«Nella frazione di Castello le mura che erano già lesionate sono crollate. Ora c’è il rischio che la frazione che si trova sopra, a 20-25 metri, possa venire giù non avendo più l’appoggio delle mura». Il sindaco di Fiordimonte, Massimo Citracca, fa il punto sulla situazione del suo comune dopo che nella notte c’è stata una nuova scossa, di magnitudo 4.8, con epicentro a 2 chilometri da Pieve Torina e a 3 chilometri da Fiordimonte. «Ci sono stati ulteriori crolli di abitazioni, e ci sono ulteriori sassi in mezzo alla strada. Stiamo cercando di mettere in sicurezza quello che si può, ma lo sgombero è totale, siamo zona rossa». Nel piccolo comune sono rimaste circa 20 persone, le altre sono andate da parenti e conoscenti, alcuni a Roma, altri a Fabriano. Alcuni fanno ritorno perché devono dare da mangiare agli animali. Chi è rimasto dorme in roulotte, o in moduli abitativi e container presi in affitto. Il metano non c’è «dicono per sicurezza. Così per scaldarsi si usa il fuoco come si faceva una volta. Si comprano le stufe, ci si adatta – spiega il sindaco –. Oggi è arrivato il modulo per il Comune, al momento non riusciamo ad avere nemmeno internet. Siamo messi malissimo. Da domani credo riusciremo a tornare operativi ma al momento non riusciamo neanche a stampare i moduli di richiesta per autonoma sistemazione. Io stesso ho casa inagibile. Sono stato a vederla oggi e mi è mancato il respiro».
Un negozio di alimentari ha preso un modulo e lo sta attrezzando per riaprire. Per il resto è tutto chiuso a Fiordimonte. Le chiese, come quella di Nemi, sono o crollate o messe malissimo. In più oggi piove «speriamo le opere d’arte si salvino» dice il sindaco. Ma è solo una speranza, come quella di riprendere la vita di tutti i giorni «anche se credo che dopo il 30 ottobre la vita non sarà mai più come prima. Inutile piangersi addosso però, facciamo come possiamo, cerchiamo di arrangiarci. Speriamo che lo Stato sia presente, che ci siano gli aiuti che ci hanno promesso».
(Gian. Gin.)
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