E’ stato il progetto ‘Talking Hands’, il guanto sviluppato dalla spin off di Unicam Limix, in grado di “far parlare” le mani, a portare a casa il Rome (Rome Outstanding Maker of Europe) Prize di 100 mila euro assegnato al miglior progetto tra i dieci finalisti in lizza alla Maker Faire di Roma, il più grande evento europeo dedicato all’innovazione. Il progetto, un guanto capace di tradurre in parole il linguaggio dei segni, realizzato dai due ragazzi marchigiani Francesco Pezzuoli e Dario Corona, si era già aggiudicato il premio E-Capital lo scorso maggio e nel 2015 il riconoscimento Start Cup di Unicam.
A guidare la selezione sono stati l’impatto sociale dell’idea proposta (ovvero il numero di persone potenzialmente raggiungibili) e la sua sostenibilità economica (cioè le possibilità concrete di affermazione sul mercato). La giuria presieduta da Neil Gershenfeld, docente del Massachusetts Institute of Technology e fondatore del Centre For Bit & Atoms, Bruce Sterling, autore di fantascienza considerato tra gli inventori del cyberpunk e Simona Maschi, cofondatrice e direttore dell’Istituto di Interaction Design di Copenaghen, ha quindi conferito il primo premio a un guanto che registra i movimenti delle mani nel codice del linguaggio dei segni, li traduce e li trasferisce ad uno smartphone, che pronuncia la frase tramite un sintetizzatore vocale.
Grande felicità del rettore Unicam Flavio Corradini nell’apprendere la notizia: “Sono entusiasta nel vedere come dei nostri giovani laureati in Matematica abbiano ottenuto un risultato così importante partendo da una spin off. La strategia dell’ateneo si conferma vincente nel trasferimento della ricerca al sistema produttivo. Lo sviluppo del nostro paese passa sempre più attraverso le scienze esatte che garantiscono l’innovazione, a volte anche di rottura, come in questo caso”
Lo stand Limix al Maker Faire di Roma
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