Parrucchieri volontari al camping Bellamare di Porto Recanati, per aiutare chi è scappato dalle zone colpite dal terremoto
Il camping Bellamare di Porto Recanati dove alloggiano 150 ussitani
di Marco Ribechi
Tutta la famiglia al sicuro in campeggio e lui solo, in una roulotte tra le montagne di Ussita, a badare a oltre 200 capi di bestiame. C’è chi dopo il terremoto ha ancora la forza per reagire come Giovanni Paris, allevatore di 28 anni, che sta sfidando il sisma pur di salvare le sue mucche. Sono tante le storie che circolano nei centri di accoglienza di Porto Recanati dove sono arrivati oltre 700 ospiti, tra il camping Medusa, il Bellamare, il Pineta e l’hotel Bianchi, provenienti dalle zone montane. «Siamo dovuti scappare da Ussita – spiega Rita Paris – le case sono crollate. L’unico che è rimasto è mio figlio che vive in una roulotte in mezzo alle montagne per proteggere le nostre mucche, razza marchigiana pura da riproduzione allevata in stato semibrado, selezionate in oltre 30 anni. Le stalle sono crollate e abbiamo perso tutto. Dobbiamo trovare una soluzione prima dell’inverno perché il fieno è nelle stalle inagibili e soprattutto con il freddo abbiamo bisogno di mettere al riparo gli animali. Purtroppo l’ente parco si preoccupa solo dei suoi animali, lupi, cinghiali, cervi e caprioli e ci ha abbandonato. Non sappiamo cosa fare, mio figlio è rimasto in montagna ma è un terremoto continuo, è molto pericoloso e noi siamo molto in pena per lui».
Massimo Cardelli dell’Officina della vanità
I racconti si susseguono dal parrucchiere grazie al salone Officina della Vanità di Montecosaro, gestito da Massimo Cardelli, che è sceso sulla costa per fare i capelli a chi non più nulla. «Visto che oggi restavamo chiusi abbiamo deciso di portare un po’ di tranquillità agli ospiti del campeggio offrendo tagli di capelli gratuiti – spiega il titolare – invitiamo anche altre attività a fare lo stesso perché ci saranno tante persone per parecchi giorni». A contattare il parrucchiere è Stefano Marchegiani, tutti ad Ussita lo conoscono per “Stefano bici”, che ha preso un po’ le redini della sua comunità. «Qui al Bellamare siamo 150 ussitani – spiega Marchegiani – ci conosciamo un po’ tutti e questo è un bene perché abbiamo la possibilità di rilassarci a differenza di chi alloggia in albergo».
Al centro Stefano Marchegiani insieme ad alcuni amici
Marchegiani, oltre ad aver lavorato al turismo per il Comune gestisce il Frontignano Bike Park. «La comunità dei ciclisti si è stretta intorno a noi – spiega il ragazzo – Ci stanno aiutando in ogni modo, chi manda beni di prima necessità, chi invia coperte, arrivano con i furgoni. Ci hanno chiamato persino dalla Svizzera e dalla Germania». Ma quando il pensiero torna a Ussita riaffiorano i problemi. «Ho visionato i sentieri dove passavo in bicicletta – prosegue Marchegiani – la situazione è grave. Si sono aperte delle spaccature, la montagna si muove in continuazione. Ussita è spettrale, parlano tanto di Norcia perché è crollata la chiesa ma noi abbiamo perso tutto. Si sente in continuazione il monte urlare, un rumore sordo e poi una scossa. E’ impossibile stare. Ho deciso di postare solo foto belle su Facebook perché spero che il turismo in quelle zone ripartirà».
L’ingresso del camping medusa dove alloggiano circa 280 persone
I tanti ospiti dei campeggi vivono gli stessi sentimenti contrastanti: da un lato si sentono sicuri e possono finalmente dormire sonni tranquilli, dall’altra, pur volendo tornare nei loro luoghi, hanno il terrore degli edifici in muratura. E’ il legno la soluzione che propongono per la ricostruzione. «Anche se dicono che la casa è agibile come facciamo a tornarci a vivere?» dicono due sorelle della famiglia Papa di Pievebovigliana, ora ospiti al camping Medusa. «Mio marito oggi vive su una sedia a rotelle ma prima era un costruttore e tante persone ancora ci chiamano perché le sue case sono rimaste in piedi – spiega una delle sorelle – però la paura è grande. Anche casa nostra è stata danneggiata. Al momento del terremoto mi trovavo al secondo piano e ho cercato di portare mio marito giù dalle scale ma con la sedia era troppo pesante, non ho più coraggio di vivere lì».
Due bungalow del campeggio Medusa
«Dal 24 agosto non dormivo più – spiega Maria Luisa Mattei di Camerino – Vivevo al quarto piano. Al momento della prima scossa di mercoledì ero sul terrazzo ma il finimondo è successo con quella delle nove. Mio figlio si stava facendo la doccia in mansarda, si è sentito un rumore sordo, è saltata la luce e ha iniziato a cadere tutto. Alessandro è scappato dalla doccia ancora insaponato, ma ha trovato l’uscita ostruita da un armadio, io mi sono ferita sul viso con un pannello che mi è crollato sopra. Mi ero rassegnata, ho detto qualcuno ci salverà. Poi mio figlio mi ha portato fuori e le scale del palazzo erano impressionanti, in strada era un caos, tutti che urlavano. Ora siamo qui in campeggio, abbiamo perso le nostre cose, non è la nostra casa ma per lo meno siamo salvi e riusciamo dopo tanto tempo a riposare».
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Sei e sarai sempre un GRANDE Massimo Cardelli ❤️
Grande massi!!!!
Si sa in quale camping é andato il parrucchiere?
E per poter aiutare si puo andare direttamente li?