ateneo, ma è la scelta nonché la necessità di pensare a un territorio che deve riprendersi. Se mi guardo attorno, senza università, non vedo nulla, vedo il vuoto. Penso a un centro storico fortemente ferito dal sisma. Se, però, penso agli stessi centri, con l’università, penso a tutta un’economia che riparte, alla volontà di ricostruire, alle attività che dipendono da essa. In questi giorni ho sentito la vicinanza di tante persone, quindi non c’è vuoto in questo, ma un voler farcela insieme e un’unità d’intenti”.
Le lezioni quando riprenderanno?
“Senza la scossa di domenica, il 2 novembre saremmo stati pronti a riprendere anche le attività didattiche. Quella scossa ci ha messi in difficoltà perché hanno esteso la zona rossa, allargandola ad altri edifici che fanno parte dell’università. Stiamo comunque lavorando anche in questa direzione per ricominciare il prima possibile. Sono già in contatto con Regione e chi di dovere. Non so dare dei termini di tempo, ma arriveranno dei moduli le prossime settimane, in cui potremo trasferirci. Renzi, Mattarella, lo stesso Errani, tutti hanno compreso e preso l’impegno di farci ripartire nel più breve tempo possibile”.
Cosa significa far ripartire l’università di Camerino?
“Io non posso permettermi di mollare. Ho una responsabilità che ho acquisito 5 anni fa e trovo la forza di andare avanti nelle mail, le lettere, i messaggi di quelli che considero come miei figli. Ho 9mila figli che sono i miei studenti che mi chiedono di non mollare, che si offrono per aiutarmi. Usano nei miei confronti parole bellissime, ogni volta mi scende una lacrima. Come faccio a fermarmi? Quante imprese, quante pubbliche amministrazioni, quanti progetti dipendono dall’università? Ha raggiunto una capillarità tale che non posso neanche pensare di non farla ripartire quanto prima, sempre garantendo la massima sicurezza”.
Non fermarsi e andare avanti, come sta facendo il rettore di Unicam, oggi impegnato a San Sepolcro, in Toscana, davanti a oltre 200 alunni del liceo in un incontro fissato mesi fa: “Il futuro non crolla è anche questo: andare avanti e mantenere gli impegni presi. Non ho voluto annullare questo incontro proprio per dare un segnale. Non possiamo né dobbiamo fermarci adesso”.
#ILFUTURONONCROLLA – L’hashtag lanciato dal rettore è diventato ormai emblema di un territorio che vuole rialzarsi, dai grandi ai piccoli tanto che i bambini di Sarnano questa mattina hanno disegnato un cartellone colorato. Loro, che sono il futuro, hanno detto a modo loro che vogliono guardare avanti, nonostante tutto.
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Ma infatti si pensava che Renzi se lo portasse alla Leopolda.
Lo rimetto, mi sembra ancora fresco ed attuale, poi se lo stato anche in questi frangenti si lascia soffocare dalla burocrazia, che stato è, deve combattere prima contro se stesso?
Già a settembre vicino Amatrice erano in esposizione casette di legno a 8500 euro. Qui sopra la Comeco di S. Severino ha venduto 150 moduli abitativi. I comuni hanno acquistato qualcosa? Teoricamente dovrebbero già avere a disposizione i primi milioni di euro. Rimanendo a S.Severino,https://www.cronachemaceratesi.it/2016/11/02/san-severino-lidea-una-cittadella-per-le-scuole/881234/, stanno pensando per far ripartire le scuole, ad una cittadella formata da moduli abitativi , però ci vorrebbero mesi per essere consegnati. La Comeco che li costruisce sta a S. Severino e credo che potrebbero far fronte ad una ordinazione in tempi brevi. Mah?!?
Intanto l’hashtag antisismico lo si dovrebbe brevettare.
Grande Rettore,oramai solo lei e i suoi collaboratori,potete salvare la nostra zona montana,dopo l’ennesima disgrazia del terremoto.Buon lavoro a tutti voi.
Una grande prova di coraggio e di responsabilità quella del Rettore Flavio Corradini.