Il protagonista Simone Riccioni durante le riprese in viale Carradori con lui la sceneggiatrice Valentina Capecci
Non tutto tace a Macerata dopo il terremoto. Solo in apparenza la città sembra essere caduta in un torpore post-sisma. La città continua ad essere, per esempio, il set prediletto del regista maceratese Alessandro Valori che proprio nel capoluogo della provincia ferita dal terremoto continua a girare scene del suo ultimo film Tiro libero, che vede tra i protagonisti Nancy Brilli, Simone Riccioni (reduce dal successo di Come saltano i pesci), Antonio Catania e Paolo Conticini. Di concerto con la sceneggiatrice Valentina Capecci, maceratese anche lei, inserisce nel copione scene non previste per rendere omaggio alla città in tutta la sua bellezza.
Una scena in particolare è stata girata stamattina dal terrazzo del complesso dei Salesiani per cogliere con la luce dell’alba lo splendido skyline cittadino. “Anche questo è un modo per aiutare il territorio – commenta Capecci – per non far morire la città fortemente provata dal terremoto”. Oggi pomeriggio la troupe e il cast, con in testa Simone Riccioni, erano impegnati in un set allestito in viale Carradori. Nel traffico delle auto e tra la curiosità dei passanti si girava una “scena romantica”. Di più non è dato sapere delle scene da Macerata e da una terra che pur colpita dal terremoto conserva l’orgoglio e una bellezza tutta da immortalare, in attesa del prossimo ciak.
(Cla. Ri.)
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E’ commovente l’atteggiamento di Alessandro, Simone e la cara Anna Laura e avere il piacere di conoscerli. E’ come se si fosse formato un canto corale per aiutare chi è stato già colpito dal terremoto, che potrebbe fare altre vittime… noi compresi. E’ la prima volta che sento questa partecipazione di solidarietà spirituale da parte di chiunque. Una cosa nuova. E’ la presa di coscienza di una identità che sembrava scomparsa.
Bene, cari Amici, finite il film e aggiorniamoci a quando lo vedremo proiettato nelle sale, per applaudirlo. Sperando che per quell’epoca il terremoto sia finito.